Miskeen
La poesia Di Palma Crea Cappuccilli, tratta dalla raccolta “Ho questo maledetto vizio erratico“, che vi propongo nel mese di dicembre, è più che mai attuale anche se scritta nel 2005. Lirica che invita ad osservare gli altri, “i diversi” per cercare di capirli. Profonda emozione e comprensione suscita l’acuta sensibilità che Palma mostra in ” Miskeen “, sensibilità che la porta senza pregiudizi a descrivere rare perle di vita, “profonde stigmate di disperazione, dolore e sofferenza” di uomini alla ricerca di scarni sogni “lusinghe inutili di un domani“, uomini i cui attimi di vita sono scanditi da ritmi diversi dai nostri.
Miskeen
Miskeen non può capire
l’illogico sclerotico mosaico di strade
lucide o scomposte
che squartano la geometria
delle nostre vite
né quanta gente inghiotte
la stanca sera
nel suo alveare di case squadrate
come manipoli schierati
alla battaglia.
Noi non potremo mai contare
i granelli di sabbia
del deserto
della sua anima
affamata solitaria triste
e spesso vilipesa
né capire perché mai è tanto lucida
la sua pelle riarsa
dal sole dell’Africa.
Nei suoi occhi acquosi
puri e sradicati
trasuda un caso di normale follia.
Goffo astro secolare
che non devia mai dalla sua rotta
trascina delusi carichi
di perle e di colori
per impari baratto di denaro.
Lusinghe inutili di un domani
che la famiglia da lontano aspetta
tra pieghe di solitudine e dolore.
“I problemi della razza sono essenzialmente problemi di relazioni umane, e i problemi della razza non sono che una delle tante prove del nostro fallimento nelle relazioni umane”.
Ashley Montagu, La razza, 1942.