Volando Alto – Tagliare con il passato

Ci interroghiamo sul concetto di democrazia e spesso non riusciamo a definirla compiutamente. Parto allora da una riflessione che ritengo possa essere ampiamente condivisa. Una vera e sana democrazia si fonda su un sana competizione tra proposte politiche differenti, dove ogni proposta, se trova il consenso dei cittadini, viene messa alla prova dei fatti ed i fatti ne decidono il successo o meno. Senza alternanza di uomini e di idee non c’è democrazia, ne resta soltanto il nome.

Il termine competizione, se andiamo all’etimologia della parola, viene dal latino cum che significa con e petere che significa andare verso, quindi la competizione nasce come la più alta forma di collaborazione per trovare la soluzione migliore attraverso strade differenti.

Senza competizione di idee non c’è politica. La storia ci insegna che il totalitarismo nasce dove muore la vera politica e tutti sappiamo che sotto la bandiera del pensiero unico si sono compiuti i più grandi errori ed orrori dell’ultimo secolo. Ma attenzione, dietro la libertà politica c’è sempre una libertà economica che garantisce la libera produzione di beni e servizi generando concorrenza e abbassando le tariffe. Qui lo stato si limita a garantire che chi compete rispetti alcune regole per il buon funzionamento dell’economia. Ma quando lo stato entra nell’economia gestendo direttamente alcuni servizi cosa accade? Accade che il meccanismo virtuoso della concorrenza si spezza. Per alcuni e limitati settori, di particolare interesse pubblico, si può anche giustificare; ma in tanti altri casi assolutamente no. Se per produrre un determinato servizio in favore dei cittadini un’amministrazione pubblica crea un’ente pubblico ed ha dei costi di produzione superiori a quelli che avrebbe un’ente privato ha senso l’intervento del pubblico? Per esempio per erogare dei servizi di base in campo sanitario siamo certi non sia più economico farli realizzare da privati? Certamente no, ma spesso purtroppo è accaduto lasciando un’eredità pesante. Spesso è accaduto perché la macchina del cattivo consenso elettorale passa anche attraverso l’istituzione dei cosiddetti carrozzoni pubblici che spendono e spandono denaro pubblico violando criteri di efficienza e di economicità. Intervenire su questi carrozzoni è un dovere inderogabile di ogni buon amministratore pubblico.

Qualcosa nella nostra città si sta muovendo. La società Palacongressi Spa è stata appena messa in liquidazione dall’attuale amministrazione perché rappresentava un costo inutile drenando risorse. Per la Farmacia comunale che accumulava debiti ogni anno, nell’anno 2014 148.000 €, è in corso un bando di concessione in gestione. La strada è quella giusta, tagliare tutto ciò che rappresenta un costo inutile a danno della comunità. Ma il lavoro deve continuare. Riteniamo che tagliare radicalmente con un passato che ha voluto creare oasi di felicità per pochi e sacrifici per tanti, sia una scelta obbligata per fornire migliori opportunità per tutti. E se così sarà i cittadini renderanno merito a chi avrà il coraggio di mettere in campo scelte politiche finalmente lungimiranti rivolte a rimuovere sacche di inefficienza, parassitismo e clientelismo.

di Gennaro Passerini

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