Michelangelo Buonarroti (15.03.1475 Firenze – 18.02.1564 Roma)
Scultore, pittore, architetto, genio del Rinascimento Italiano è stato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.
Nato il 15 marzo 1475 a Caprese, nel 1488 entra nella bottega di Domenico Ghirlandaio e successivamente nel circolo artistico di Lorenzo il Magnifico dove incontra i massimi esponenti della cultura fiorentina. Nel 1496 realizza la celebre “Pietà” oggi esposta in San Pietro. Tra il 1501 e il 1504 sue opere sono la monumentale statua del “David” e il dipinto la “Sacra Famiglia” (Tondo Doni, oggi agli Uffizi). Si trasferisce nel 1505 a Roma dove il Papa Giulio II, dopo alcune laboriose e tormentate trattative, gli affida la decorazione della Cappella Sistina, lavoro molto duro e impegnativo che durò quattro anni.
Nel 1527, dopo il Sacco di Roma e la cacciata dei Medici da Firenze, Michelangelo ebbe parte attiva nel governo repubblicano della città, assediata dalle truppe papali. Caduta la repubblica nel 1530 si salvò dalle vendette dei sostenitori dei Medici grazie all’appoggio di Papa Clemente VII. Nel 1534 si trasferisce definitivamente a Roma dove esegue varie opere architettoniche: la sistemazione del piazzale del Campidoglio, la conclusione di Palazzo Farnese, la facciata di Porta Pia, e poi il grandioso affresco, il Giudizio Universale, per la Cappella Sistina (1536-41). Nell’ultimo periodo la sua produzione artistica si ispira al sacrificio di Cristo: una delle più famose è la Pietà Rondanini. Michelangelo muore a Roma il 18 febbraio 1564 all’età di 89 anni.
Chi era Michelangelo?
Michelangelo non ha avuto una vita facile a causa al suo carattere spigoloso, irascibile, diffidente; è stato un uomo solo, tormentato, sofferente. Ha lavorato intensamente fino alla morte, avvenuta a 89 anni. È stato l’artista più pagato e ammirato del Rinascimento, ma nonostante questo era costantemente preoccupato per le questioni economiche, testimoniate dai numerosi scambi epistolari con il padre e i fratelli. Fra gli aspetti più negativi della sua personalità e del suo carattere certamente sono da menzionare l’avidità e l’avarizia, scaturite probabilmente da una ferita originaria, da un senso di inferiorità sociale subito in gioventù dall’artista. In effetti la famiglia Buonarroti apparteneva da secoli alla classe dirigente fiorentina in cui confluivano banchieri e mercanti, ma da un paio di generazioni era andata in piena decadenza. I suoi avi erano stati priori, gonfalonieri e commissari di guerra, mentre il padre Ludovico, per quattro soldi, si era ridotto a fare il podestà a Caprese, un selvaggio borgo del Casentino. Un’altra ferita familiare contribuì a determinare il suo carattere selvatico e tormentato: la perdita della madre a soli sei anni. Queste due ferite hanno segnato profondamente il giovane Michelangelo che, per tutta la vita, ha pensato esclusivamente a lavorare ad accumulare ricchezze, proteso unicamente a restituire il rango perduto al suo casato. Tutta la sua enorme energia fu incanalata per intero nella produzione e nella creazione artistica, a scapito degli affetti e dei piaceri, tanto che viveva nella più completa austerità privandosi di lussi e anche dei principali comfort. Insomma una vita da vero “francescano”. Michelangelo era anche un perfezionista: per scegliere la pietra giusta per le sue sculture si recava sulle Alpi Apuane e, all’occasione, era capace di dormire all’addiaccio in bivacchi di fortuna anche per vari giorni. È cosa nota che Michelangelo durante i duri lavori alla Cappella Sistina spesso cadeva in una sorta di furore creativo, preda delle sue ispirazioni “mistiche” dimenticando di mangiare e dormire per giorni interi.
Omosessualità. Michelangelo non prese mai moglie e non ci sono prove documentali di sue relazioni amorose con donne. Però dedicò dei sonetti ad alcuni uomini come Cecchino Bracci, Tommaso de’ Cavalieri, ed altri ed è anche vero che tutta l’opera michelangiolesca è centrata sul nudo maschile tanto che anche le donne sono rappresentate con tratti spiccatamente maschili (un esempio le Sibille della Cappella Sistina). Ebbe una grande amicizia solo con una donna, Vittoria Colonna, Marchesa di Pescara, che amò enormemente, ma solo dal punto di vista platonico. A lei dedicò alcuni tra i più profondi componimenti poetici. Vittoria Colonna, legata alla cerchia di Juan Valdes, umanista che promuoveva una profonda riforma della Chiesa Cattolica, fu in grado di influenzare la crisi religiosa di Michelangelo. L’artista iniziò a tarda età ad essere preda di una sorta di pentimento e smise di pensare che la bellezza del corpo umano nell’arte potesse essere un’espressione della Divinità.
La Vergine Maria tiene fra le braccia il corpo senza vita del Figlio deposto dalla Croce. La Vergine Maria è rappresentata come una fanciulla giovane dal volto appena velato di tristezza che sorregge amorevolmente il corpo del figlio. L’ampio panneggio con le sue ombre profonde è il mezzo di cui l’artista si serve per dare maggior risalto al corpo nudo, liscio e perfetto del Cristo.
David, il giovane pastore futuro Re di Israele, viene colto nel momento che precede l’azione: la sua fronte è leggermente aggrottata in un atteggiamento che indica allo stesso tempo concentrazione e valutazione delle proprie forze rispetto a quelle dell’avversario. I suoi muscoli sono in tensione e le mani nervose e scattanti con le vene in superficie sono pronte a far roteare la fionda. Il successo del David fu immediato. I Fiorentini si immedesimarono con l’aspetto atletico e fiero del giovane eroe interpretandolo come espressione della forza e della potenza della città stessa nel momento del suo massimo splendore.
La SACRA FAMIGLIA. Tondo Doni.
Nel 1504 Michelangelo dipinse a Firenze la Sacra Famiglia ispirandosi un po’ allo stile di Leonardo e di Raffaello nelle loro Madonne. I colori sono vivaci e cangianti, i corpi sono trattati in maniera scultorea, chiaroscurati e spiccati dal fondo della tavola tramite una linea di contorno netta e decisa. Al contrario di quello che veniva fatto nei dipinti di Leonardo che sfumava il contorno, qui invece i corpi sembrano quasi aggettanti verso l’osservatore. D’altra parte Michelangelo pensava che la migliore pittura fosse quella che maggiormente si avvicinava alla scultura, ovvero quella che possedeva un maggiore senso di plasticità.
VOLTA della CAPPELLA SISTINA (1508-1515)
Nel 1508, dopo vari contrasti iniziati alcuni anni prima, il Papa Giulio II decise di affidare a Michelangelo la decorazione della Volta della Cappella Sistina. Si trattava di una impresa di proporzioni colossali ed estremamente complessa e anche un grandioso banco di prova per Michelangelo che per gli affreschi non aveva l’esperienza di Leonardo, di Raffaello e di altri pittori dell’epoca. Il risultato fu eccezionale! Johan Wolfang von Goethe disse:
“Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formarsi un’idea completa di ciò che un uomo è capace di fare”
Il tema generale degli affreschi della volta è il mistero della Creazione di Dio, che raggiunge il culmine nella realizzazione dell’uomo a sua immagine e somiglianza. Vi sono rappresentate con colori accesi e cangianti scene tratte dal libro della Genesi: Separazione della luce dalle tenebre, Creazione degli astri e delle piante, Peccato originale, Diluvio universale, ma la più giustamente famosa di queste scene è la Creazione di Adamo.
CREAZIONE DI ADAMO
A destra notiamo Dio Padre in volo, sorretto da numerosi angeli ed avvolto da un manto rosa-viola che si gonfia al vento. A sinistra Adamo, disteso, si solleva attratto dalla potenza vitale che si sprigiona dalla mano destra di Dio. I due non si toccano, ma le loro dita si sfiorano stagliandosi in un cielo chiarissimo. I corpi sono proporzionati, atletici e maestosi rispecchiando perfettamente l’ideale estetico dell’artista.
Il Giudizio Universale
Realizzato tra il 1536 e il 1541, nella parete della Cappella Sistina, commissionato da Papa Clemente VII, è un immenso affresco che mostra su uno sfondo azzurro oltremarino l’umanità sottoposta al Giudizio Divino. L’artista non cerca più la bellezza ideale ma ciò che lo interessa è il senso tragico del destino dell’uomo. I salvati posizionati a sinistra sono attoniti e disorientati, come foglie al vento volano verso l’alto. I dannati, posizionati a destra con angoscia e disperazione, vengono trascinati verso il basso da creature diaboliche e cercano invano di risalire verso il cielo ma gli angeli li respingono e così precipitano verso l’inferno rosseggiante di fuoco. Altri dannati vengono ammassati in quel luogo di dolore da Caronte, il mitologico traghettatore, che li percuote con un remo. L’ascesa dei salvati e la discesa dei dannati seguono il gesto imperioso e terribile delle braccia di Cristo-giudice.
Cristo-giudice, posizionato al centro dell’affresco con la Vergine Maria alla sua destra. Nei volti dei salvati non c’è gioia e fra i dannati solo cupo terrore; è il giorno del Giudizio Universale!
PIETÀ RONDANINI. Una caratteristica sempre più frequente della produzione tarda di Michelangelo è stata il cosiddetto “non finito”. Di volta in volta si è cercato di vedere in questo aspetto l’insoddisfazione dell’artista nei confronti della sua opera oppure all’opposto un mezzo per conseguire una maggiore potenza espressiva e drammatica. Dice Argan: “Il non finito di Michelangelo non è un semplice incidente di percorso ma rappresenta un ingrediente fondamentale del bagaglio stilistico di Michelangelo che accentua il dinamismo e l’espressività delle sue ultime sculture”.
CARTA NATALE
Michelangelo 15 marzo 1475 ore 1,45 Firenze.
Pesci, Ascendente Sagittario.
Il pianeta Dominante di questa Carta Natale è senza dubbio Nettuno “Signore” dei Pesci e “Governatore” del Sagittario. Nettuno è un pianeta appartenente all’Acqua, elemento largamente rappresentato in questa Carta Natale dal momento che ben sei pianeti sono posizionati nei segni d’Acqua: Sole, Luna e Marte nei Pesci, Urano e Nettuno in Scorpione, Saturno in Cancro. Inquietudine, sensibilità, instabilità, immaginazione sono le caratteristiche principali dei Pesci, segno a cui appartengono oltre a Michelangelo tanti grandissimi artisti: pittori, musicisti, poeti. Si tenga presente che Nettuno, componente fondamentale del “genio” è in posizione Dominante anche nel tema di Leonardo da Vinci. Questi due grandissimi personaggi, i Giganti del Rinascimento Italiano, hanno entrambi in comune il Medium Coeli nell’artistico segno della Bilancia e l’Ascendente in Sagittario. Il Nativo che possiede l’Ascendente in Sagittario sente il bisogno di allargare il proprio orizzonte materiale e spirituale ed è sempre alla continua ricerca di un progetto interiore da realizzare o di una meta da raggiungere. Nel Tema Natale di Michelangelo però sono presenti due aspetti astrologici che lo distinguono nettamente da Leonardo, soprattutto dal punto di vista caratteriale e temperamentale: prima di tutto la congiunzione del Sole con l’aggressivo Marte che fa di Michelangelo un soggetto irascibile, intrattabile, sempre in eterno conflitto col mondo circostante. In secondo luogo è presente in Michelangelo una pesantissima quadratura (90°) tra Saturno e Venere, configurazione astrale che determina patimenti dell’animo, paure, fissazioni, tendenza all’isolamento, nonché cattivo rapporto col sesso femminile (si pensi anche alla perdita della madre a soli sei anni!). Saturno poi rappresenta alla perfezione lo stile di vita “francescano” di Michelangelo, la sua avarizia e la sua parsimonia. In conclusione, la sofferenza e il tormento interiore di questo immenso artista si sono tradotte nella creazione sublime di affreschi, statue, dipinti di incomparabile bellezza e potenza espressiva e, da astrologi, possiamo affermare che un “genio” come Michelangelo non poteva che appartenere al mistico e artistico segno dei Pesci.