Riqualificare = Desertificare?
Volando Alto
di Gennaro Passerini
Riqualificare =Desertificare?
Area ex Fea, l’ultima macchia di verde organizzata violentata
Ricordo che Montesilvano, anticamente Montis Silvani, ha questa denominazione perché le colline intorno al borgo sul colle, aggettanti sul mare, erano coperte da un’inestricabile selva, tanto fitta che ancora sulle mappe del Quattrocento, quando l’Europa era tutta coperta dalle foreste, era segnata in maniera particolare. Ora le colline aggettanti sul mare hanno da decenni perso la caratteristica selva in quanto disseminate di abitazioni teoricamente di pregio per la vista mare goduta, mentre le rare macchie di verde lungo la vallata del Saline e a ridosso del mare stanno piano piano sparendo.
L’ultima macchia boscosa a ridosso del mare, al netto delle aree verdi come la pineta di Santa Filomena e il parco delle libertà, di una certa consistenza costituita da pini marittimi e cipressi a ridosso della stazioncina ex FEA (Ferrovie Elettrice abruzzesi), che smise l’operatività ferroviaria nel 1963, è stata distrutta ad ottobre 2020. Come era organizzata questa area? Circa cinquanta anni fa l’area a forma di triangolo, compresa tra il rilevato ferroviario ad est, Viale Europa a sud, le abitazioni e l’edificio in abbandono che ha ospitato la stazione di Montesilvano centro del fu tracciato ferroviario FEA tra Pescara e Penne, fu oggetto di una piantumazione di pini domestici sparsi ad ombreggiare un’area adibita a mercato rionale, parcheggio e campo sportivo di pallacanestro. A ridosso del muraglione in cemento armato, e molto prossimo ad esso in una aiuola molto stretta, furono piantati successivamenteun unico filare di cipressi alti una dozzina di metri e molto vicini tra loro. Questi ultimi a causa della scarsa disponibilità di spazi a terra ed aerei, atteso che erano stati piantumati a non più di 20-30 cm dal muraglione ferroviario erano per lo più inclinati nella direzione dello slargo e avevano apparati fogliari solo nella parte più alta della pianta. I pini al contrario erano in buono stato di salute con chiome della dimensione radiale di 4/5 metri e altezze fino a 15 metri. Nella parte aerea spesso i rami si compenetravano tra loro creando un unicum verde che rendeva la strada che da viale Europa conduce alla stazione un tunnel quasi continuo sormontato dalle fronde dei pini. Tra le fronde di questi pini era presente un numero di uccellini notevole che garantivano agli abitanti e a chi utilizzava quei luoghi un piacevole e continuo cinguettio per tutta la giornata e che si intensificava in un gradevole concerto all’alba e al tramonto.
Nella determina 3319 del 28.12.2018 la amministrazione Maragno approvò un progetto di riqualificazione
di Via Giovanni Boccaccio e aree pertinenziali per una spesa prevista di 550.000 € con l’obiettivo di: sistemare la sede stradale di via Giovanni Boccaccio realizzare un parcheggio regimentato ripristinare un campetto polivalente per attività sportive realizzare una area attrezzata per lo svolgimento di mercatini, esposizioni ed attività similari realizzazione di una area ludica dedicata ai bambini in età pre-scolare (0-6 anni) e contiguo spazio di verde urbano attrezzato Non era prevista alcuna rimozione di piante.
Con l’insediamento dell’Amministrazione De Martinis, volendo questa incrementare in modo sproporzionato, a mio parere immotivatamente, il numero dei parcheggi a ridosso di Corso Umberto (essendo la capienza di 50/60 macchine del vecchio parcheggio esistente sufficiente e mai in crisi di posti nell’arco della giornata, anzi la sera quasi completamente vuoto) il giovedì 03 settembre 2020 il Comune di Montesilvano emette la determina dirigenziale n. 2029 ad incaricare il Dott. forestale. Francesco Cellini per accertare la stabilità degli alberi nell’area a ridosso di via Boccaccio.
Il lunedì successivo, 07 settembre 2020, il Dott. Francesco Cellini emette una perizia speditiva che possiede le seguenti conclusioni.
L’analisi visiva degli alberi di Cipresso Arizonico e Pino Domestico, applicando la metodologia VTA ed Analisi Integrata dell’albero, ha permesso di stabilire quanto segue: il filare di Cipresso Arizonico ed i filari di Pino Domestico risultano compromessi nella stabilità, pertanto si prescrive l’abbattimento degli stessi, con taglio basale ed estirpo degli apparati radicali. A compensazione degli abbattimenti, si elencano le specie da utilizzare per la piantumazione a compensazione: Acero canadese, Acero minore, Frassino Orniello, Frassino maggiore, Liriodendron o albero dei tulipani, Liquidambar o albero dell’ambra, Spino di Giuda.
Il Dott. Francesco Cellini dichiara nella relazione che l’accertamento delle caratteristiche degli alberi è stato effettuato con valutazione speditiva da terra. È veramente singolare che sia stato deciso di tagliare 114 piante e di eliminare un ecosistema assolutamente vitale, in centro città, fondamentale barriera all’inquinamento del rione, sia acustico che pulviscolare, proveniente prevalentemente dalla ferrovia, utilizzando un solo giorno lavorativo e con una valutazione non strumentale. A mio avviso sarebbe stato necessario procedere almeno alla verifica strumentale di qualche pino perché tutti in ottima salute.
La verità è venuta fuori già dai primi tagli, i pini godevano tutti di buona salute. Non smetterò mai di gridare loro assassini, stupratori seriali del verde..!!
A seguito della perizia, che ha permesso di ottenere il risultato pianificato come “riqualificazione” dall’amministrazione De Martinis, servendosi del procedimento dei lavori della determina della Giunta Maragno e snaturandone completamente i contenuti dell’intervento e oltretutto senza un passaggio dovuto in Consiglio comunale, è stato dato mandato di tagliare 114 pini, cosa che è avvenuta con violenza inaudita per spiegamento di mezzi, ingiustificabilmente in un paio di giorni per evitare che eventuali manifestazioni e ricorsi bloccassero i lavori, con inizio il 12 ottobre 2021.
Mega parcheggio stazione ex Fea deserto periferico
delle peggiori periferie nel centro di Montesilvano
La desertificazione di un’area a verde, unica nel suo genere nel centro della città, vi sembra che possa essere chiamata “riqualificazione”? Oltre tutto non essendoci motivi di interesse pubblico impellenti ed irrisolvibili in altro modo?
Riqualificare, in urbanistica, consiste nell’insieme di azioni per ridare vita ad un’area pubblica abbandonata a se stessa da moltissimi anni, senza cancellarne completamente l’identità e riacquistata la dignità dovutagli renderla fruibile alla comunità. Inoltre unitamente al verde è stata distrutta e non ricostruita un’ampia area attrezzata a campo di pallacanestro, anche se in profondo decadimento per assoluta mancanza da venti anni di ordinari interventi di manutenzione, che era motivo di attività sportiva per i ragazzi della parrocchia e del quartiere e anche per giovani adulti. Pensate che in questo grande progetto “illuminato” hanno realizzato un’area giochi per bambini da 0/6 anni, nel bel mezzo di un parcheggio soleggiato, insalubre per le esalazioni polverose del tracciato ferroviario e del nuovo asfalto che ha sostituito i meravigliosi e maestosi pini. Questa è l’opera che oggi vedete realizzata senza alcuna sensibilità, identità, figlia di una non cultura triste ed arida, aspetto tipico del degrado ambientale delle periferie cementificate ed abbandonate a loro stesse.
Progetto Maragno 2018: senza abbattere alberi e con ripristino campo polivalente
Ignoranti, incompetenti…!! Cosa ci si poteva aspettare dagli stessi amministratori che hanno a detta loro riqualificato via Roma mortificando le magnolie con la sostituzione del verde naturale ai loro piedi con della moquette ricettacolo di polvere ed escrementi. Gli stessi hanno a loro dire riqualificato le rotatorie di Corso Umberto, fronte via Roma, sostituendo è vero una misera fontana e una fantasiosa quanto inopportuna immagine cartonata di Dean Martin, con due rinsecchiti e deprimenti alberi di olivo, quelli sì malaticci e morenti. Siete a dir poco ignoranti presuntuosi, incapaci di gestire anche pochi metri quadrati di terreno, visionari cementificatori che sperperano denaro pubblico senza alcuna razionalità. Perché esimi amministratori non rendete pubblico il capitolo di spesa di simili alienanti opere in sostituzione degli esaltanti comunicati stampa? Non è nelle mie intenzioni di emettere sentenze, ma dopo quanto ho assistito in questi anni e per ultimo vissuto in diretta la violenza dell’intervento sulla pinetina dell’ex Fea, non posso non manifestare il mio sbigottimento difronte e tali scempi irrazionali. Questi signori “illuminati” stanno mortificando la città, prendendo a schiaffi tutta la comunità, mistificando interventi urbanistici tramite evaporanti comunicati stampa, vere e proprie fantasiose favolette urbanistiche asservite ad ambizioni personali. Questi “signori” stanno devastando con i loro interventi quel poco di buono di arredo urbanistico rimasto in città, dopo trenta anni di politiche speculative. Cari lettori anche il più sprovveduto e pigro di voi può farsi un’idea giusta, propria, se ben informato da incontestabili immagini e documenti, e dare il giusto peso al grave scempio messo in atto in un’area a verde pubblico, senza un minimo di razionalità.
Anche voi, a questo punto, avrete la mia stessa consapevolezza di essere nelle mani di amministratori della cosa pubblica che sono o incapaci perché ignoranti, o presi da turbe psicotiche incontrollate di protagonismo, o perché prevaricati e addomesticati da interessi di pochi. Allora entriamo attentamente dentro le cose, non facciamoci ingannare dalla cronaca spesso pilotata ad arte, non lasciamoci plagiare dal conformismo, evitiamo che ci spengano le intelligenze e che la rassegnazione ci assalga e muti prima
o poi in assuefazione. Le idee “malsane” si combattono con idee razionali, diamo loro forza e modo di esprimersi altrimenti ci edulcoreranno, inquinando ogni libertà di pensiero e di azione. Questi politicanti perseguono la soggettività del pensiero, per loro la realtà oggettiva non esiste è vero solo ciò che vedono loro e di conseguenza come la sentono e la vogliono che sia per loro.
A tale proposito Marcello Veneziani asserisce “ogni giorno nei social, in televisione, nell’editoria, nella politica, scattano inesorabili meccanismi di silenziamento di tutto ciò che non si adegua al pensiero corrente. Non ti conformi? Sarai censurato”. Questo sconcertante episodio di cronaca mostra, per l’ennesima volta, se ce ne fosse bisogno, quale sia l’eterna piaga di questa nostra città, la costante azione politica di incapaci che non riescono a prendersi cura, con la perizia dovuta ad un amministratore, del suo ambiente e dei suoi bisogni di comunità. Altri sono gli interessi: sì, ignoranti e incapaci, ma uniti dal fatto che sono in arrivo una pioggia di quattrini e il verde sarà una delle scorciatoie perfette perché siano indirizzati nelle tasche di pochi “comparucci”. In verità i soldi ci sono sempre stati e sono andati sempre ad ingrossare le tasche di individui, veri avvoltoi dell’ambiente, capaci di declinare promesse in ogni dove, per poi disattenderle o dimenticarle; ma questa volta il bottino è ancora più ricco e crescono le attese, le promesse e le opportunità di consensi elettorali. La politica si riempie la bocca di rispetto e attenzione per l’ambiente solo quando avvengono frane, incendi, inondazioni, impropriamente definiti effetti di eventi naturali quando al contrario sono la conseguenza di interventi sconsiderati di urbanizzazioni pubbliche e private, selvagge, speculative che offendono spesso irreparabilmente la Natura, il territorio e che prima o poi si ribella.
Le città sono causa dei cambiamenti climatici e sono le prime vittime dei loro effetti. Alberi, boschi,foreste, giardini, vie alberate, il verde in generale fornisce il maggior potenziale per creare città intelligenti dove la qualità della vita è a misura d’uomo. Studiosi dell’ambiente e dei suoi problemi, organizzazioni internazionali, suggeriscono di adottare soluzioni basate sulla natura “la foresta urbana” che comprendono la riqualificazione di lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, orti urbani, giardini di ville storiche e verde di quartiere che sono gli strumenti “il potenziale”, vero cambiamento a cui sottendere. Montesilvano? Non è certo città intelligente perché piante e boschi si abbattono, il motto è asfaltare e cementificare, e il verde lo si sostituisce con della moquette, perché i suoi amministratori ignorano, nel senso che sono degli ignoranti presuntuosi nel puro senso della parola. Vandali, stupratori dell’ambiente, siete la causa del degrado ambientale e del deterioramento della sicurezza e della salute pubblica.
E’ proprio l’urbanizzazione selvaggia e speculativa a produrre inquinamento ambientale e a favorire “il salto di specie” e della diffusione delle Zoonosi (salto di alcuni virus e batteri patogeni dagli animali all’uomo, per cui si evolvono fino ad essere in grado di infettare l’uomo). Il virus Sars-Cov-2 potrebbe essere un esempio del “salto di specie” anche se non è stata ancora definita la “catena” che avrebbe portato il ceppo a diventare patogeno per l’uomo. Concludo proponendovi un aforisma di Martin Luther King che asseriva “Nulla al mondo è più pericoloso di un ignorante presuntuoso, che governa dei cittadini ciechi”. Per cui aggiungo che quando ignoranti assurgono a posizioni di governo e pretendono con supponenza di gestire il destino di una comunità, di un paese, di una nazione, al di fuori delle appartenenze, è d’obbligo alzare i toni nell’interesse pubblico e a dirla alla Darwin non avvenga che “genera più spesso confidenza l’ignoranza di quanto non faccia la conoscenza” Alla passerella dell’inaugurazione, a cui farà seguito sicuramente pomposo comunicato stampa, mi raccomando di munirvi di ortaggi ben maturi.
Stazione ex Fea, vecchio parcheggio 60 posti auto, semivuoto. Chiedo quale utilizzo del nuovo mega parcheggio?