Definizione del rischio in geologia (parte seconda)
di Pierluigi Vasile, dottore in geologia
(..) Passiamo alla Vulnerabilità.
V = Vulnerabilità: indica il possibile grado di perdita prodotto su un elemento o insieme di elementi determinato dal verificarsi di un evento naturale di una certa intensità.
È un concetto che indica quanto sono “resistenti” i beni presenti in un’area pericolosa coinvolti in un fenomeno di dissesto o quanto è resistente l’ambiente naturale nel quale si manifesta il dissesto stesso, in funzione dell’intensità dell’evento. La vulnerabilità esprime quindi il grado di perdite di un dato elemento o di una serie di elementi, risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. Riferendoci ad esempio alle strutture presenti in un territorio, si può ben percepire come un manufatto in pietra o in laterizio sia meno resistente di un manufatto in cemento armato, quindi quanto sia maggiormente vulnerabile una casa costruita 200 anni fa rispetto ad una di recente costruzione sotto la sollecitazione, ad esempio, di un evento sismico di medesima intensità che le coinvolga entrambe. Ecco perché la vulnerabilità dei nostri paesi con patrimonio edilizio tipicamente in pietra o in mattoni è maggiore di quella delle città con un costruito più moderno e prevalentemente in cemento armato, quindi più resistente.
Infine passiamo al Valore.
W = Valore: indica il valore delle perdite, principalmente in termini di perdita di vite umane, in secondo luogo in termini economici di beni localizzati, di patrimonio ambientale, di patrimonio culturale e via dicendo.
È un concetto, quindi, attraverso il quale si indica ciò che può essere negativamente affetto da un evento calamitoso e sul quale viene svolta l’analisi di rischio. È identificabile attraverso categorie omogenee e sistemi che possono subire perdite a seguito di un evento. Esempi di categorie e sistemi in ordine di importanza, come in parte già accennato, sono: popolazione, agglomerati urbani, aree produttive e attività economiche insediate, infrastrutture a rete e vie di comunicazione di importanza strategica, servizi pubblici, beni culturali, beni ambientali, …
La fase di attribuzione dei valori degli elementi è quella caratterizzata da maggiore soggettività dato che rappresenta un passaggio da considerazioni di tipo tecnico a considerazioni di carattere sociale che presuppongono l’espressione di un giudizio di valore sull’importanza e la rilevanza relativa dei beni (naturali, territoriali ed antropici) presenti sul territorio. La scala dei valori è quindi una scala relativa dove i valori più alti sono da assegnarsi agli elementi il cui danno arrecato dal dissesto risulta il più importante da un punto di vista sociale e da un punto di vista economico; generalmente il valore più alto si assegna ai centri abitati pensando che il valore per la vita umana (gli abitanti dei centri urbani) deve essere il più alto in una gestione corretta del rischio.
Bene. Abbiamo passato in rassegna, speriamo in modo comprensibile, i concetti essenziali che concorrono alla corretta definizione e valutazione del Rischio. Per una ulteriore sua migliore comprensione, possiamo fare un esempio.
Consideriamo due aree in cui la probabilità di occorrenza di un evento sismico di una certa intensità sia per esse eguale e che quindi queste esprimano un identico livello di Pericolosità sismica. Una di esse è, però, un centro urbano mentre l’altra è un’area desertica: ne consegue che la valutazione del Rischio sismico condotta nella prima area risulta assai maggiore che nella seconda. Questo si può comprendere se si considera che nella valutazione del Rischio R, a parità di Pericolosità P, si ha per il centro abitato una Vulnerabilità V più alta dovuta alla presenza di elementi che sono i fabbricati, le infrastrutture, le attività, ecc., ed un Valore W ad essi associato altrettanto alto se si considera, in primo luogo, la presenza delle persone e il valore della vita umana. Per la zona desertica, pur soggetta allo stesso terremoto e quindi alla stessa Pericolosità P, si ha una Vulnerabilità V nulla data la mancanza di infrastrutture e un Valore W anch’esso nullo data la mancanza di abitanti, per cui consegue un livello di Rischio estremamente basso o nullo e comunque assai inferiore al centro urbano preso a confronto nell’esempio.
Oppure, ancora, possiamo immaginare un evento sismico di stessa intensità che interessa due centri abitati di medesima Vulnerabilità, in quanto costruiti in maniera simile e con medesime infrastrutture e attività, ma dove in uno risiede e lavora la metà delle persone che nell’altro: va da sé che il Rischio Sismico risultante è differente nei due casi a parità di tutte le altre condizioni perché è diverso il Valore W che si inserisce nella relazione del Rischio, Valore W dipendente da una diversa presenza, in termini numerici, di abitanti coinvolti nel dissesto in esame e potenzialmente soggetti alla perdita di vita.
Chiaramente questi sono esempi in cui si sono estremizzati i fattori al fine di meglio comprendere la loro “interrelazione” che è alla base della definizione di Rischio riportata agli inizi di questa disamina. (…continua…)
PARTE PRIMA https://ilsorpassomts.com/2020/03/10/definizione-del-rischio-in-geologia-parte-prima/
PARTE TERZA https://ilsorpassomts.com/2020/06/29/definizione-del-rischio-in-geologia-parte-terza/