Roberto Ricci _ Chi eravamo
ROBERTO RICCI
di Erminia Mantini
Un tempo “la roba” che si riceveva in eredità veniva onorata da rigorose scelte di mantenimento, per testimoniare con fierezza l’appartenenza, il non distacco dall’antico ceppo. In via Pignatara, appena fuori dal centro di Cappelle, nacque Roberto Ricci, nella casa che suo papà aveva realizzato con mille sacrifici, proprio sul terreno di famiglia. Nell’ampia campagna intorno si succedevano il vigneto, l’uliveto e fantasiosi orticelli. Non lontane le stalle di bovini e di suini. Roberto amò quella terra con i suoi ricorrenti lavori stagionali: dallo sgranatura delle pannocchie sulle lame delle zappe, alla pigiatura dell’uva nell’aia, alla faticosa raccolta delle olive, al “rituale” del maiale! Era la sua linfa! Quando le sorelle maggiori si sposarono, rimase l’unico a dare una mano e per diversi anni lavorerà sodo, frequentando nel contempo le scuole medie a Montesilvano e le superiori al Volta di Pescara. Giunse con qualche ritardo al diploma, ma col suo innato umorismo dirà: < Tutto di guadagnato, ho conosciuto più persone e ho fatto più esperienza!>. Completava la sua giornata di studente-contadino con prestazioni da cameriere, adattandosi facilmente ai diversi ambienti; indosserà la divisa nel ristorante Le Tamerici dell’Hotel Promenade! Si recò anche in Germania per cogliere qualche opportunità lavorativa, ma impiegò solo quindici giorni a capire che non avrebbe potuto portare altrove la sua vita. E tornò a Cappelle. Un incontro casuale lo indirizzò verso il complesso mondo assicurativo: gli fu proposto di vendere le polizze! <Era completamente ignaro di ciò che andava a fare – riferisce il figliolo Marino – e amava ripetere che però sicuramente una cosa l’aveva capita bene: più si vende, più si guadagna!>. L’anno ’74 segnò una svolta importante: in aprile rilevò una piccola agenzia dell’allora COSIDA Assicurazioni; la collocò in corso Umberto, sopra la storica gastronomia “Sciarretta”; in ottobre sposò Laura Marucci, dipendente della Monti. Vissero in via Chiarini, nell’abitazione che il suocero, muratore, aveva costruito per la famiglia. Qui nacquero i suoi tre figli: Marino, Antonia e Fabio. Qui vive tuttora la moglie Laura.
Le giornate di Roberto erano intense tra famiglia, lavoro assicurativo, attività rurali e qualche partitina serale con gli amici di sempre: Giovanni Di Giandomenico, il panettiere, Guido Di Marzio, Guglielmo, il barbiere e tanti ancora. Furono tra gli ideatori del famoso “palio delle pupe”! All’allegra brigata si univa spesso il parroco don Gino, cui Roberto era legatissimo. E se gli si proponeva di passeggiare a Pescara, rispondeva che … c’erano tante cose da fare in campagna, all’Assicurazione, in paese! Il desiderio di migliorare la vita dei compaesani lo avvicinò alla politica. Nell’85 si presentò nella lista dell’allora sindaco Luigi Di Marzio e fu assessore; nella tornata elettorale del ’90 fu eletto con un distacco di soli quattro voti dal primo cittadino. Affiorarono però divergenze di pensiero che si fecero gradualmente più marcate e sul finire della legislatura fu rottura definitiva. Nel ’95 Roberto si presentò come candidato sindaco con una lista civica, composta da persone che condividevano il suo progetto. Lui, Roberto Ricci, ex studente-contadino-cameriere, assicuratore a Montesilvano, in un paese di tremila anime, osò sfidare il cav. Di Marzio, sindaco da venticinque anni, catalizzatore di voti e, per di più, Presidente della locale Banca! Fu una vittoria storica! Con grande entusiasmo si mise al lavoro, rinunciando anche a molti contratti assicurativi, per non incappare in conflitti d’interesse! Il suo nome è legato soprattutto alla realizzazione dell’asilo che in soli tre anni fu progettato, appaltato e inaugurato! Curò la ristrutturazione del ponte e portò a soluzione molti piccoli problemi dei cittadini, mettendo in cantiere numerosi progetti. Ma non riuscì a portare a termine il suo mandato, poiché l’amministrazione cadde sul Piano Regolatore: troppi interessi in campo! Per dieci anni si dedicherà solamente al lavoro, poi tornerà da protagonista nella lista dell’attuale sindaco Maiorano e sarà Presidente del Consiglio. Non farà mai mancare il suo contributo di persona attiva, onesta e leale, malgrado la malattia che in quegli anni lo colpì. Parteciperà alle elezioni del 2014 sempre con lo spirito di combattente nato; quando gli fu richiesto un commento sulla lista civica contrapposta, rispose con la solita ironia: < Squadra che perde, non si cambia!>. Ancora si ricordano i suoi interventi in Consiglio comunale: diretti, concisi e molto incisivi.
Uomo paziente, tenace fino alla testardaggine, costruì la sua professionalità e la sua posizione sociale a piccoli passi. Agevolato dalla naturale inclinazione a stabilire rapporti cordiali con le persone, interloquiva anche con i ceti più elevati senza mai perdere il suo stile di uomo sicuro e rassicurante. Dopo una bella collaborazione con la Nazionale Assicurazioni, si cimentò con la Ticino, la Firs ed altre: erano anni difficili, in cui facilmente le compagnie subivano procedure di liquidazioni concorsuali. Nel ’98 fece il grande salto e, incoraggiato dall’amico Alberto Ciaramella, passò all’Universo Assicurazioni, divenuta poi Italiana Assicurazioni. Lavorò a pieno ritmo, coadiuvato inizialmente dal figlio Marino e da una impiegata. Marino avvertiva le mutazioni di sistemi, metodi e procedure; Roberto difendeva fermamente le modalità vincenti che avevano portato alla creazione di una vera azienda, senza però sottovalutare i cambiamenti che il mercato imponeva. Era solito ripetere: < Se tu fai l’interesse del cliente, onorando anche quello della Compagnia, automaticamente hai fatto anche il tuo!>. Il team si arricchì della preziosa presenza degli altri figli, Antonia e Fabio, e l’azienda si consolidò ulteriormente. Quando nel 2011 le scelte strategiche della compagnia si rivelarono meno rispondenti alle necessità, si cominciarono a ponderare altre offerte e Roberto raccolse un’ulteriore sfida: spostò la clientela all’ ITAS Mutua Assicurazioni, la più antica d’Italia, con offerte a tutto campo, che ben si adattavano all’eterogeneità del portafoglio clienti. Ancora una volta vincente: Roberto, infatti, sinceramente attento all’umanità e ai bisogni dell’altro, riusciva a far percepire ai clienti una speciale protezione. Si è fatto con la gente e tra la gente, piuttosto che a testa bassa sulla scrivania! Oggi i tre figli proseguono con orgoglio i suoi quarant’anni di lavoro!
Sfidò anche la malattia: nel 2007 un timoma fiaccò il suo fisico, non certo il suo spirito. Si sottopose ad interventi chirurgici qui e a Milano. Ma aveva ancora un sogno: costruire una tenuta per gli anni del riposo. Acquistò un casale a Castilenti e cominciò a ristrutturarlo dalle fondamenta. Sulle pareti in mattoni aveva affisso delle pergamene di marmo. Quella che dice:” Si deve sempre affrontare la battaglia e ogni giorno è buono per vivere o morire!” racchiude la parabola della vita di Roberto, un uomo che è morto vivendo.