Sicurezza urbana e gestione dell’immigrazione

 

di Piero D”Andreamatteo

La legge Minniti ha fatto fare alla gestione dell’immigrazione qualche passo avanti verso un logico realismo, abbandonando in parte il buonismo o, se si vuole, il politically correct. Infatti si prova a diminuire i tempi per l’esame delle richieste di protezione umanitaria, mettendo in campo nuovi strumenti per il contrasto all’immigrazione illegale con l’assunzione di 250 specialisti allo scopo di rafforzare le commissioni di esame delle richieste di asilo. Vengono istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione e di asilo presso ciascun tribunale ordinario del luogo in cui hanno sede le Corti d’appello.

La rapidità con la quale saranno conclusi gli iter di richieste di asilo dipenderà soprattutto dall’eliminazione, da parte del richiedente, della facoltà di adire la Corte di appello avendo la possibilità di ricorrere alla sola corte di cassazione.

I CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) saranno sostituiti dai CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio) allorché non sia possibile eseguire con immediatezza l’espulsione mediante accompagnamento alla frontiera o il respingimento (il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il centro di permanenza e rimpatrio più vicino).

Nei CPR è prevista la permanenza massima di 30 giorni fino a 60 giorni se ci sono problemi di accertamento dell’identità e della nazionalità o per l’acquisizione dei documenti di viaggio. I nuovi centri, uno per regione, saranno più piccoli dei vecchi CIE e ospiteranno massimo 150 persone.

La legge prevede la possibilità dell’impiego di richiedenti asilo in lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari ad opera dei prefetti d’intesa con comuni e regioni.

La legge sulla sicurezza urbana sottrae la definizione delle politiche della sicurezza nelle nostre città alla competenza esclusiva degli apparati, trasformando la sicurezza in bene comune.

Il DASPO, vale a dire l’allontanamento amministrativo di un soggetto da una determinata area della città, è deciso dal questore. Il Sindaco ha solo il potere di segnalare l’area urbana su cui concentrare gli sforzi di controllo del territorio. Massima attenzione ad esempio agli spacciatori che stazionano davanti ad una scuola o una discoteca o un writer cui sarà richiesto di ripulire un bene comune che ha imbrattato o un parcheggiatore abusivo.

È particolarmente importante il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto e da un sindaco che insieme definiscono la strategia per il controllo e la sicurezza del territorio.

Dunque l’amministrazione Comunale di Montesilvano ha molto lavoro da programmare. La legge infatti non affronta due grandi problemi: gli immigrati che non hanno ottenuto l’asilo e non sono stati rimpatriati e, ancor più grave, la situazione degli immigrati che hanno compiuto reati raggiunti da foglio di via rimasti sul nostro territorio.

Personalmente penso sarebbe stato giusto concedere a tutti gli immigrati senza permesso di soggiorno, un permesso di soggiorno a tempo determinato. Ciò avrebbe consentito di individuare il numero e l’identità di soggetti che sono in pratica fantasmi e che quindi possono essere utilizzati da organizzazioni criminali in vario modo, oltreché essere sfruttati da personaggi senza scrupoli sia per un posto letto che per altri bisogni. Il permesso di soggiorno a tempo determinato sarebbe servito a questi soggetti per trovarsi un lavoro legale che avrebbe permesso loro di integrarsi, e se ciò non fosse avvento per le istituzioni sarebbe stato più agevole rimpatriarli.

Diversa è la situazione di chi ha commesso reati ed è destinatario di un foglio di via rimasto in Italia. Questi vanno in tutti i modi e con ogni mezzo individuati ed effettivamente espulsi. La stessa legge Minnitti stanzia del resto 19 milioni di euro per le espulsioni.

Stante questa normativa nazionale, Montesilvano ha valide motivazioni di rifiutare l’insediamento di una CPR anche perché questa struttura va individuata d’intesa con la Regione e le motivazioni di rifiuto possono essere ben argomentate. Ma c’è molto da fare da parte dell’Amministrazione Comunale per definire nel Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza la strategia per il controllo la sicurezza del territorio.

Sicuramente l’impianto di controllo al semaforo di via Adige è stato realizzato per la sicurezza dei cittadini, ma perché altrettanta attenzione la Giunta Comunale non la pone per la sicurezza in tutte le zone della città con sistemi di videosorveglianza ma anche e soprattutto con sistemi di illuminazione che scoraggino i malintenzionati?

È chiaro che uno dei primi problemi da affrontare sono le questioni attinenti agli immigrati senza permesso di soggiorno, che quindi sono alla mercede di speculatori ma anche di organizzazioni malavitose. Vi è da fare una duplice battaglia, una nei confronti di chi offre loro un posto letto a prezzi eccessivi e in nero, cioè coloro che speculano sulla povertà e l’illegalità. Costoro vanno perseguiti in ogni modo cosi come chi offre loro possibilità di spaccio di sostanze stupefacenti o prodotti falsificati, giacché forse anche inconsapevolmente si contribuisce a fornire mezzi finanziari alle mafie.

La stessa prostituzione si può in qualche modo combattere verificando costantemente il possesso del permesso di soggiorno delle prostitute e di chi le costringe a tale attività.

Chiaramente chi non è in possesso del permesso di soggiorno deve essere espulso e rimpatriato. Particolare attenzione va posta nei confronti di quegli immigrati già raggiunti da foglio di via perché autori di reati: questi sono i più pericolosi perché in genere disposti a tutto.

Come si vede, c’è molto da fare e si deve agire senza guardare in faccia nessuno. I piccoli interessi, i buonismi, i lasciar fare possono inquinare la realtà sociale più di quanto lo sia già.

Montesilvano è una città cresciuta in fretta, che non ha un forte nucleo storico dominante culturalmente ed economicamente, e può essere quindi permeabile giacché non vi è un saldo controllo sociale del territorio.

Per tutto questo bisogna essere particolarmente attenti proprio per evitare che l’infezione si estenda soprattutto in un momento in cui l’economia e l’occupazione soprattutto giovanile sono in forte crisi.

Bisogna essere consapevoli che quando le organizzazioni che vivono nell’illegalità si cristallizzano tutto diventa più difficile e i cittadini, già preda di una situazione di insicurezza, saranno ancora di più soggetti alla paura e la paura può generare mostri.