Palazzoni
Qualcosa si muove
A seguito della lettera inviata da Gianfranco Costantini pubblicata a luglio, le nostre interviste al dirigente all’urbanistica, al Sindaco, ai capigruppo e al Presidente del Consiglio Comunale sul tema della crescita edilizia a scapito della qualità della vita, sembrano indicare che gli strati amministrativo e politico abbiano finalmente compreso che tale aggressione non è più sostenibile.
Di concerto un cospicuo gruppo di cittadini, oltre 200, esclusivamente residenti nei quartieri Villa Canonico e Villa Verrocchio, ha sottoscritto una petizione che vedete in questa pagina, protocollata il 07/10/2015, che chiede alla politica di interrompere le concessioni edilizie responsabili dello scempio della sostituzione di case ospitanti 1-3 famiglie con palazzine da 14 unità a parità di servizi, già gravemente deficitari.
È un fatto importante che i cittadini abbiano preso coscienza dei loro diritti a chiedere il rispetto delle Norme nazionali, delle quali a Montesilvano nel corso dell’ultimo trentennio si è fatto carta straccia, utilizzando il paravento di uno strumento urbanistico che contiene ad arte tutto ed il contrario di tutto. La scelta consapevole di non emettere un Regolamento Viario ed un Piano Urbano del traffico, infrangendo il Codice della strada ed il buonsenso, ha ulteriormente generato lassismo a tutto beneficio dei portatori di interesse del mondo delle costruzioni.
Il voluto disordine locale comunque non giustifica il non rispetto delle Norme Nazionali, DL 1444/68 e Codice della Strada. È incredibile come si sia concesso autorizzazioni a costruire palazzine da 7 piani a filo strada sfruttando allineamento prevalente, senza marciapiedi, senza parcheggi, e con strade equivalenti a budelli dove eventuali mezzi di soccorso non potrebbero accedere.
Tutto questo sembrava la normalità ai più, mentre chi tentava di affermare che solo lo Ius Montesilvanensis poteva coprire tale grave aggressione al bene comune, fatto di luce, aria e spazi pubblici di qualità, veniva deriso ed emarginato.
Qui un gruppo di cittadini chiede alla politica di assumersi le responsabilità di garantire alla collettività una migliore qualità degli spazi pubblici, non abbattendo i palazzi, che probabilmente non possedevano i requisiti per ottenere le concessioni, ma interrompendo le concessioni e modificando le norme locali in coerenza con gli standard minimi previsti dalle Norme Nazionali. Molte sentenze fanno addirittura intravedere la possibilità di abbattere i palazzi, come la sentenza 17043/2015 della Cassazione della quale riportiamo di seguito alcuni stralci.
.. per ristrutturazione si intende un intervento in cui rimangono invariate le componenti essenziali dell’immobile, cioè i muri perimetrali, le strutture orizzontali e la copertura.
.. nelle ricostruzioni devono essere ripristinate le stesse dimensioni dell’edificio preesistente, altrimenti ci si ritroverebbe di fronte ad nuova costruzione.
.. è sufficiente costatare l’aumento delle superfici o della volumetria per escludere che l’intervento sia una ristrutturazione, esonerata dall’osservanza delle distanze legali.
.. si riespande la tutela ripristinatoria, mediante demolizione o arretramento (cfr. Cass. 7809/14), non essendo concesso ai regolamenti locali di incidere, neppure indirettamente attraverso la previsione di soglie massime d’incremento edilizio, ..
Finalmente la consapevolezza che lo status quo non è normale inizia a diffondersi.
I residenti hanno preso coraggio e rivendicano il rispetto dei diritti. Noi siamo pronti a dare loro voce e vi invitiamo a continuare la sottoscrizione sul nostro sito.