Siamo conciati proprio bene
di Pasquale Sofi
A volte la memoria richiama i tempi politici passati quando, con ironia o con acredine, veniva denigrato l’operato dei partiti antagonisti al solo scopo di dimostrarne l’inconsistenza operativa, e in particolare di insinuare nelle menti degli elettori dubbi circa i valori e i principi che orientavano la visione del mondo. Oggi questa modalità, pur mantenendo le stesse finalità di un tempo, è caduta in disuso mentre si vanno sempre più ad incensare e ad enfatizzare i meriti dei governanti per dimostrare di essere di gran lunga più bravi e fattivi di coloro che aspirano a prenderne il posto. I mezzi e gli strumenti per veicolare le straordinarie performance governative sono i media in generale, ma in particolare le Tv di Stato che con i suoi telegiornali si confermano in Italia le più servili nei confronti del potere costituito. Lo spoil system ha acuito non poco tale pessima abitudine! Il ritorno a questo clima, così acceso ed esasperato, richiama alla mente i tempi della propaganda feroce praticata dal Partito Comunista Italiano negli anni ’50 e ’60, quando usava tappezzare le mura delle città e dei paesi di manifesti inneggianti graficamente agli avvenimenti di quegli anni e approfittava delle “tribune politiche” per esaltarne i valori e graffiare i presunti demeriti dell’avversario.
Arrivo del Presidente del Consiglio alla Casa Bianca 18.08.25
Quelli erano i tempi della Democrazia Cristiana al potere e i telegiornali aprivano notiziando sulle attività del Vaticano in generale e del Papa in particolare, ma non si sognavano mai di osannare tra le righe smaccatamente un politico o ancor di più un partito amico, come avviene quasi quotidianamente oggi curvando spesso le verità politiche in modo tale da favorire sempre lo stesso partito e influenzare così l’opinione pubblica. Personalmente, non ho mai sentito ai tempi del potere democristiano nei vari telegiornali interventi di politici con frasi tipo “Grazie a Giulio Andreotti e alla Democrazia Cristiana l’Italia ha ottenuto un grandissimo successo internazionale…! I comunisti dovranno versare ancora bile per … etc etc…” Eppure Onorevoli della Repubblica come l’attrice Elisabetta Gardini o come la giovane Augusta Montaruli (detta Bau Bau per una sua discutibile performance in TV) o ancora il Senatore Salvatore Sallemi si prestano oggi, con disinvolta sicumera ad elargire lodi spropositate utili solo a favorire le cause del loro partito immolando sull’altare dell’arrivismo politico personale il loro ruolo reso in tal modo poco Onorevole. Non è da meno la seconda carica dello Stato: il presidente del Senato Ignazio La Russa! È difficile, anche negli anfratti più reconditi della memoria, ritrovarne uno come quello attuale, così poco rispettoso dei diritti dei senatori dell’opposizione, quasi sempre impediti nell’eloquio dal chiacchiericcio organizzato di gruppi di facinorosi. E pensare che qualcuno vorrebbe, ahinoi, Ignazio La Russa quale successore di Mattarella. Per non parlare di colui che, appena salito al soglio di Viale Trastevere, ha voluto rimarcare con sussiego la necessità di aggiungere “e del merito” a MPI, come per caratterizzare una nuova qualità gestionale che alla resa dei conti è presente solo nella sua immaginazione. L’ultima sua trovata è il solito obolo elargito stavolta agli insegnanti con almeno tre anni di anzianità nella stessa sede di lavoro. Grande merito quello dell’anzianità! Una novità assoluta… La stessa CGIL non avrebbe potuto trovare modalità migliore.
Il Presidente Meloni al Meeting di Rimini 27.08.25
Certamente i meriti e le virtù della Presidente del Consiglio, perennemente strombazzati, fanno leva sulla superficialità di analisi dei creduloni che faticano ad accorgersi che in ambito internazionale l’attivismo della premier è costantemente volto a dimostrare una capacità di incidere che fatica a vedersi riconosciuta. Si è proposta quale mediatrice tra Europa e Usa nella trattativa con Trump sui dazi, risultando assolutamente ininfluente. Ha litigato con Macron perché, pensando di essere Draghi, era stata esclusa dall’asse franco-tedesco salvo poi fare marcia indietro e ricucire anche su suggerimento del Presidente della Repubblica, costretto a rammentarle il recente Patto Italia Francia. Dopo aver criticato a lungo i cosiddetti “volenterosi”, si è schierata, in extremis con loro e ha firmato con gli altri leaders europei sia il documento per il cessate il fuoco a Gaza, per impedirne l’invasione da parte di Netanyahu, che il documento pro Kiev per supportare le richieste di Zelensky a Trump nella trattativa per la pace in Ucraina. Che si sia imbucata per non essere tagliata fuori da coloro che contano è tipico della smodata ambizione della premier, che dopo il fallimento della sua autocandidatura a pontiere è arrivata addirittura a proporre, appoggiata dall’amico Trump, Roma come sede dell’incontro bilaterale tra lo stesso tycoon e Putin, ignorando totalmente il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del presidente russo; mandato simile già violato in occasione del caso Almasri. O forse è stato proprio per sdoganare o banalizzare lo scandalo, che ha coinvolto il Guardasigilli, il Responsabile dei Servizi Segreti e il Ministro degli interni, che la premier ha tentato sfacciatamente questa mossa temeraria, per nostra fortuna vanificata dal diniego per quella sede dello stesso Putin.
Presidente Meloni durante il multilaterale con Trump, Zelensky ed i Leader europei 18.08.25
Tuttavia, l’adesione della Meloni al gruppo dei volenterosi è una mossa che potrebbe rivelarsi positiva, se tale operazione dovesse rappresentare non necessariamente un allineamento ideologico ma anche un allontanamento dalle ideologie sovraniste, che impediscono di fatto la costruzione di un’Europa più solida e coesa, delle quali la Giorgia Nazionale è fiera sostenitrice. Potrebbe essere anche l’occasione per allontanare da sé la nomea di ruota di scorta della Von Der Leyen (sebbene il suo gruppo non l’avesse votata a suo tempo) ed entrare in una sfera più autonoma e credibile di quella che ha offerto fino ad oggi quale leader dell’opposizione all’immigrazione. Questo fenomeno viene gestito dal governo ai limiti della violazione dei diritti dell’uomo senza che ci siano soluzioni nuove rispetto al fumoso piano Mattei, già ideato quasi un decennio fa dall’allora ministro Minniti, e che oggi si vuole proporre, per ovvie motivazioni economiche, anche alla UE. Per tacere dell’ignobile simulazione di Guantanamo in Albania (ma perché poi in Albania e non in una caserma dismessa del Friuli o del Veneto???) L’immigrazione deve assumere anche a livello europeo una dimensione non solo più razionale e umana, ma più dignitosa. È l’unica soluzione, volenti o nolenti, che appare praticabile (tutti gli altri interventi governativi susseguitesi negli ultimi anni si sono rivelati improduttivi) per ovviare al crollo delle natalità. A tal proposito è una bestialità il taglio di 150.000 asili nido nel PNRR, che come al solito andrà a colpire le regioni del Sud. Secondo l’Istat nei primi quattro mesi di quest’anno ci sono stati ben 140.000 neonati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È questa la vera urgenza nazionale ed europea!
Comunque nelle sue giravolte la Meloni si dovrà fermare prima o poi. Non può stare sempre più appecoronata (termine di conio berlusconiano) come e peggio del segretario generale della Nato Rutte, ai piedi di Trump (oggi da lei battezzato come padre putativo). Concordo che gli USA siano nostri alleati e noi abbiamo una storia decennale di alleanza e collaborazione con loro e che l’Europa per la sua sicurezza non può prescindere da questa alleanza; ma per la prima volta nella storia siamo trattati dagli statunitensi non come alleati ma come sudditi. La Meloni non è stupida da non rendersene conto, ma la sua ruffianeria con l’imprevedibile tycoon fa presa sui creduloni nazionali che non si interrogano se trattare con Trump sia trattare con un Capo di Stato o solo con un piazzista che ad ogni incontro deve vendere sempre qualcosa agli alleati, noi compresi. Non si rende conto che Trump vorrebbe, come Putin del resto, disgregare l’Europa e che, dopo aver collaborato con accanimento alla realizzazione della Brexit, oggi mal digerisce l’avvicinamento di Starmer alla stessa Europa.
Presidente Trump, Zelensky e Leader europei 18.08.25
L’Italia con il suo enorme debito pubblico riesce a galleggiare economicamente grazie alle esportazioni (in virtù della globalizzazione) e pertanto dovrà fare i conti con i dazi al 15%, del tutto inaspettati, imposti da Trump; ma a parte i mugugni francesi, nessuno ha osato proferire parola e men che meno la nostra premier che li ha definiti sostenibili. Per non parlare delle armi e dell’energia che saremo costretti a comprare sempre dagli USA. Ma provate ad immaginate la Meloni all’opposizione in Parlamento mentre un presidente americano come Clinton oppure Obama fissa al 15% i dazi all’Italia! Credo che le sue urla cavernose, alle quali ci aveva abituato, avrebbero fatto rimbombare tutto Montecitorio… e in ogni caso senza un minimo di resipiscenza; i bambini di Bibbiano docent!
Per la pace in Ucraina si perde ancora tempo. E mentre la Russia continua a bombardare e a occupare territori, gli incontri tra Putin e Trump (prima con l’ex Kgb sdoganato, accolto con tanto di tappeto rosso e con l’omaggio dell’aviazione americana e successivamente tra Trump, Zelensky e gli Europei) hanno prodotto solo chiacchiere e illusioni, rimandando il tutto ad un prossimo incontro tra i due capi di Stato interessati. In definitiva, con tutti proni nei confronti di Trump, salvo i modesti borbottii di Macron e Merz, la patata bollente resterà nelle mani di Zelensky che, cornuto e mazziato, dovrà subire le angherie di Putin e assumersi la responsabilità di un eventuale mancato accordo. Comunque, anche stavolta, Trump è riuscito a piazzare qualcosa agli alleati (sembra 90 mld in armi) e l’Italia è lo Stato europeo che compra il petrolio al prezzo più alto rispetto agli altri Stati. Viene da domandarsi come mai questo succeda …? Ma di cosa tratta la nostra premier nelle sue scorribande in giro per il mondo…? Non solo, ma visti gli accordi sui dazi (oltre 1200 mld pro USA in energia e armi da parte della UE) saremo costretti a comprare gas liquido dagli americani e a rinunciare contestualmente a quello fornito a prezzi più convenienti dai vecchi e recenti fornitori. Cosa non si fa per il potere!

