Colombo e la scoperta del Nuovo Mondo: l’America (seconda parte)

di Gabriella Toritto

 

(…continua) Dunque nessuna abilità e antiveggenza politica avrebbero potuto impedire che la scoperta della nuova via marittima per le “Indie” producesse l’inevitabile conseguenza di spostare dalle coste dell’Adriatico a quelle dell’Atlantico il centro dei traffici fra l’Europa Occidentale e l’Oriente e che Anversa subentrasse a Venezia per il rifornimento dei prodotti orientali a quasi tutti i paesi d’oltralpe.

L’economia europea nei secoli precedenti alla scoperta dell’America, ovvero della nuova via delle Indie, aveva come suo epicentro il Mediterraneo. Qui affluivano dall’Oriente le spezie, gli aromi, i coloranti, la seta e legni preziosi. Si erano costituiti nel bacino orientale del Mare Nostrum grandi centri commerciali, grandi mercati (oggi diremmo hub) dove avvenivano scambi intercontinentali. Il Mediterraneo formicolava di navi mercantili che importavano ed esportavano ricchezze. L’Italia, tutta proiettata al centro di questo mare, costituiva il ponte fra l’Oriente e l’Occidente e le sue Repubbliche Marinare, i suoi mercanti, i suoi banchieri avevano quasi il monopolio dell’enorme volume di ricchezza che affluiva dall’Oriente. Le città marittime italiane erano diventate grandi empori dell’economia europea. Da esse le merci defluivano in tutta l’Europa. Il ruolo di “ponte” destinò agli Italiani una grande potenza economica e finanziaria ed un elevato livello di vita, espresso nelle belle grandiose città, negli eleganti palazzi, nei monumenti, nei ricchi vestiti, nel lusso del costume, nell’abbondanza di metalli preziosi.

Oltre che sottrarsi al dominio dei Turchi, una delle principali ragioni che spinse i paesi occidentali a cercare una nuova via per le Indie fu il bisogno di sottrarsi al monopolio commerciale degli Italiani.

La scoperta di una rotta, molto più corta e più facile da percorrere, permise ai Portoghesi di vendere le spezie a prezzi 5 e 10 volte più bassi rispetto a quelli dei Veneziani.

In breve i mercati e traffici del Mediterraneo subirono una paralisi progressiva. Su tutti ne risentirono gli Italiani che videro esaurirsi sempre di più le fonti del loro benessere. La decadenza dell’Italia moderna, da molti storici attribuita all’infiacchimento morale, è spiegata da Pietro Silva proprio con la svalutazione del Mediterraneo, derivata dalla scoperta delle nuove vie atlantiche e dalla avanzata dei Turchi: “… svalutandosi il Mediterraneo ed impoverendosi la vita Mediterranea, fu fatale che si indebolisse e decadesse anche l’Italia”

L’Età Moderna va dalla scoperta dell’America fino al 1815. Sono tre secoli e più di storia e abbraccia molti eventi: rivoluzione dei prezzi, correnti politiche, Illuminismo, Rivoluzione Francese, Razionalismo, correnti economiche.

Su quando finisca la Storia Moderna ci sono diverse versioni, alcuni pensano che finisca con la Rivoluzione Francese, altri con il Congresso di Vienna.

Anche la data della scoperta dell’America potrebbe non essere esatta. Secondo alcuni studiosi oscillerebbe tra due date: 1453 e 1492. Il 1453 vede fra l’altro la caduta dell’Impero Romano d’Oriente e la fine della guerra dei 100 anni. Per Bacone invece l’Età Moderna coincide con l’invenzione della stampa, della polvere da sparo e la scoperta dei corpi magnetizzati.

Nel 1492, quando contestualmente morì Lorenzo il Magnifico, l’Europa iniziò a confrontarsi con il nuovo mondo e conobbe una nuova epoca storica: l’Età Moderna. Nel campo economico l’enorme ricchezza di merci e spezie consolidò l’affermazione della borghesia e del mercante.

A metà 1500 molte città italiane conobbero un grande sviluppo. La navigazione ebbe sviluppi eccezionali. Tutti vollero raggiungere le Indie per commerciare e per procurarsi le spezie che all’epoca erano di primaria importanza per la conservazione dei cibi.

Spagnoli e Portoghesi gareggiarono con le loro flotte, alla ricerca di una via più veloce per raggiungere le Indie, esplorazione resa possibile dal fatto che a metà del XV secolo era già pronta la base economico organizzativa per l’espansione portoghese: la caravella. Cominciò ad essere rivista la mappa tolemaica del mondo secondo cui le navi potevano navigare direttamente dall’Africa alle Indie. Attraverso lo studio degli antichi classici si scoprì che un geografo greco vissuto intorno agli anni 60° a.C., Strabone, aveva incoraggiato l’idea che l’Africa potesse essere circumnavigabile. La circumnavigazione del continente africano apparve nella mappa del mondo disegnata nel 1459 da un monaco veneziano, fra’ Mauro. Gli strumenti per la navigazione si affinarono: la Spagna possedeva già la bussola, gli altri paesi avevano mezzi diversi per misurare la latitudine, come il quadrante nautico e la balestriglia.

L’espansione portoghese nel continente africano consentì lo sfruttamento di enormi risorse, come gli schiavi, l’oro della Guinea, l’avorio, il cotone, il pepe, lo zucchero di Madera. L’impero portoghese in Africa tuttavia presentò due limiti: la difficoltà da parte dello Stato di gestire razionalmente le risorse commerciali e coloniali; la forte dipendenza dai mercanti stranieri.

Dal suo canto la Spagna diede luogo all’occupazione delle Canarie. Proprio tale colonizzazione funse da tramite fra la Reconquista (la Guerra Santa contro i Mori che occupavano ancora una vasta area della Penisola iberica) e l’espansione castigliana e aragonese che determinò la nascita della Spagna moderna e la conquista dell’America.

Fra il 1477-1479 venne portata a termine la colonizzazione dell’arcipelago delle Canarie e nel 1479 fu siglato il trattato di Alcaçovas tra Portogallo e Spagna, secondo cui il Portogallo accettava di riconoscere i diritti castigliani sulle Canarie e la Spagna riconosceva i titoli portoghesi sulle altre isole dell’Atlantico e sulle coste africane a sud di capo Bojador.

Il principio che giustificò l’occupazione dei territori fu la fede, la guerra contro gli infedeli. Fu anche stabilito un principio destinato a essere applicato nella colonizzazione americana: Isabella di Castiglia, la regina, si riservò i diritti di signoria e sovranità sulle isole Canarie, nominò governatori, concedette ai capitani e agli artefici della conquista il potere di effettuare repartimientos, cioè divisioni dei bottini di guerra e delle cariche pubbliche. (continua…)

Lascia un commento