La Trumpeide e la tassazione dei “Fratelli”

   di Mauro De Flaviis

Scrivo questo editoriale poco dopo essere tornato da una intensa settimana di lavoro a Paulinia, nei pressi di San Paolo in Brasile, dovendo il sito produttivo dell’azienda dove lavoro dal 1998 essere integrata nella più ampia organizzazione industriale della controllante. Il progetto è sfidante e allo stesso tempo stimolante dovendo garantire la continuità senza perdere l’efficienza acquisita con regole organizzative e strumenti operativi differenti. Sono tornato a viaggiare su tratte intercontinentali per lavoro dopo alcuni anni e come sempre il contatto fisico con colleghi, con i quali si lavora giornalmente da remoto, restituisce sensazioni ed emozioni uniche contribuendo a rafforzare relazioni prevalentemente virtuali. È la stessa sensazione che abbiamo provato a valle dell’incontro tenutosi tra alcuni redattori a festeggiare il decennale dell’esistenza de Il Grande Sorpasso primo numero uscito il 29 marzo 2015 (link).

Aprile è stato per me un mese davvero complesso dovendo governare da direttore della supply chain le necessarie contromisure alle azioni confuse della Amministrazione statunitense da me definita Trumpeide, perché la ritengo l’inizio di una avventura lunga i quattro anni del mandato e che non permetterà l’approdo in porto sicuro.

Tra le altre mansioni è il mio gruppo di lavoro a decidere cosa produrre in quale sito produttivo e per quale mercato di destinazione. La mia organizzazione possiede, per la linea prodotto più importante, quattro siti produttivi alternativi localizzati in Italia, India, Stati Uniti d’America e Brasile e distribuisce questi prodotti in oltre 80 paesi nel mondo. Uno dei gruppi di lavoro che dirigo è responsabile di decidere, seguendo il criterio della migliore efficacia, in quale sito produttivo allocare i volumi di produzione per i vari mercati di riferimento. Il sito statunitense, costruito su nostro progetto dove era presente un prato verde, ha avviato la sua attività di produzione a novembre 2024. Per il 2025 era stato deciso di produrre in misura pressoché bilanciata per il mercato statunitense e per quello cinese. Quando il 02 aprile Trump ha dato l’avvio alla più stolta azione di distruzione della fiducia, costruita in decenni di lavoro delle amministrazioni statunitensi succedutesi dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, ho dovuto gestire l’inevitabile processo di ripianificazione, tuttora in corso, delle attività del sito produttivo statunitense lasciandolo ad ora senza volumi da realizzare per il quarto trimestre del 2025. Comprendo la voglia di Trump di bruciare i tempi e minare alle fondamenta il concetto di globalismo, ma non è possibile ripianificare le catene del valore (supply chain) in giorni, sono necessari anni o mesi nella migliore delle ipotesi. Nella mia organizzazione, appena compreso cosa era successo, non immediatamente chiaro, essendo presenti molte eccezioni per merci non sottoposte a dazio supplementare perché estremamente necessarie in USA, siamo stati costretti a ripianificare in pochi giorni le attività dello stabilimento statunitense. Il mercoledì 02 aprile sera in Europa abbiamo avuto la notizia dei dazi imposti alla Cina e della controreazione cinese ed il lunedì 07 aprile il piano di produzione dello stabilimento statunitense era stato modificato epurando i volumi destinati al mercato cinese, oltre ad aver annullato tutte le spedizioni previste in aprile e aver richiamato i container in transito tra il Sud Carolina e la Cina, per non pagare in import in Cina quello che ad oggi è il dazio imposto dalla Cina per le merci provenienti dagli USA salito al 125%.

Queste decisioni hanno generato impatti consistenti da gestire come la riallocazione dei volumi precedentemente pianificati in USA negli altri siti produttivi, tra i quali abbiamo dovuto suddividere il carico e i fabbisogni di manodopera e materiali da adeguare ai nuovi fabbisogni imposti dalle stolte decisioni di Trump e a costi emergenti da sopportare per minimizzare l’impatto daziario. Provo a spiegarmi meglio, nonostante avessimo un sito produttivo negli USA, oggi produrre negli USA per esportare negli altri paesi del continente americano o altrove come in Cina non è più conveniente a causa della imposizione dei dazi anche scontando la sospensione dei dazi per novanta giorni perché per produrre negli USA è necessario importare materiali dall’Europa e dalla Cina scontando i dazi appena imposti.

Perché affermo le decisioni di Trump sono stolte? Perché ad un mese data da quella sceneggiata, denominata giorno della liberazione, quegli annunci sono stati ritrattati con la sospensione ed ora nessuno sa se potranno effettivamente essere applicati o meno e si inizia a discutere nell’amministrazione statunitense se sia il caso di soprassedere. Le azioni scomposte che io ho definito Trumpeide hanno generato INCERTEZZA e questa è un potente veleno per la pianificazione industriale. A solo titolo di esempio Mercedes e Stellantis nella scorsa settimana, a commento dei risultati del primo trimestre 2025, hanno sospeso la previsione sui risultati 2025, perché nessuno sa come andrà a finire questa follia dei dazi e questi pesano sulle scelte dei consumatori, che nel dubbio tendono a non acquistare, e sulle scelte di investimento delle aziende, che rimangono alla finestra per comprendere se ha senso o meno investire e dove se nel paese A o nel paese B. A confermare quanto affermo il PIL statunitense nel primo trimestre 2025 è sceso dello 0,3% contro un rialzo del 2,4% del quarto trimestre 2024, mentre l’inflazione è cresciuta del 3,6% contro il 2,4% del trimestre precedente. Crollo del PIL e crescita dell’inflazione sono fenomeni che in genere non viaggiano in parallelo e la Trumpeide è l’unica motivazione. Non sono gli unici impatti perchè si sono avuto impatti significativi sui mercati azionari e obbligazionari statunitensi, e proprio il rischio di non trovare sottoscrittori al debito sovrano statunitense è stato il motivo che ha convinto Trump a ritrattare, con la sospensione di 90 giorni, l’annuncio stolto del 02 aprile. I cittadini statunitensi stanno sperimentando una accelerazione dell’inflazione dovuta ai dazi e alla aspettativa della crescita dei costi e a un peggioramento della crescita dei redditi e ad una recessione incipiente che svelerà presto i suoi dannosi effetti (riduzione dei posti di lavoro, indisponibilità materiali precedentemente importati, aumento dei costi degli stessi, …).

Perché tutto questo approfondimento? Perché lavorativamente è stato un mese molto denso per tentare di minimizzare i danni di annunci e decisione stolte. Non contesto la volontà di mitigare il concetto del mondo piatto teorizzato da Friedman, grande sostenitore della globalizzazione, ma est modus in rebus!

Purtroppo, abbiamo al governo degli Stati Uniti d’America uno stolto che non si è reso conto che in un mese è riuscito a distruggere la credibilità che il suo paese aveva costruito dal momento della sua fondazione come il paese di riferimento della libertà e della apertura alle eccellenze in tutti i settori. Ritengo non sarà facile recuperarla come nel caso in cui in una coppia uno dei due tradisce l’altro. In così poco tempo è riuscito ad invertire l’attrattività degli USA per i ricercatori di tutto il mondo che ora desiderano uscire dagli USA e non arrivarci. È incredibile!

E il Governo italiano che fa? È capace di dare un nome alle cose chiaramente o come al solito tentiamo di tenere il piede in due scarpe?

Per il paese Italia abbastanza esposto alle esportazioni negli USA l’impatto sarà nel breve-medio termine drammatico, perché un cambio di flesso della curva di crescita del prodotto interno lordo statunitense inevitabilmente si ripercuoterà sul prodotto interno lordo globale, europeo ed italiano. In economia non è vero che se Sparta piange Atene ride, non funziona così, a valle del rimbalzino del primo trimestre 2025 dove dall’Europa abbiamo esportato i beni durevoli a più non posso negli USA vivremo un pesante secondo e terzo trimestre. E a fronte di questo impatto certo cosa stiamo facendo? Nulla se non genufletterci a baciare il …, volgarità immonda emersa dalle labbra di uno stolto. Gli squilli trionfalistici della stampa di regime a valle del temuto incontro della Meloni con Trump nascondono la realtà che è quella di essere nella condizione di mendicare una posizione di mediatore tra lo stolto e la Commissione Europea. Se riteniamo sia una vittoria essersi ritagliati una posizione di mediatore, abbandono il campo della discussione … Non potevamo fare altro? Può darsi, ma non è una vittoria!

Il tratto distintivo di questo Governo per me è stato quello dell’aumento della tassazione e della non liberazione del paese da regolamenti medievali (incapacità a riformare il sistema delle licenze dei taxi e dei balneatori, a semplificare la burocrazia, a digitalizzare la pubblica amministrazione, a riordinare il sistema fiscale al fine di incentivare il lavoro a sfavore del patrimonio) che potrebbero far crescere il prodotto interno, che in fondo vuol dire far crescere il reddito ed il benessere di ognuno. Tra le ultime azioni del Governo cito l’imposizione della golden power su una offerta pubblica di scambio di azioni tra due banche italiane con prescrizioni di carattere davvero medievale, a mio avviso una follia pura intervenire per Decreto-legge su una proposta di acquisto tra soggetti economici indipendenti senza alcun rischio per la Nazione. Ad esempio sarebbe il caso il Governo si impegnasse a far funzionare i Tribunali rispondendo seriamente agli operatori che non riescono a lavorare con efficacia con il Processo Civile Telematico (PCT) e il Processo Penale Telematico (PPT), tuttora in fase di transizione (dal 2015!) e non ancora completamente operativo in tutta Italia, e a sburocratizzare un sistema paese bisognoso di riforme tese all’efficientamento dello stesso.

Tornando alla tassazione nel 2024 la pressione fiscale (rapporto tra l’ammontare delle imposte dirette, indirette e in conto capitale e dei contributi sociali e il PIL) è salita al 42,6% dal 41,4% del 2023 (fonte ISTAT). Per completezza nel 2022 la pressione fiscale è stata del 41,7% e nel 2021 del 42,3%.

Riporto di seguito un tratto del report ISTAT su PIL e indebitamento della pubblica amministrazione:

… in particolare, le imposte dirette sono cresciute del 6,6%, principalmente per l’aumento dell’IRPEF e dell’IRES. In aumento sono risultate anche le sostitutive sugli interessi e sui redditi da capitale e le ritenute sugli utili distribuiti dalle società. Le imposte indirette hanno registrato una crescita anch’essa marcata (+6,1%), con aumenti significativi dell’IVA, dell’IRAP e delle imposte sull’energia e oneri generali del sistema elettrico e gas, queste ultime ritornate sui livelli precedenti la crisi energetica per il ripristino completo degli oneri generali del sistema energetico. In aumento rispetto al 2023 sono risultati anche i contributi sociali effettivi (+4,3%), la produzione vendibile e per uso proprio (+0,4%) e le altre entrate correnti (+10,5%). Il calo delle entrate in conto capitale (-72,4%) è stato dovuto principalmente alla significativa riduzione dei contributi a fondo perduto dell’Unione europea relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) a fronte del rallentamento degli investimenti realizzatiLe uscite correnti sono cresciute del 3,9%, principalmente in conseguenza della dinamica dei redditi da lavoro dipendente (+4.5%), dei consumi intermedi (+6,7%) e delle prestazioni sociali in denaro (+5,1%).

Giova ricordare il Governo Meloni si è insediato il 22 ottobre 2022 quindi l’aumento della pressione fiscale del 2024 e l’aumento della spesa pubblica corrente, al netto della forte riduzione delle uscite in conto capitale per il venir meno delle spese relative alle agevolazioni edilizie legate al Superbonus (Deo gratias!), sono totalmente ascrivibili alla sua azione.

Quali sono gli effetti dell’aumentata pressione fiscale e della incapacità ad efficientare la imponente spesa pubblica? Uno di questi è che continuano ad essere alti i valori dei working poor, lavoratori che, nonostante guadagnino uno stipendio, fanno comunque fatica a garantirsi un’autonomia. L’Italia risulta essere uno dei Paesi che presenta maggiori criticità in Europa. Secondo i dati Eurostat, questa condizione ha riguardato nel 2024 il 10,2% (9,9% del 2023) degli occupati dai 18 anni in su, contro una media dei 27 paesi europei del 8,2% con rilevanti divari all’interno del paese.

I giovani che entrano nel mondo del lavoro fanno difficoltà ad avere una retribuzione che permetta loro di progettare il futuro e quando questi sono meritevoli e ambiziosi tendono ad emigrare altrove per trovare fortuna, nel secolo scorso il luogo di emigrazione era il Nord Italia, ora l’approdo spesso è un altro paese europeo. In tredici anni, dal 2011 al 2023, sono 550 mila i giovani italiani di 18-34 anni emigrati all’estero, al netto dei rientri, il dato è pari a 377 mila (fonte CNEL). Il Governo sta lavorando per invertire la tendenza? No di certo se la spesa non scende e la tassazione media sale.

A livello globale la crescita sarà soggetta alla schizofrenia della Trumpeide, a livello nazionale, nonostante il Governo politicamente forte, non vedo grandi possibilità di uscire dalla situazione di stallo con crescita allo zero virgola e tassazione in costante aumento, a livello regionale il Governo Regionale, di recente confermato, incapace ad efficientare la spesa sanitaria fuori controllo ha imposto ad aprile 2025 una addizionale per ottenere un extra gettito stimato in 40 milioni di € all’anno. Come da Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 87 del 14.04.2025 gli aumenti delle addizionali sono le seguenti:

  1. a) + 0,44 % per i redditi fino a 28.000 € (+110 € di tasse regionali per redditi da 25.000 €);
  2. b) + 1,64 % per i redditi oltre 28.000€ e fino a 50.000€ (+656 € di tasse regionali per redditi da 40.000 €);
  3. c) + 2,10 % per i redditi oltre 50.000 € (+1575 € di tasse regionali per redditi da 75000 €).

La manovra di aumento della tassazione copre solo parzialmente il disavanzo della spesa sanitaria 2024 appena certificato dalla Regione Abruzzo (link comunicato stampa) pari a 113 milioni di € e ci si aspetta tagli o ulteriori aumenti di tassazione per coprire i futuri disavanzi in mancanza di azioni concrete di efficientamento come, ad esempio, la fusione delle quattro aziende sanitarie in un’unica azienda sanitaria regionale. Sono sconcertato delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Regionale che non comprende perché non siamo stati in grado di procedere a ridurre le ASL da quattro ad una al fine di ridurre i costi. Da Presidente del Consiglio Regionale, in carica per il sesto anno consecutivo, non riesce ad influenzare chi può assumere questa decisione? Chi può farlo se non lui?

La spesa sanitaria in Abruzzo sta esplodendo a fronte di un servizio sempre meno efficace, perché tutti conosciamo le difficoltà a trovare visite specialistiche in tempi ragionevoli e le difficoltà nell’accesso ai pronto soccorso e quanto noi abruzzesi paghiamo in sanità privata per assecondare i nostri fabbisogni, e la politica che fa per efficientare il sistema? E dai …

A livello comunale per completare lo scenario abbiamo un Governo della stessa parte politica dei governi nazionale e regionale allineato nella ferma volontà di non efficientare la spesa, essendosi ad esempio arroccato in una posizione di contrasto alla fusione nella Nuova Pescara che inevitabilmente permetterà di governare con più efficienza il territorio coinvolto. Questa amministrazione, coerentemente alla decisione di aumentare la tassazione del nazionale e regionale, ha deciso di imporre la tassa di soggiorno di un € al giorno di permanenza dei turisti a partire dal 01 giugno 2025 per un massimo di 7 € a persona. È una misura che migliorerà le prospettive attrattive di Montesilvano che se la gioca sul turismo familiare a basso costo e sugli eventi ciclici ospitati nella città ottimamente attratti da questa amministrazione nella scorsa consiliatura?

Trump, Meloni, Marsilio e De Martinis per me tutti dalla stessa parte accomunati da incapacità a favorire una crescita ordinata che significa miglioramento medio del reddito individuale e delle condizioni di vita dei cittadini amministrati.

A presto!

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