Caratteristiche dell’attuale ondata epidemica di COVID-19

di R. Lisciani e G. Passerini, ricevuto il 13 Dicembre 2024

 L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il Covid-19 pandemia globale. La malattia ha un andamento stagionale e normalmente si riacutizza in autunno-inverno. Il responsabile della malattia, SARS-Cov-2 o Severe Acute Respiratory-Corona-Virus-2, è un virus a RNA del gruppo dei coronavirus, che muta frequentemente il proprio materiale genetico dando origine a nuove varianti. Dal ceppo originale Wuhan-Hu-1, isolato nel 2019, si sono originate nuove varianti. Possono essere antigenicamente affini al progenitore e vengono rapidamente inattivate dal sistema immunitario dell’ospite già attivato da precedenti vaccinazioni o infezioni. Quelle antigenicamente diverse, invece, eludono gli anticorpi circolanti e persistono a lungo, dando origine a nuove ondate epidemiche. Quella che stiamo affrontando ora è dominata da nuove varianti del ceppo Omicron, identificate con la sigla JN.1, KP.3, KP.3.1.1 e XEC. Hanno spiazzato le varianti XBA e XBB della precedente ondata epidemica e si sono rapidamente diffuse in molti paesi europei ed extraeuropei a causa delle significative mutazioni che le rendono antigenicamente diverse (1, 2). Questo significa che l’immunità già acquisita ha solo un residuo, insufficiente, effetto protettivo. Fortunatamente, per l’origine comune, la reazione immunitaria suscitata da una neutralizza anche le altre e quindi è stato sufficiente sviluppare un vaccino adattato ad una per avere una immunità protettiva accettabile verso tutte.

Nel 2024 quattro varianti del ceppo Omicron sono state classificate Variant Under Monitoring (VUM), tenute sotto osservazione in tutti i paesi aderenti al WHO (3). A gennaio è stata individuata JN.1, che rapidamente è diventata la variante dominante. Successivamente, ad aprile, maggio e agosto sono state individuate KP.3, XEC e KP.3.1.1, che stanno gradualmente sostituendo JN.1, grazie al il più alto potenziale di infettività (4). Tra queste la più aggressiva è XEC che sta espandendosi velocemente in Europa e negli Strati Uniti, passando dall’iniziale1% a più del 70% attuale come causa di COVID-19. Secondo una stima recente, dominerà la ondata epidemica dell’inverno 2024-2025. Le caratteristiche che hanno permesso alle varianti emergenti di sostituirsi a quelle della ondata epidemica passata, sono la capacità di evadere la reazione immunitaria già acquisita, la maggiore affinità di legame per i recettori della cellula ospite ed il periodo di incubazione di soli 2-3 giorni (4,5).

I sintomi del COVID-19 dell’attuale ondata epidemica non sono diversi da quelli della malattia causata dalle recenti varianti di SARS-CoV-2. Possono includere mal di gola, febbre, tosse, difficoltà di respiro, congestione nasale, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari ed alterazione dell’olfatto e del gusto. Generalmente, hanno un decorso benigno che si attenua fino a scomparire dopo 5-10 giorni; inoltre, in una percentuale ancora non definita di soggetti la malattia è asintomatica. Tuttavia, nel 5%-10% dei contagiati il COVOD-19 può avere una evoluzione grave, minacciosa per la vita, che necessita il ricovero in ospedale, anche in terapia intensiva (6). L’età è il maggiore fattore di rischio; malattie dell’apparato respiratorio, del sistema cardiovascolare, fumo e obesità contribuiscono ad aggravare il quadro clinico. Un ulteriore aggravio è lo sviluppo di una sintomatologia post infezione (Post COVID Condition o PCC). I dati disponibili non permettono di stabilire con precisione la sua incidenza, ma suggeriscono che circa il 6% dei pazienti sintomatici ne sono affetti. È interessante notare che malgrado il fatto che il COVID-19 grave sia un fattore di rischio significativo per il PCC, oltre il 90% dei casi si sia verificato dopo una infezione con sintomi lievi-moderati, per il maggior numero di soggetti coinvolti (7). L’attuale incidenza di PCC è minore di quella delle ondate epidemiche precedenti: almeno in parte, è dovuta alle mutazioni del virus, ma è soprattutto la vaccinazione che ha un effetto protettivo (8),

L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), il 30 aprile scorso ha emesso una nota in cui raccomandava adattare i vaccini mRNA già autorizzati alla variante dominante JN.1, tenendo anche conto che la reattività immunitaria suscitata protegge anche contro gli altri ceppi (9). Il vaccino monovalente Comirnaty adattato a JN.1, è stato autorizzato all’immissioni in commercio dall’ AIFA nel 2024 ed è quello attualmente raccomandato. Contiene una porzione di RNA messaggero (mRNA) in cui sono inscritte le istruzioni per produrre la proteina spike che permette al virus di entrare nella cellula. L’ mRNA del vaccino induce la produzione temporanea della proteina spike, che non è infettiva e non causa la malattia. Al contrario, è un antigene che viene riconosciuto dal sistema immunitario come “non self” e quindi attiva la produzione di anticorpi specifici e sensibilizza le cellule memoria (linfociti T). È importante anche sottolineare che l’mRNA dei vaccini non entra nel nucleo delle cellule e non interagisce né modifica il DNA; al contrario, si degrada entro pochi giorni dalla vaccinazione e viene eliminato dall’organismo (10). L’efficacia dei vaccini a mRNA contro l’infezione da SARS-CoV-2, incluso il Comirnaty attualmente usato, è stata confermata sia nei soggetti che non avevano mai avuto l’infezione, sia nelle reinfezioni. Gli effetti collaterali sono generalmente lievi o moderati. I più comuni includono dolore, arrossamento e gonfiore nel sito di iniezione, febbre, brividi, mal di testa, artralgia, diarrea, affaticamento, mialgia, nausea e vomito; sono tutti temporanei e si risolvono in 2-3 giorni. Effetti collaterali gravi, come miocardite e pericardite sono estremamente rari e più frequenti negli uomini che nelle donne (11). Il concetto di efficacia e sicurezza è stato ribadito dalla WHO, che in un comunicato afferma che prima di ricevere la convalida da parte delle agenzie nazionali di regolamentazione, i vaccini contro la COVID-19 sono sottoposti a rigorosi test clinici per dimostrare che soddisfano i parametri di sicurezza ed efficacia concordati a livello internazionale (12).

In conclusione, dalla prima segnalazione nel 2019, il COVID-19 si è diffuso rapidamente ed è stato classificato “pandemia globale” dal WHO già nel 2020 (13). Sfortunatamente, il SARS-CoV-2 non è ancora sotto controllo, ma circola liberamente. Ciò è dovuto principalmente alle nuove varianti che emergono durante le ondate epidemiche della malattia come, ad esempio, quelle del ceppo Omicron che dominano la ondata pandemica in atto. Allo stato attuale della conoscenza del COVID-19, l’alternativa migliore per contrastare la diffusione dell’infezione è ancora il raggiungimento dell’immunità generalizzata, la così detta immunità di gregge, con la vaccinazione di tutta la popolazione, non solo delle persone fragili o a rischio ma anche dei bambini. Sfortunatamente, questo non è facilmente realizzabile. Il primo ostacolo è la comparsa sempre più frequente delle cosiddette Variant of Concern (VoC), con una maggiore contagiosità e virulenza del ceppo originale Wuhan-Hu-1; il secondo, è la percentuale di persone che rifiutano di essere vaccinate, che si è rivelata inaspettatamente alta e limitante anche in Paesi con una popolazione con un livello culturale medio-buono. È necessario quindi fare ogni sforzo possibile per informare adeguatamente la popolazione, sia dei potenziali pericoli per la salute ed i danni economici di questa epidemia sia sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini.

 

Bibliografia

  • Pavan M, Bassani D, Sturlese M and Moro S From the Wuhan-Hu-1 strain to the XD and XE variants: is targeting the SARS-CoV-2 spike protein still a pharmaceutically relevant option againstCOVID-19?

J Enz Inhib & Medicin Chem, 37, 1704–1714 doi.10.1080/14756366.2022. 2081847

Cross-neutralizing antibody against emerging Omicron subvariants of SARS-CoV-2 in infection-naïve individuals with homologous BNT162b2 or BNT162b2(WT + BA.4/5) bivalent booster vaccination

Virol. J., 21:70, 2024 https://doi.org/10.1186/s12985-024-02335-2024

(3)     WHO, COVID-19 Epidemiological Update, Edition 173, published 06 November 2024

(4)      Liu J, Yu Y, Jian F, Yang S, Song W, Wang P, Yu L, Shao F, Cao Y

Enhanced immune evasion of SARS-CoV-2 variants KP.3.1.1 and XEC through N-terminal domain mutations

Lancet Infect Dis 2024 Published Online November 22, 202 https://doi.org/10.1016/ S1473-3099(24)00738-2

 (5)     Rubin R

          What to Know About XEC, the New SARS-CoV-2 Variant Expected to Dominate Winter’s COVID-19 Wave

          JAMA, Nov 22, 2024. doi: 10.1001/jama.2024.24481. Online ahead of print.

(6)      Xie Y, Choi T, Al-Aly ZN

Mortality in Patients Hospitalized for COVID-19 vs Influenza in Fall-Winter 2023-2024

JAMA, 33, 1963-1965, 2024 doi: 10.1001/jama.2024.7395.

(7)      WHO, COVID-19 Epidemiological Update, Edition 173 published 06 November 2024

(8)      Xie Y, Choi T, Al-Aly Z

          Postacute Sequelae of SARS-CoV-2 Infection in the Pre-Delta, Delta, and Omicron Eras.

  N Engl J Med, 391, 515-525, 2024 doi: 10.1056/NEJMoa2403211. Epub 2024 Jul 17.

(9)      European Medicines Agency, Emergency Task Force, 30 aprile 2024

(10)    WHO 2022; Available from: 〈https://covid19.who.int/? 〉Accessed on: March 2, 2022

(11)    Urdiales AM e Filia A, Istituto Superiore di Sanità,
EpiCentro – L’epidemiologia per la Sanità pubblica, 10 ottobre 2024

(12)   WHO, COVID-19 advice for the public: Getting vaccinated, 8 October 2024;[12] WHO, Director-General’s opening remarks at the media briefing on COVID-19, 11 March 2020.

(13) WHO declares COVID-19 a global pandemic, March 11, 2020

Lascia un commento