Cerchiamo di cambiare le cose, insieme

di Gloria Tramontana

La disabilità fa notizia? Quando?

Quando si parla di disabilità spesso si racconta il dramma delle situazioni e delle serie di difficoltà che la malattia arreca all’individuo e alla sua famiglia ovvero quando le situazioni sono gravi e invalidanti perché la disabilità fa notizia quando tutti si commuovono.

I mass media, le tv, i social e la rete trattano queste tematiche spesso in maniera angosciante e con pietismo. Si parla di disabilità e malattia genetica in situazioni di gravità importanti quando il soggetto è considerato inconsapevole e incosciente. Inoltre, lo spazio dedicato a questi temi è spesso poco visibile, confinato in fasce di secondaria importanza, come ad esempio i programmi TV posizionati in seconda serata o a notte fonda.

Solo in casi eccezionali la disabilità è trattata ai massimi livelli di attenzione, come ad esempio la ricorrenza delle maratone Telethon o le giornate dedicate al cancro.

Vorrei far notare che ci sono molte situazioni dove la disabilità si può considerare “normalità”: ciò avviene quando l’individuo disabile è all’altezza della situazione e allineato con la società, volenteroso di assumersi responsabilità e di impegnarsi con e verso gli altri.

Sarebbe bello, ed è auspicabile, che si dedicassero spazi di primaria visibilità (programmi tv, pagine social, siti web) alle storie di persone con disabilità, che vivono quotidianamente la propria vita, hanno sogni, progetti e vorrebbero condividere la propria esperienza con la società senza essere compatiti. Protagonisti del loro quotidiano.

Mi piacerebbe, per esempio, che ci fosse in TV uno spazio dedicato a questi temi, magari in fascia pomeridiana, e che rappresentasse le problematiche e le esperienze dei disabili. In fin dei conti, analizzare e raccontare la semplicità quotidiana può essere un modo per valorizzare al tempo stesso l’esistenza del soggetto con le proprie difficoltà, che diventano normalità di azione quotidiana.

Un’azione quotidiana diventerebbe un modo per far conoscere che siamo tutti uguali, che ci sono tanti tipi di disabilità e che tutti possono affrontare e vivere la propria esistenza.

Vorrei aggiungere un’altra considerazione sulle associazioni legate al mondo della disabilità: spesso sono riferite alle patologie più gravi e invalidanti, e solo poche di loro agiscono a favore dei sogni e dei progetti dei disabili con minore difficoltà.

A mio avviso, c’è bisogno di più attenzione al mondo dei disabili.

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