IL MISSIONARIO

di Gianfranco Costantini

L’Italia per millenni è stato un paese di santi, poeti e navigatori ma a queste categorie ne manca sicuramente una, quella dei “missionari”.

Anche se questa figura viene associata principalmente alla sfera religiosa, ne esistono in ogni ambito e in Italia, il Presidente Del Consiglio Dei Ministri Mario Draghi, tra i contemporanei non religiosi, è quasi certamente la punta di diamante della categoria. Già governatore della Banca D’Italia e della Banca Centrale Europea, vicepresidente per l’Europa della Goldman Sachs (banca d’affari americana), direttore generale del Tesoro, durante il periodo delle privatizzazioni selvagge. Questo “Missionario” sui generis ricopre anche ruoli in altri importantissimi organismi finanziari privati come, Il “Gruppo dei Trenta” banchieri più potenti del mondo e altri consessi finanziari globalisti occidentali.

La caratura del personaggio che, come un pendolo, oscilla tra la politica nazionale e l’economia, tra le istituzioni e la finanza internazionale è straordinaria.

Mario Draghi concentra in sé una preparazione e una scaltrezza fuori dal comune, perfino il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga in una famosa intervista, spese parole straordinarie nei suoi confronti, definendolo “Un vile affarista… liquidatore dopo la famosa crociera sul Britannia, dell’industria pubblica italiana… e immaginate cosa farebbe da Presidente del Consiglio dei Ministri, svenderebbe quel che rimane ai suoi ex comparuzzi…

Questo triste presagio si è realizzato e l’avvio del PNRR con le sue condizionalitá certifica l’inizio della fine e l’avvio della curatela fallimentare della Nazione.

In questo articolo non voglio né tessere le lodi, né infangare la reputazione di questo personaggio perché ognuno se vuole ha la possibilità di documentarsi ed elaborare una opinione, voglio semplicemente esporre dei fatti che potrebbero aiutare il lettore curioso in questa ricerca.

A questo punto più di qualcuno si chiederà: cosa intendo per “Missionario”?

La risposta può essere trovata tra le righe di un importante articolo del New York Times dal titolo:

Draghi’s Fall Reverberates Beyond Italy”.

Nell’articolo, interessantissimo, si parla di una missione che ha avuto Draghi, ovvero quella di riposizionare l’Italia nei confronti della Russia, soprattutto in considerazione del punto di partenza.

Il nostro Paese, in Europa, era quello con i maggiori legami economici e politici con la Russia perché sede del più grande partito comunista dell’occidente e grande acquirente di gas (più del 40% del fabbisogno nazionale proveniva dai gasdotti russi).

La missione di Draghi è stata quella di rompere questo schema.

Oltretutto “il Missionario” ha sfruttato le sue forti relazioni per promuovere le sanzioni contro la Banca Centrale russa e per far accettare l’ingresso della Ucraina nell’Unione Europea.

Leggendo l’articolo in controluce, appare chiaro che la missione sia stata scritta dai nostri “alleati” d’oltreoceano che hanno individuato il manager più affidabile per portare a termine, questa spericolata e suicida manovra geopolitica.

Draghi ha abilmente sfruttato le carte che aveva a disposizione ovvero, la forza ricattatoria della finanza americana, la necessità di raggiungere il vitalizio di molti politici eletti al primo mandato, la fame clientelare dei partiti tesa alla spartizione dei fondi del PNRR.

Queste tre condizioni irripetibili, unite alla scaltrezza del “Missionario”, hanno portato al pieno successo della missione e hanno catapultato milioni di cittadini italiani sull’orlo del precipizio.

Nel numero di maggio di questa rubrica scrivevo che:

Alcune azioni governative collegate al certificato verde, sembrano spinte più dalla necessità di serrare i ranghi militari in vista di clamorosi sviluppi (parzialmente visibili in questi giorni), che dal garantire la sicurezza sanitaria”. Oggi, a quattro mesi di distanza, non solo confermo l’intuizione ma iniziamo già a vedere concretamente, alcuni dei clamorosi sviluppi a cui alludevo.

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