L’angolo della poesia

a cura di Gennaro Passerini

Dopo aver presentato, nel numero precedente, la sua toccante meditazione sulla guerra e sulle sofferenze umane che ne derivano, proponiamo all’attenzione dei nostri lettori un testo della poetessa Silvia Di Lorenzo, tratto dalla silloge Sottrazione, pubblicata per i tipi della casa editrice Tabula Fati, nel 2021. Commento affidato al prof. Raffaele Simoncini

A VOLTE SPERIMENTIAMO L’INCOMUNICABILITA’ 

Vissi

Cercai rotte

Mi persi

Parlavo strane lingue

Un essere anfibio su Saturno

Tacque l’universo

Il mare racchiuse i segreti

La terra il suo dolore

Tracce si dispersero

Nel deserto in cui vissi

Il tema della incomunicabilità è scabroso e violento, richiama alla mente una condizione per cui ogni uomo ha avuto modo di sentire su di sé il freddo psichico di un ostacolo insormontabile: la solitudine. Al centro di una tematica esistenzialistica così complessa, si pone la questione della dispersione dei significati semantici; l’uomo, alla ricerca di punti fermi e stabili – cercai rotte -, si ritrova a vedersi circondato da tracce flebili e, a volte, appena individuabili – il mare racchiuse i segreti – laddove il mare è preso a simbolo della smisurata dispersione di pretese e/o presunte comunicazioni interpersonali. Il dilemma del non riuscire a farsi capire e dell’impossibilità di capire l’altro diventa assurdo, poiché il vivere per perdersi distilla gocce gravide di dolore e la sensazione intima di aver vissuto in un deserto indefinito, cui si collega la domanda ultima senza risposte plausibili: Perché? La poetessa, pur attraverso citazioni varie dell’esistenzialismo filosofico e letterario, peraltro imprescindibili, offre al lettore una ambientazione del tema comunicativo per così dire sconvolgente: una Babele di echi di voci che si affaticano inutilmente, nello sfondo di un universo silenzioso: tacque l’universo. Il silenzio fa paura, ma urla con violenza dentro la coscienza dell’uomo, che vaga nelle lande sconfinate del nulla. Il pessimismo/realismo che è sotteso alle parole della poetessa ha solo un telos: fare della vita una ricerca di senso in cui il vissi possa trovare approdi certi. Non è compito facile e facilmente accessibile ai più, ma averlo posto in rilievo non è certo di poco conto.

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