Quanti utili perché, quanti utili dubbi!

di Miriam Severini

Dietro i muri di grandi casermoni sono spesso nascoste storie inaspettate. Non sempre sono storie di miseria e di dolore, sono a volte storie di solitudine di incapacità di andare oltre.

Chi dà seguito a un obbligo di legge, la sicurezza,avrebbe il dovere di conoscere l’umanità alla quale si rivolge e valutarne le potenzialità di difesa e anche di attacco.

Io non penso che ci siano sempre malintenzionati dietro gli atti della Pubblica Amministrazione, anzi!

Ma sicuramente ci sono superficialità imperdonabili. Si chiamano atteggiamenti difensivi, come la medicina difensiva, come la legalità difensiva, come tutti quei comportamenti che tutelano di fatto chi limette in atto e non chi li riceve. Cosa ricaviamo da questa esperienza seppur triste di via Leopardi? Ricaviamo un tessuto connettivo strappato tra cittadini e Amministrazione, ricaviamo una scarsa conoscenza degli strumenti che la Pubblica Amministrazione ha a disposizione per evitare eventi traumatici, ricaviamo che esiste purtroppo una ferrata logica del sospetto (questa operazione ha secondi fini, sic, non ci credo!). Ricaviamo una percezione della politica come comunque di una cosa sporca. Su queste percezioni bisogna lavorare, e presto, e restituire loro un minimo di purezza. Poniamo qualche domanda:

L’ordinanza di sgombero era l’unica cosa possibile? Gli abitanti di quel palazzo sono davvero così indifesi?

Avrebbe potuto la Pubblica Amministrazione operare in via preventiva e conoscere meglio, magari attraverso i propri servizi, le reali situazioni interne ai nuclei famigliari che occupavano l’edificio?

Insomma, quello che mi chiedo è perché nessuno, ma proprio nessuno, ritiene che questa operazione sia corretta? Perché tanti ammiccamenti? Perché tanti dubbi? Entrambe le parti dovrebbero con schiettezza dire la verità. Così non sarà, purtroppo! Però possiamo sperare.

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