Come saranno le vacanze estive?

    di Miriam Severini

Intervistiamo Daniela Renisi, nuova presidente di Federalberghi Pescara e Provincia, l’associazione di categoria degli albergatori. Daniela, 38 anni, sposata, mamma di due bimbe di 4 e 2 anni, Diamante e Sole, famiglia di origini salentine, cresciuta negli hotel di famiglia, conosce il mestiere dalle “radici”.

  1. Qual è il suo/vostro ruolo come organizzazione di rappresentanza?
  2. Con il mio consiglio, sin da subito, abbiamo posto al centro dell’attività il territorio e lo sviluppo della destinazione. Di conseguenza abbiamo rafforzato il dialogo e il confronto con le istituzioni, in un momento in cui avvertiamo forte l’esigenza di colmare quella mancanza di reale conoscenza del settore che non può ridursi solo in termini di numeri di presenze e arrivi.

Il nostro compito è quello di dare sostegno agli operatori e come ente intermedio abbiamo fatto da raccoglitore delle innumerevoli richieste di aiuto pervenute dal nostro settore e non solo. La forza di reazione degli albergatori è stata incredibile, abbiamo stretto i denti e siamo stati responsabili nell’applicazione di tutti i protocolli.

Ora speriamo solo di avere la possibilità di lavorare nei mesi estivi che sicuramente non saranno sufficienti a colmare le perdite subite.

  1. Come si può fare sinergia per rilanciare il settore e l’economia?
  2. Questa crisi ha evidenziato, al di là di ogni dubbio, la rilevanza del settore alberghiero e la stretta interconnessione con le attività commerciali e sociali del territorio. Oggi siamo chiamati a modificare i nostri modelli di sviluppo per il futuro turistico e di comunità. C’è stato un cambio di abitudini sia per necessità che per opportunità: è quindi necessario intercettare queste tendenze partendo da un concetto di “smart land” ovvero di territorio intelligente infrastrutturato che sappia promuovere l’identità e la comunità con la tecnologia e il territorio. D’altronde, queste sono le cifre esperenziali che il turista oggi cerca.

Le integrazioni tra il turismo e tutti gli altri settori (mobilità, agricoltura, industria, artigianato, natura, ecc.) porteranno allo sviluppo di nuove proposte a seguito di domande sempre più esigenti. Credo che “vendere” il nostro modo di vivere sarà un buon inizio per la nostra destinazione. L’importante è approcciare, far nascere quei processi partecipativi per anticipare il futuro prossimo che sia coerente e partecipativo tra tutti coloro che occupano un territorio. La ricchezza dei nostri luoghi e la prossimità saranno fondamentali per una via di sviluppo virtuosa e inclusiva.

  1. Come saranno le vacanze estive?
  2. Ancora vi è grande incertezza nonostante i tanti proclami. Siamo ancora appesi alle zone colorate e al coprifuoco delle 23.00 e non sappiamo come organizzarci. Ma nel frattempo, il turismo, nazionale e quello europeo si organizza, perché è adesso che si pianifica la villeggiatura estiva. Ma senza indicazioni certe e con aperture poco definite i turisti nel dubbio vanno altrove: stiamo regalando turisti all’estero.

 

  1. Che piani avete per ripartire?
  2. Una delle mission dell’associazione è quella di promuovere progetti ed interventi volti a valorizzare la crescita di un turismo di qualità, sostenibile e responsabile.

Integrando più competenze e realtà progettuali su un piano di azione comune, Federalberghi intende dare impulso alla promozione di iniziative pilota e allo sviluppo di servizi pensati, a partire dalle necessità di quelle fasce d’utenza – sempre crescenti – i cui bisogni speciali non risultano ancora adeguatamente considerati e supportati nell’ambito del sistema turistico.

Promuovere dunque il territorio non come luogo solo da fruire e da cui trarre profitto, ma come luogo amico e solidale che metta in connessione il viaggio con modalità alternative di accoglienza e come attivatore di bacini di fruizione ad esigenze speciali, come straordinario momento di trasformazione capace di fornire ad altri settori del sistema produttivo contenuti, strumenti, pratiche creative e valore aggiunto in termini simbolici e identitari. Sono sempre più convinta che questa via porterà delle succose soddisfazioni in termini umani, sociali e di sviluppo.

Come dicevo sopra, con lo sviluppo di una comunità attenta e operosa, di un territorio che ti accoglie, di un’identità che segna la traiettoria, unite alla comunicazione di questo messaggio in chiave innovativa, le sfide sono davvero interessanti.

Abbiamo l’ambizione di formare i nostri operatori dell’accoglienza affinché siano sempre più pronti a riservare attenzioni a ogni categoria di utenza, anche dei più fragili.

A tal proposito siamo tra le città dove le strutture idonee si preparano ad accogliere al meglio le utenze fragili. A tal fine abbiamo predisposto un protocollo di intesa con il portale “The Eight Day”(https://www.soft-serv.it/cnappd/index.php) guida delle strutture ricettive attrezzate a ospitare persone con disabilità e i loro familiari.

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