Appello al Presidente Marco Marsilio

dell’Associazione Nuova Pescara

La crociata, un po’ comica e un po’ stucchevole, dei sindaci di Montesilvano e Spoltore contro la fusione con Pescara, stabilita da un referendum e disciplinata da una legge, ha riportato d’attualità quanto poco incisivi siano i due politici nelle lotte per il bene comune dei cittadini. Il mieloso Di Lorito (Spoltore) e il brontolone De Martinis (Montesilvano) non si sono mai battuti, e se lo hanno fatto non sono riusciti a lasciare il segno, per il miglioramento dell’ospedale civile, che è di Pescara quanto di Montesilvano e Spoltore. I due si dannano in conferenze, annunci, studi e proclami contro la Nuova Pescara, calpestando la democrazia e la fascia tricolore che indossano, e non pensano minimamente di adoperarsi per potenziare il nostro nosocomio.

Al contrario, Masci, primo cittadino di Pescara, ha visitato l’ospedale appena dopo la sua elezione, pretendendo seri e veloci miglioramenti. Le mortificanti ore di fila al pronto soccorso, a volte senza riuscire neppure a essere visitati, le fanno gli spoltoresi come i montesilvanesi e i pescaresi (per non parlare dei cittadini dell’ampia area metropolitana). Si tratta dell’ennesima testimonianza di quanto sia dannosa la frammentazione politica, che crea benefici solo alla casta dei politicanti locali, la tribù del gettone di presenza. I dati dell’Agenzia sanitaria regionale, incrociati con quelli di altre Agenzie grazie a un attento lavoro del dottor Antonio Ciofani della Consulta Dea di Secondo livello, evidenziano l’insufficienza delle risorse che arrivano a Pescara malgrado l’utenza da grande città.

Il pronto soccorso del nostro ospedale è il 13° d’Italia per frequentazione, con 97mila accessi all’anno. Sono 20mila in più di Ancona e 10mila in più del Sant’Orsola di Bologna. Eppure c’è un ritardo nel riconoscimento formale del Dea di Secondo livello e la conseguenza di questa classificazione si concretizza nelle risorse inadeguate che ci vengono assegnate.

Fa inorridire scoprire che il reparto di Oncologia si trovi in emergenza infermieri, così come fa salire la pressione arteriosa il degrado delle barelle lungo i corridoi, soprattutto se sono occupate da anziani indifesi. Del ritardo pescarese beneficiano, e lo diciamo senza appellarci al campanile, gli altri ospedali regionali, malgrado abbiamo dimensioni molto, molto più piccole: Chieti ha 35mila accessi in meno di Pescara, l’Aquila 53mila in meno e Teramo 54mila in meno.

Alla stregua di questi numeri, arrotondati per necessità discorsiva, non è perdonabile la melina che i due sindaci, con i loro sodali, stanno facendo da mesi e mesi per ritardare la Nuova Pescara, la cui data di nascita è il primo gennaio 2022. La Lega che fu di Bossi e ora è di Salvini è il partito che recita il ruolo peggiore, quello dell’infaticabile sabotatore. Ci si aspetta che la parte non distruttiva del centrodestra locale, da Sospiri (Forza Italia, ma ancora per quanto?) a Guerino Testa (Fratelli d’Italia) a Nicoletta Verì (Lega, sia pur da poco), si emancipi dal gioco antidemocratico imposto dalla Lega di Montesilvano e cominci a lavorare per costruire. Il garante della Legge sulla Nuova Pescara è il governatore d’Abruzzo Marco Marsilio (Fratelli d’Italia). A lui rivolgiamo l’appello di far rispettare il voto popolare espresso nel referendum di fusione, che ha visto il “Sì” vincere nei tre comuni. A lui l’Associazione Nuova Pescara chiede il rispetto dei termini previsti dalla Legge Regionale.

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