Macchine precipitose

Macchine precipitose

Un libro avvincente, ricco di storie, aneddoti, cammei e personaggi che hanno fatto la storia dell’automobilismo abruzzese e mondiale: «Macchine precipitose. Velocità in Abruzzo da Fangio a Trulli nel mito dell’eterna corsa in avanti» (Hatria edizioni, 242 pagine), è stato scritto dai giornalisti Francesco Santuccione, Paolo Martocchia, Paolo Smoglica, Giorgio D’Orazio, con immagini d’epoca centellinate che rivivono in un libro imperdibile.

Fili della velocità che si rincorrono e sorpassano nei decenni più ruggenti del secolo breve, dagli anni Venti della prima Coppa Acerbo fino all’ultima corsa su strada con il Gran Premio Pescara del 1957, senza dimenticare l’eredità più recente di questa vocazione automobilistica. Tutto ebbe inizio con la prima sede dell’ACI (1924) poi il marchese pilota Diego De Sterlich che salvò la Maserati dal fallimento, il “mito” Taraschi, il grandissimo Lulù Luigi Spinozzi, senza dimenticare l’abruzzese e argentino Fangio, nativo della provincia di Chieti. E poi ancora il principe Bira, Guy Moll, Tazio Nuvolari ed Enzo Ferrari, Sterling Moss e un giovane poeta come Roberto Roversi.

E poi ancora tanti nomi e fatti di un tempo andato, capacissimo però di rivivere in storie esaltanti come questa, un libro che lascia tornare con il pensiero a quei momenti in cui, come scriveva il Vate, «il furore gonfiò il petto dell’uomo chino sul volante della sua rossa macchina precipitosa, che correva l’antica strada romana con un rombo guerresco, simile al rullo d’un vasto tamburo metallico». Un libro che parla anche di attualità, con Trulli, Caldarelli, il “Cinghiale” Gabriele Tarquini, campione del mondo a 56 anni e il campione italiano di Formula 2 Riccardo Ponzio. Un libro che è già alla seconda edizione e che racconta di una regione con grandi potenzialità. Per questo è stato scritto: oggi più che mai, l’obiettivo è da tramandare ai posteri.

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