La natura va osservata e poi rispettata: l’energia delle onde

di Franco Viteleia (Num,Marzo 2019)

 

Siamo al nono appuntamento delle considerazioni su come funziona il sistema mare-spiaggia e su come l’uomo può intervenire per modificarne a suo beneficio i movimenti.

A proposito di mareggiate eccezionali, allo scopo di consentire di avere degli elementi di valutazione numerici di quello che avviene si riportano i dati rilevati dall’Ufficio Idrografico dello Stato durate una recente mareggiata verificatasi sulla costa di Pescara il 1° dicembre 1996 che ha completamente distrutto uno stabilimento balneare in un’area pur difesa da scogliere emerse.

Nel periodo compreso tra le ore 7 e le ore 14 del giorno 01.12.96 si sono sommati gli effetti della marea (livello massimo raggiunto pari ad un metro) e l’altezza significativa delle onde (livello massimo raggiunto 5,03 metri).

Allo scopo di segnalare l’eccezionalità dell’evento si precisa che, per altezza significativa delle onde per una mareggiata, si intende per convenzione l’altezza media del terzo delle onde più ampie verificatesi nel corso di una agitazione.

Pertanto si può calcolare che nella mareggiata di cui si parla vi siano state onde massime dell’ordine di 9 metri di altezza.

L’energia di un’onda è in parte cinetica, perché le particelle dell’acqua compiono un moto circolare, ed in parte potenziale per il dislivello esistente fra cresta e cavo.

Per un metro lineare di fronte di onda si ha:

 

W = peso di un metro cubo di acqua di mare pari a circa 1050 kg.

Come si vede l’energia di un’onda è proporzionale al quadrato dell’altezza, pertanto si può capire come l’altezza stessa incida in misura rilevante sull’energia in gioco.

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