YouTuber…mania

YouTuber…mania

di Simona Speziale

Montesilvano, centro commerciale, evento del mese: due YouTuber incontrano i fan per il firmacopia del “loro” libro.
Vendita del libro e quindi guadagno da una parte; emozioni, sentimenti e speranze dall’altra.

Non so se i ragazzi, oggi, siano più vittime del mondo reale o di quello virtuale. Le incomprensioni generazionali, la paura di affrontare i propri problemi rapportandosi con gli adulti li portano a crearsi dei miti che poi sono ragazzi come loro. Un tempo si era fan di cantanti, attori, oggi si è fan di ragazzi normalissimi che su youtube parlano un linguaggio familiare affrontando con la naturalità della loro età i problemi adolescenziali e che … hanno imparato a sfruttare la loro capacità comunicativa per trarne guadagno.

Gli YouTuber, che un tempo guadagnavano solo in base a follower e visualizzazioni, oggi vengono ingaggiati da società che li usano per pubblicizzare il proprio brand o per avere guadagni spesso spropositati proponendo gadget, libri e oggetti legati ai beniamini dei ragazzi.

Per via del mio lavoro nel mese di gennaio mi sono trovata di fronte a migliaia di cartelloni e regalini che le fan dei due YouTuber avevano preparato per loro. La prima cosa che mi è saltata all’occhio sono stati i cartelloni realizzati con cura: cartoncino bristol colorato, foto, porporina, cuoricini, che purtroppo non sono stati minimamente srotolati, come non sono stati considerati i regalini tipo peluche, cioccolatini, a differenza dei pacchetti di valore, gioielleria, orologeria ecc. che invece sono stati aperti in gran fretta senza ovviamente considerare il biglietto che li accompagnava.

Se la sera prima, vedendo l’enfasi di queste ragazzine, ero rimasta colpita positivamente, adesso iniziava a farsi strada in me la delusione. Percepivo tanta falsità e opportunismo. Allora ho iniziato a srotolare i cartelloni, bellissimi, pieni di dolcezza, di messaggi carini e ho pensato a quella ragazzina che la sera prima piangeva disperata nel corridoio solo perché aveva coronato il sogno di abbracciare, anche se freddamente, il suo “idolo”.

Poi è arrivato il turno delle lettere con frasi tipo “Quando guardo i vostri video è come se staccassi la spina dal mondo reale ed entrassi nel vostro” o “Sapete come rendermi felice, non ci è mai riuscito nessuno” oppure “Sapete rendere l’impossibile, possibile, siete gli unici che mi sosterranno sempre”. Ma come? Gli unici che mi sosterranno sempre? Affidare se stesse o la propria felicità a due persone per le quali sei solo un oggetto che porta soldi?

Leggendo queste lettere ho capito che qualcosa non va. I ragazzi hanno idealizzato questo fenomeno social tanto da voler emulare il percorso dei loro YouTuber preferiti, vorrebbero diventare ricchi, famosi e popolari, ma nessuno fa capire loro che tutto ciò che è immateriale non è concreto, mentre tornare alla realtà, affrontare la vita dà soddisfazioni, concrete e tangibili. Genitori più presenti e comprensivi potrebbero fare la differenza, avvicinarsi ai propri figli cercando di comprendere e parlare il loro linguaggio, dare loro sostegno, affrontare i loro problemi senza paragoni, senza farli sentire ridicoli, perché a volte per loro cose banalissime possono diventare un problema serio. Ben venga l’idolo, ma non per riempire le assenze, cercare felicità o sostegno, emulare un percorso fasullo che ha una durata marginale e che non lascia nulla di concreto.

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