LA LITOGRAFIA – LA SERIGRAFIA

LA LITOGRAFIA – LA SERIGRAFIA
di Tonino Bosica

Desidero in questo numero continuare e chiudere il discorso, aperto col numero precedente, sui multipli d’arte. Ho parlato della calcografia che è in definitiva il prodotto finito dell’incisione, di ogni sua variante, attraverso i vari passaggi di lavoro necessari. E ribadisco che l’incisione resta tra le stampe d’arte, la regina!
Dietro ogni tiratura fatta come operazione di mercato c’è sempre un gallerista-mercante o un editore-distributore. Se fatta seriamente, ogni foglio porta con sé una carta d’identità, la garanzia! Dove viene annotato il nome dell’autore, il nome dello stampatore, la tecnica di stampa, il numero di esemplari, l’anno di esecuzione, la carta utilizzata, la dimensione del foglio e del soggetto (immagine). Con firma in calce e dell’autore e del mercante. Gallerista o editore che sia. È tempo che ognuno prenda le proprie responsabilità. L’acquirente informato deve pretendere tutto questo. Ciò non vuol dire che una stampa, se non ha il certificato, non sia buona. È successo il contrario, la stampa pur accompagnata da certificato risultava fasulla. Chi non ricorda lo scandalo di una emittente privata del nord (chiusa dalla magistratura di Bari) che vendeva le fotolito di Michele Cascella a 1000 euro, mentre il valore commerciale era solo di 10?
Concludo invitando il lettore a guardare con un occhio diverso la stampa o le stampe che si ritrova a casa: a sua insaputa potrebbe anche custodire un capolavoro. Se ha intenzione di acquistarne altre, consiglio di affidarsi a un mercante conoscitore d’arte e soprattutto serio.
Perché l’arte è una cosa seria. Non voglio apparire presuntuoso, ma i mercanti che “sentono” e si “nutrono” d’arte sono pochissimi. In un arco di tempo che copre 50 anni, ne ho conosciuti solo quattro e due di questi se ne sono andati.
Nello spazio sottostante prenderò in esame la litografia e la serigrafia d’arte, altri due modi di fare multipli.

serigrafia materica di Francesco Nesi

LA LITOGRAFIA
La litografia, è un procedimento di stampa in piano. Nasce tra le mani del boemo Aloys Senefelder alla fine del ‘700. Come matrice viene utilizzata la pietra litografica, una pietra calcarea estratta in Baviera che viene tagliata a spessore da 6 a 12 cm. secondo il formato. Levigata e pulita, la superfice viene trattata con gomma arabica e acido nitrico per renderla leggermente porosa. Operazione questa per dare al tatto e alla stampa un aspetto vellutato. L’artista disegna la superficie così preparata con una matita grassa. Tutto il processo di stampa si basa sull’incompatibilità dell’acqua all’inchiostro come sostanza grassa. La pietra bagnata rifiuta l’inchiostro mentre si deposita sulla parte disegnata. Dopo l’inchiostratura fatta con un rullo di gomma, pressandola su un foglio di carta bianca con il torchio litografico, otteniamo la lito col disegno capovolto rispetto al disegno iniziale. Per una litografia a colori occorre preparare almeno quattro matrici. Bisogna ogni volta riportare il disegno sulla nuova matrice per andare a colorare le parti ancora bianche o volutamente da fare sovrapporre. In fase di stampa devono essere messe a registro. In Italia, come in altre parti d’Europa, si diffuse nei primi dell’800. Ma è nel ‘900 che ebbe grande sviluppo, dovuto forse all’interessamento di grandi artisti come Picasso, Chagall, Mirò e tanti altri. Altre matrici possibili per la litografia ci sono date dallo zinco e dall’alluminio, materiali preventivamente trattati che rimangono porosi. La lito su pietra resta comunque quella prediletta.

LA SERIGRAFIA
La serigrafia è una tecnica di stampa artistica che può essere eseguita su qualsiasi supporto con piano regolare. Ha origine antichissima, si pensa addirittura che fossero stati i Fenici a inventarla. Di certo intorno al ‘500 giapponesi e cinesi la utilizzavano per stampare i loro tessuti. Nell’800 venne importata in Francia e piano piano si diffuse per l’intera Europa. Per la serigrafia come la conosciamo noi bisogna aspettare i primi del ‘900. La tecnica, rielaborata dall’inglese Samuel Simon, fu immediatamente adottata dall’americano John Pilsworth per la stampa delle bandiere, e appena finita la grande guerra fu impiegata per la produzione dei cartelloni pubblicitari. Anche gli artisti ovviamente iniziarono a guardare questa nuova possibilità di espressione. Colori piatti, brillanti e margini netti. Famoso al mondo risulta il ritratto di Marylin Monroe eseguito in serigrafia da una foto, dall’artista pop Andy Warhol. Per la produzione è necessario un telaio con un tessuto di seta – oggi per lo più di nylon – posto in tensione. L’artista interviene sul tessuto chiudendo con apposite gelatine tutte le maglie che l’inchiostro, spinto da una spatola di gomma, non deve attraversare. Occorre un telaio per ogni colore e per una stampa di qualità si superano anche 30 passaggi! La serigrafia è l’unica stampa d’arte dove lo stampatore in sintonia con l’autore può intervenire con effetti speciali. L’utilizzo di inchiostri metallizzati, di inchiostri materici e di glitter serve a impreziosire ogni tipo di stampa. Infatti sul mercato ci sono a volte belle serigrafie ma pessimi quadri dello stesso autore. A fine lavoro, i telai lavati con appositi solventi possono essere recuperati e utilizzati di nuovo per immagini ovviamente della stessa dimensione.

Lascia un commento