Intervista all’ on. avv. Andrea Colletti

Andrea Colletti: “presentato un esposto per permessi concessi in modo particolare”

Intervistiamo il deputato del Movimento Cinque Stelle avv. Andrea Colletti, eletto nel collegio uninominale di Pescara, con l’intenzione di conoscere meglio i rappresentanti eletti dal nostro territorio e deputati a rappresentare le nostre istanze nelle sedi romane, e al contempo capire quale contributo possano offrire per lo sviluppo della città.

di Gianfranco Costantini

Buongiorno, avvocato Colletti. Lei, che è l’esponente di maggior rilievo eletto tra le fila del Movimento Cinque Stelle a Montesilvano, ha valutato la candidatura come primo cittadino?

Non sarebbe serio per me candidarmi come Sindaco di Montesilvano, in primis perché ho già una carica politica ed è corretto, per i miei principi, e per quelli del Movimento, che la porti a termine. E, pur vivendo a Montesilvano dal 2010 – ed avendo aperto qui solo dal luglio scorso uno studio legale e commerciale – ritengo che ci possano essere persone con più conoscenza del territorio e dei suoi abitanti.

Qualora il Movimento Cinque Stelle vinca alle prossime elezioni comunali, quali sarebbero i primi tre provvedimenti da prendere, secondo Lei?

Il programma del Movimento 5 Stelle non viene scelto dal suo deputato ma dal gruppo. Nel passato ci siamo occupati in primis delle problematiche del cosiddetto “sacco della città” perpetrato dalle amministrazioni precedenti che hanno fatto costruire dappertutto e in spregio alle norme. Continuare, come in parte già è stato fatto, sul tema rifiuti per incentivare la raccolta porta a porta puntuale e, soprattutto, costruire una identità turistica di Montesilvano insieme a Pescara per potersi vendere al meglio nel mercato internazionale del turismo.

Lei è uno dei deputati più produttivi che siedono tra i banchi della Camera: quali sono le istanze del territorio che ha raccolto e ha portato nelle sedi istituzionali?

R. Nei pochi mesi di governo mi sono impegnato in particolare per tutelare i presidi ospedalieri interni, soprattutto dell’Area Vestina. Da ora in avanti vorrò concentrarmi anche sulle questioni infrastrutturali, in particolar modo sulla circonvallazione Francavilla- Montesilvano e su come implementarla al meglio al fine di ridurre l’inquinamento nella nostra città. Sto lavorando su altri temi, ma preferisco non anticipare nulla e parlarne solo a risultati conseguiti.

Di recente grazie alle sollecitazioni dei consiglieri comunali del suo stesso movimento, sappiamo che è stato informato delle esagerazioni edilizie che in maniera sempre più spregiudicata compromettono il territorio di Montesilvano. Che idea si è fatto? Ha intrapreso qualche iniziativa?

Insieme ai miei Consiglieri abbiamo presentato un esposto su alcune costruzioni alle quali, secondo noi, sono state dati dei permessi un po’ particolari dal Comune. Attualmente siamo in fase di indagine da parte della Procura di Pescara, ma oramai la nostra città è già stata ampiamente danneggiata.

Nel mese di ottobre, durante un incontro con alcuni componenti della nostra redazione, si è affrontato il tema del completamento della circonvallazione che termina con la galleria I Pianacci e che dovrebbe proseguire verso Silvi. Ha dato seguito al suo proposito di sollecitare ANAS? Riesce ad identificare dei tempi entro i quali l’ente potrebbe elaborare un progetto?

Come scritto sopra, sono due le questioni inerenti la viabilità della circonvallazione. Da una parte il raddoppio della galleria, attualmente a una canna sia a Montesilvano che a Francavilla, e dall’altra la possibilità di collegamento con l’autostrada. Attraverso varie lettere già la scorsa legislatura ho sollecitato l’Anas a verificare la possibilità di collegamento e spero che prossimamente vi sia la possibilità di inserire tali opere nel piano triennale dell’Ente stesso.

Nei pressi della foce del fiume Saline è in fase di costruzione un ponte per collegare Montesilvano con la sponda angolana. L’opera soddisfa l’esigenza della mobilità ciclopedonale perché rientra nel progetto bike to coast e potrebbe essere destinato prevalentemente al transito di mezzi pubblici. Pare invece che l’opera sia destinata al traffico veicolare con il susseguente rischio di intasare il lungomare. Ha notizie in tal senso? Intende schierarsi sposando la prevalente destinazione d’uso sostenibile? Se sì, come?

Il gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle ha molto criticato l’Amministrazione comunale su questo punto. Il vero problema, come sempre, è che l’opera risulta essere parziale poiché mancherebbe ancora il collegamento del ponte sul fiume Piomba. La mobilità ciclopedonale, anche in una visione cicloturistica, è molto importante per la nostra Regione anche in termini di marketing turistico, sempre poco apprezzato, purtroppo, dalle nostre amministrazioni.

Montesilvano è da anni al centro della cronaca come una delle realtà più turbolente della regione: i reati sono così tanti e vari, il presidio del territorio così scarso che quando ci si rivolge alle forze dell’ordine oramai si può solo constatare il danno e per questo in molti sfiduciati omettono di denunciare, facendolo solo nei casi più clamorosi.Ha fatto qualcosa per sollecitare una maggiore presenza di uomini a presidio del territorio? Può in qualche modo interessarsi?

R. Il problema non è solo Montesilvano, e non solo di Montesilvano, bensì generale. Finalmente con la legge di bilancio aumentiamo le possibilità per lo Stato di investire in sicurezza aumentando il numero e la presenza delle Forze dell’Ordine. Montesilvano sta diventando a tappe forzate la seconda città d’Abruzzo e merita, finalmente, di essere trattata come tale. Inoltre, per la sicurezza della nostra città, il Comune già ora potrebbe partire con l’installazione di videocamere nei punti nevralgici e nei grandi assi viari.

Le elezioni regionali hanno portato un consigliere in più al Movimento, ma nonostante ciò si parla di sconfitta elettorale. Come valuta la vicenda?

Il problema non è il consigliere in più o in meno bensì che abbiamo pareggiato il risultato elettorale di cinque anni fa quando ci candidammo per la prima volta. Da sempre è la formula elettorale che non ci aiuta (avevamo 29 candidati contro 250 del centrosinistra) ma purtroppo siamo riusciti a comunicare pochissimo il grande lavoro svolto a livello governativo e parlamentare.

Nel corso di questi anni avete capito sulla vostra pelle che la politica è anche pragmatismo e compromesso, per questo molti tabù come le dirette streaming o le alleanze di governo sono cadute. Potrebbe cadere qualche altro tabù nei prossimi giorni o mesi, in vista delle elezioni europee?

Per il cosiddetto contratto di governo è il sistema elettorale che impone gli accordi. Era necessario dare discontinuità a questo paese e non rimetterlo nelle mani di Renzi e Berlusconi che hanno pensato solo ai loro affari. Bisogna e bisognerà sempre pensare non al bene del nostro movimento bensì al bene generale e agire in funzione di esso. Bisogna comprendere il reale e, perché no, adattarsi ad esso (come d’altro canto diceva Darwin) senza però perdere di vista i nostri principi e valori.

Il reddito di cittadinanza italiano potrebbe essere assimilato alla riforma Hartz tedesca: visto che se ne conoscono già i limiti, non sarebbe stato meglio estendere le misure previste dal governo Gentiloni?

Il REI previsto dal Governo Gentiloni ha fallito, ma soprattutto era una misura meramente assistenziale destinata a pochissime persone. La nostra riforma è invece di sistema. Da una parte vogliamo incentivare i consumi interni depressi da troppo tempo. Ciò permetterà, riattivando la domanda interna, un aumento anche delle offerte di lavoro nonché del Prodotto Interno Lordo. Dall’altra ricreiamo un circuito virtuoso tra centri per l’impiego, allo stato inutili e inutilizzati, imprese e cittadini che, in cambio del sussidio, avranno l’obbligo di formarsi e di cercare lavoro. Da ultimo, non meno importante, finalmente riduciamo la povertà, aiutando quei nuclei familiari che in questi anni sono lasciati a sé stessi. Questa manovra potrà essere sicuramente migliorata, ma intanto è un ottimo punto di partenza.

Il Sud Italia è il mercato di sbocco delle merci prodotte principalmente al Nord. Non crede che con il reddito di cittadinanza si alimenteranno gli acquisti di merci settentrionali, così da acuire gli squilibri economici e la forbice tra un meridione povero, disoccupato e sussidiato e un settentrione che per l’ennesima volta ne approfitta con maggiore occupazione, reddito e infrastrutture?

Per fortuna il reddito di cittadinanza non è l’unica misura in cantiere, ma soprattutto dovremmo smetterla di piangerci addosso come meridione. C’è chi vorrebbe un meridione povero e chi, come noi, lo vorrebbe prevedere rilanciato e orgoglioso di sé stesso. Questa misura è una scommessa verso tutte le persone di buona volontà, sia del sud che del nord Italia.

Presto in Parlamento si voterà per la maggiore autonomia delle regioni ricche del nord: non ritiene che la maggiore autonomia fiscale disarticoli ulteriormente il già precario e impari equilibrio economico italiano

Ritengo sbagliata l’Autonomia così come voluta da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, anche se non ritengo sbagliate in generale forme più approfondite di federalismo fiscale. Ci sono settori che dovrebbero essere (e anche ritornare) di competenza statale. Anzi, dovremmo modificare quell’obbrobrio di riforma costituzionale voluta nel 2001 da un centro-sinistra morente. Però se alcune regioni vogliono maggiore autonomia se ne prendano oltre che i benefici anche i relativi rischi. Auspico un ficcante dibattito parlamentare su questo tema.

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