Fondi europei vo’ cercando ricevuta via mail dal Dr. Antonio De Nigro

Fondi europei vo’ cercando

ricevuta via mail dal Dr. Antonio De Nigro

Quando il direttore del Sorpasso mi ha invitato cordialmente a scrivere un pezzo sull’utilizzo dei fondi europei in Abruzzo, mi son posto una semplice domanda: quali e quanti sono i casi di eccellenza amministrativa che possiamo raccontare? Pochi, purtroppo l’Abruzzo è tra le ultime regioni italiane, con una percentuale di utilizzo prossimo al 2 %.

Ai primi posti ci sono la Valle D’Aosta e la Toscana, con un utilizzo medio del 9,57 %, rispetto ad una media europea del 12,02 % (fonte IFEL fondazione Anci).

La percentuale di utilizzo è una sorta di cartina di tornasole della capacità e della efficienza della pubblica amministrazione.

Questo anche in considerazione del fatto che quando si avvicina la fine dell’anno bisogna rendicontare i target di spesa raggiunti, pena il disimpegno automatico delle risorse non spese.

Non voglio tediare i lettori con inutili, noiose argomentazioni di carattere tecnico, ma mi limiterò ad esporre alcuni principi di carattere generale.

I fondi europei rappresentano di fatto lo strumento per la pianificazione territoriale di un’area ovvero, regione, provincia, comune, e sono destinati a vari settori, dall’urbanistica, ai trasporti, ai settori produttivi.

Oggi un ente pubblico, per effettuare investimenti, non attiva fondi dal proprio bilancio, a meno che non si tratti di piccoli interventi.

La realizzazione, ad esempio, di una strada che attraversa più comuni, richiede un intervento di enti superiori, quali la regione, attore che realizza il progetto e ne veicola il relativo finanziamento.

Quindi, è necessario avere degli organismi interni alla pubblica amministrazione, o anche servirsi di società di consulenza esterne specializzate in tale attività, che partano dalla progettazione fino all’acquisizione del finanziamento.

Egregio Direttore, in sintesi il problema non è tecnico, ma politico, di classe dirigente lungimirante, capace di progettare a lungo termine e in una logica di sistema territoriale integrato.

Evidentemente pensare di vendere l’Abruzzo con le sagre e la chiusura del traffico sul lungomare è una esperienza utile, ma valida negli anni sessanta.

La risposta del direttore

Gentilissimo Dr. De Nigro,

la ringrazio della sua missiva e provo ad evitare di girare il coltello nella piaga riguardante la manifesta incapacità della nostra comunità ad organizzare una struttura capace di progettare e intercettare finanziamenti europei raccontando semplicemente i fatti. Abbiamo assistito nella legislatura corrente a ripetuti annunci di accordi con differenti enti. Li enumero di seguito con relativo link della rassegna stampa su portale istituzionale:

Ottobre 2015 – convenzione sottoscritta dai Comuni di Montesilvano, Giulianova, Martinsicuro, Montorio al Vomano, Mosciano Sant’Angelo e Torricella Sicura;

Aprile 2017 – adesione al Consorzio Punto Europa di Teramo;

Aprile 2018 – convenzione per l’Ufficio Europa Area Metropolitana con i comuni di Spoltore e Pescara;

Giugno 2018 – assessore Comardi a Bruxelles per lo sviluppo del territorio.

Appare evidente si sia scelto di perseverare a non lavorare in house appaltando a convenzioni con altri enti la possibilità di intercettare finanziamenti. La lunga sequela di convenzioni dimostra non essere efficace la scelta di non acquisire le competenze necessarie per procedere direttamente alla definizione della progettualità necessaria per ambire ad intercettare le risorse dei fondi europei.

Forse è il caso investire in competenze? Oppure l’unica speranza rimane la fusione nella Nuova Pescara?

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