La natura va osservata e poi rispettata: l’intervento dell’uomo

di Franco Viteleia (Num. Novembre 2018)

Siamo al quinto appuntamento delle considerazioni su come funziona il sistema mare-spiaggia, e su come l’uomo può intervenire per modificarne a suo beneficio i movimenti.

Gli interventi antropici hanno negativamente condizionato l’equilibrio dei litorali interessando, sia direttamente le aree costiere, sia le aree montane e collinari ed in particolare le aste fluviali.

Fra gli interventi che hanno interessato direttamente la costa, particolarmente grave ai fini della conservazione dei litorali, la distruzione delle dune per ricavarne sabbia da costruzione o per sostituirle con passeggiate a mare, villette ed enormi stabilimenti balneari privando così la spiaggia di una difesa ed esponendo questi insediamenti alla costante minaccia dell’erosione.

Bisogna infatti ricordare che anche una spiaggia stabile vive in un equilibrio dinamico nel quale arretramenti ed avanzamenti della linea di riva di qualche decina di metri possono aver luogo anche in tempi brevi.

Se al posto della duna il mare trova delle costruzioni, siano essi edifici, cabine o muri di protezione di rilevati stradali, l’equilibrio è compromesso e può non stabilirsi più la situazione iniziale, ma anzi l’onda riflessa sulle pareti rigide contribuisce ulteriormente all’erosione della spiaggia.

Una volta saturata di edifici la fascia più vicina al mare, è iniziata la distruzione di quel delicato mondo presente alle spalle delle dune, con gli stagni costieri e le pinete.

I primi sono stati prosciugati causando così la perdita di un ambiente ricchissimo di specie vegetali ed animali, le seconde sono state recintate, diradate e private del sottobosco.

Questa invasione delle nostre coste, con mania della casa in prima fila e la ricerca di un ambiente sempre più artificiale in cui passare il tempo libero, ha creato lo squilibrio della fascia costiera.

Un esempio di grave manomissione dell’area costiera è accaduto con la realizzazione a suo tempo della strada litoranea a Montesilvano, troppo vicina alla linea di riva con un tratto che si protende verso il mare quasi a formare una cuspide.

In quest’area si sono evidenziati a suo tempo rilevanti fenomeni erosivi che hanno interessato la strada litoranea, determinando la necessità di realizzazione di difese radenti disponendo scogli alla rinfusa in aderenza alla strada stessa.

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