Nicolino Casale: “Fototrappole e segnala l’incivile deterrenti per abbandoni rifiuti in strada”

 

 

L’abbandono dei rifiuti in strada e la sicurezza stradale sono due temi particolarmente caldi, in questo momento, per la città di Montesilvano. Costituiscono entrambi due grandi emergenze che si sta cercando di affrontare e arginare grazie al lavoro svolto dagli uomini della Polizia Municipale e a delle misure, a volte controverse, come fototrappole, auto Speed Scout e installazione di dispositivi PhotoRed.

È per questo che siamo tornati dal Comandante della Polizia Municipale, Nicolino Casale, e abbiamo ascoltato il suo parere in merito a fototrappole, PhotoRed e Speed Scout.

Ecco cosa ci ha detto.

 

di Maria Letizia Santomo

 

Comandante Casale, facciamo un po’ il punto della situazione sulla piaga dell’abbandono in strada dei rifiuti, soprattutto di quelli ingombranti, e sull’installazione delle cosiddette fototrappole. Sono state effettivamente d’aiuto per rintracciare e sanzionare i trasgressori o anche solo come deterrente per scoraggiare i possibili incivili intenzionati ad abbandonare un rifiuto ingombrante in strada?

Sì, da qualche tempo stiamo utilizzando le fototrappole che stanno dando risultati che definirei lusinghieri. L’effetto deterrenza c’è sicuramente stato e lo conferma il fatto che gli abbandoni si stanno riducendo, però devo anche dire che a volte i dispositivi tecnologici delle fototrappole vengono danneggiati, se non addirittura rubati, e vanno in quei casi sostituiti. Inoltre, la mole di lavoro che le fototrappole arrecano ai miei uomini è enorme e molto impegnativa, poiché una fototrappola si attiva anche se qualcuno vi transita davanti e scatta quindi foto anche a chi non si sta rendendo responsabile di nessuna trasgressione. Spesso i miei colleghi per riuscire a elevare 2-3 contravvenzioni devono pazientemente visionare qualcosa come 4-5000 fotografie, escludendo sia quelle in cui compaiono persone che non stanno compiendo un illecito, sia quelle in cui il trasgressore non è identificabile perché, per esempio, non si vede bene il numero di targa della macchina dalla quale è sceso. A tutto ciò si aggiunge purtroppo il problema della carenza di organico che avevo già segnalato nella precedente intervista. Noi ce la mettiamo tutta, ma attualmente il Corpo è composto da circa la metà degli uomini di cui dovrebbe effettivamente comporsi. Nonostante ciò, cerchiamo di essere molto attivi anche su questo fronte e svolgiamo il lavoro di indagine e controllo con grande impegno e passione, perché tenere la città pulita è interesse di tutti e noi ci teniamo a garantire il rispetto delle regole.

 

Come si arriva all’installazione di una fototrappola? Chi decide, e secondo che criterio, di installarle? Le criticità vi vengono segnalate anche dai cittadini stessi?

Certo! Quando ci arriva dai cittadini o dall’amministrazione la segnalazione di una criticità, ci attiviamo subito con dei sopralluoghi volti a valutare la fattibilità dell’installazione della fototrappola e, se la cosa risulta fattibile, la piazziamo il prima possibile.

 

Da un paio di mesi è invece attivo un nuovo servizio di segnalazione tramite whatsapp, attraverso il quale i cittadini possono inoltrare foto di rifiuti abbandonati o di persone che li stanno abbandonando. Ce ne parli.

Sì, questo nuovo servizio si aggiunge alle fototrappole nel contrasto all’inciviltà di coloro che abbandonano indebitamente rifiuti e stiamo già operando in questo senso sulla base delle fotografie ricevute fino ad adesso. Diciamo che i cittadini ci stanno inviando soprattutto foto di rifiuti abbandonati, più che di persone che stanno abbandonando. Quando riceviamo queste foto su whatsapp, noi andiamo sul posto dell’abbandono segnalato e cerchiamo di risalire al trasgressore. Non è sempre facile, perché alcuni rifiuti non ci dicono nulla su chi può averli lasciati lì, ma a volte, se si rinvengono ad esempio dei documenti, riusciamo a risalire al nome dell’incivile. Il lavoro di indagine lo svolgiamo sempre, ma se dal rifiuto abbandonato non si riesce a risalire alla persona o se la foto inoltrata dal cittadino mostra un numero di targa non leggibile, per noi tutto diventa più difficile.

 

Su questo servizio “Segnala l’incivile”, però, i commenti sono stati abbastanza discordanti tra chi lo ritiene un valido strumento di contrasto al problema e chi invece pensa che non sia giusto delegare al cittadino i compiti di controllo che spetterebbero all’amministrazione e alle autorità, trasformando il cittadino stesso in una sorta di “delatore”. Lei, da appartenente a un corpo di polizia, che cosa pensa al riguardo?

No, io non lo dico da uomo delle forze dell’ordine, lo dico da cittadino: chi abbandona un rifiuto per strada è uno scostumato e se io vedo una persona che fa una scostumatezza come cittadino mi sento offeso e danneggiato perché quella persona sta sporcando casa mia, la città in cui sia io che lui viviamo. Abbandonare rifiuti è come mettere un sacchetto di spazzatura nel salotto di casa. E d’altronde l’omertà, in questo caso come in altri, non paga mai e danneggia la collettività.

 

Sull’omertà come scelta abietta siamo senz’altro d’accordo, però glielo chiedevo perché, le dico la verità, se io vedessi una persona che abbandona dei rifiuti, pur ritenendo deprecabile ciò che sta facendo, credo che mi farei degli scrupoli a fotografarla e segnalarla. Mi sentirei un po’ una “spia”. Inoltre il mio timore è che, di questi tempi e in questo clima di tensione e di “tutti contro tutti”, uno strumento simile possa fomentare la recente tendenza a denunciare pubblicamente a mezzo social, esponendo i trasgressori alla gogna mediatica.

Certo è che dipende anche dall’entità dell’illecito perché un conto è buttare un sacchetto di spazzatura fuori orario, altro invece è abbandonare della sporcizia per strada. Nel secondo caso io lo scrupolo non me lo faccio, né come cittadino né come appartenente alle forze dell’ordine. E’ ovvio che poi il servizio va usato e non se ne deve abusare, ogni segnalazione va vagliata caso per caso perché, ripeto, l’entità dell’abbandono di un sacchettino fuori orario, che la mattina dopo non c’è più, è diversa dall’entità di casi più gravi. Noi queste valutazioni le facciamo e interveniamo laddove c’è la necessità e la possibilità di intervenire. Io il pericolo che vede lei per ora non lo vedo e ritengo che “Segnala l’incvile” stia funzionando come deterrente perché il cittadino sa che se si comporta male può essere immortalato e segnalato e magari ci pensa due volte prima di fare ciò che aveva intenzione di fare.

 

Cambiamo argomento e parliamo delle misure che l’amministrazione ha preso per cercare di rendere più sicure le strade della nostra città. L’ultima arrivata è l’auto Speed Scout. Che ci dice in merito?

Le dico che intanto è un esperimento che volge al termine perché è un mezzo affittato al costo di circa cinquemila euro per quindici uscite e che ci è stato utile poiché ci ha aiutato a svolgere controlli su tre infrazioni: mancato rispetto dei limiti di velocità, circolazione senza assicurazione e circolazione senza revisione. Sull’assicurazione però vorrei aprire una parentesi importante: noi registriamo un 7/8% di automobilisti che viaggiano senza assicurazione. Il problema è che delle contravvenzioni elevate per mancanza di assicurazione, vengono pagate solo il 6/7% ed è difficile il recupero di quelle somme, poiché, nella quasi totalità dei casi, chi non paga l’assicurazione lo fa perché non ha la possibilità economica di farlo. È comunque previsto il sequestro del mezzo che pertanto non può più circolare, ma che comunque viene assegnato in custodia al proprietario, qualora quest’ultimo non abbia precedenti penali.

 

Ma quest’auto Speed Scout è riconoscibile dall’automobilista?

Assolutamente sì, è contrassegnata dalla scritta Polizia Locale e ha anche un display luminoso che avverte che si sta effettuando il controllo elettronico della circolazione, per cui per gli automobilisti è più che riconoscibile.

 

Si vocifera che siano circa 1300 le contravvenzioni elevate grazie alla Speed Scout in sole due settimane, lei conferma o smentisce questo dato?

Entrambe le cose: confermo e smentisco, perché è vero che sono 1300 le infrazioni rilevate dalla macchina, ma è anche vero che vanno poi validate dagli agenti che esaminano i dati scaricati. Attualmente i colleghi che si stanno occupando di questo controllo mi hanno segnalato un 30/35% circa di rilevazioni non valide perché l’infrazione è dubbia o perché non si legge bene il numero di targa del trasgressore. La contestazione non avviene subito perché effettuata da un veicolo marciante, in una fase dinamica.

 

E arriviamo invece agli altrettanto temuti PhotoRed, attualmente installati sulla Nazionale (angolo via Adige), su Via Chiarini e su Via Vestina. L’impressione che si ha, leggendo mail e commenti dei lettori, è che ci sia molta paura nell’approcciarsi ai semafori coperti da PhotoRed e che molti ritengano questi semafori addirittura meno sicuri rispetto a prima, perché si pensa che possano causare tamponamenti. Lei ha, dati alla mano, la certezza che questo strumento abbia reso quegli incroci più sicuri?

Guardi, io l’ho detto anche nella precedente intervista al vostro giornale e questo è un dato certo: al semaforo di Via Adige abbiamo azzerato gli incidenti. Prima dell’installazione dei PhotoRed al semaforo di Via Adige avevamo avuto un incidente mortale e diversi incidenti con prognosi importanti, da quando c’è il PhotoRed nessuno, se non qualche micro tamponamento. Credo che ci sia una psicosi dovuta alla poca conoscenza del meccanismo del PhotoRed e colgo quindi l’occasione per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio: il PhotoRed sanziona solo chi passa col rosso, non quelli che passano col giallo.

 

Benissimo, ma converrà con me che dipende anche da quanto dura il giallo.

Il giallo lì dura quattro secondi. Uno studio del CNR ci dice che, all’interno dell’abitato, considerando una velocità di 50km/h, il giallo dovrebbe durare tre secondi per permettere agli automobilisti di reagire ed eventualmente arrestarsi in sicurezza. Il giallo del semaforo di Via Adige dura un secondo in più di quello che ci dice il CNR. Inoltre, a 40 km/h in 4 secondi si percorrono circa 46 metri, quindi, se io sono a 50 metri e vedo il semaforo diventare giallo, non devo accelerare sperando di riuscire a passare prima che scatti il rosso, ma devo rallentare e fermarmi. Questo ce lo insegnano anche a scuola guida!

Anche i PhotoRed installati presso i semafori di Via Vestina e Via Chiarini fanno registrare la stessa diminuzione di incidenti?

Sul semaforo di Via Adige abbiamo dati raccolti in due anni di esperienza, le installazioni di Via Chiarini e Via Vestina sono ancora troppo recenti per fornire dati statistici attendibili.

 

Infine, immagino che lei sappia che il semaforo di Via Chiarini, angolo Via Fonte dell’Abbazia, posto sotto controllo del Photored, di notte fa le bizze e passa in maniera rapidissima e irrazionale dal rosso al verde al giallo e poi di nuovo al rosso? Oltre all’evidente pericolo per la sicurezza della circolazione, gli automobilisti sono disorientati e hanno paura di incappare in sanzioni che considererebbero ingiuste. Come possiamo rassicurarli?

Per quanto riguarda il timore di essere multati, gli automobilisti devono stare tranquilli perché lì di notte il Photored non funziona, smette di funzionare alle 23:00. Per quanto concerne invece il problema della sicurezza, posso dire che abbiamo segnalato a chi di dovere il malfunzionamento e siamo anche noi in attesa che il semaforo venga riparato. La riparazione non dipende da noi.

 

Per ora credo sia tutto. Grazie dei chiarimenti, Comandante.

Mi permette di aggiungere una cosa a cui tengo molto? Lunedì scorso (12 Novembre) si è svolta l’undicesima edizione del Premio Nassirya e il Comune ha ritenuto di premiare anche la Polizia Municipale per il lavoro svolto nel contrasto al commercio abusivo sulla spiaggia durante la stagione estiva. Voglio perciò ringraziare tutti i miei colleghi per l’altissimo spirito di servizio dimostrato.

 

Segnaliamo  intervista all’ assessore per i rifiuti https://ilsorpassomts.com/2018/12/09/paolo-cilli-conferimento-rifiuti

 

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