L’abruzzese fuori sede

L’Abruzzese fuori sede

di Adele Recubini

Gino è il creatore della pagina facebook “L’abruzzese fuori sede “, lo abbiamo intervistato per conoscere meglio lui e la sua attività sul web.

D. Chi sei? Cosa fai nella vita?

R. Mi chiamo Gino, ho 26 anni, e sto completando la magistrale in lettere a Bologna (ho una laurea triennale conseguita a Roma). Studio, quindi… saltuariamente. Scrivo inoltre per un giornale locale (Il Martino Quotidiano Marche e Abruzzo) e sono quasi giornalista pubblicista (ho fatto il praticantato di due anni retribuito; ho seguito un corso apposito a Teramo… ma non me la sono ancora sentita di “pagare” il tesserino).

D. Perché hai creato la pagina facebook L’abruzzese fuori sede?

R. La pagina L’abruzzese fuori sede nasce per caso quando mi trovavo a Roma. Tendenzialmente insonne, passavo lunghe notti a vedere film e a scorrere la bacheca di facebook. All’epoca, 2014, andava molto di moda fra i miei “amici marchigiani” la pagina Il Marchigiano fuori sede (oggi defunta, credo..). Mi dissi: “Se esiste il marchigiano fuori sede, deve esistere pure L’abruzzese fuori sede. Così creai la pagina, senza particolari motivazioni etiche o poetiche, come vedi.

D. Hai lavorato solo tu alla creazione della pagina o hai degli admin che ti aiutano?

R. Solo io, ho sempre rifiutato collaborazioni di qualunque tipo. La copertina attuale della pagina è realizzata dalla mia ragazza, valida esperta di photoshop.

D. Nella scelta dei post e nelle cose che dici sei influenzato dai tuoi followers?

R. Sono molto influenzato da coloro che mi “seguono”. Io ho una discreta conoscenza del Pescarese e del Teramano, ma oltre non posso andare con precisione. Infinite volte ho preso spunti dai commenti per ampliare la mia “abruzzesità” e per creare post più interessanti per tutti. Senza i “commentatori” la pagina non esisterebbe più da tempo.

D. Essendo una pagina di intrattenimento ti pesa dover postare cose ogni giorno o quasi? Hai mai pensato di farlo diventare un lavoro?

R. Non mi pesa “creare” post ogni giorno perché non mi sento obbligato a farlo. Fra il 2015 e il 2016 la pagina è stata praticamente ferma. Quando leggo notizie “fregne” o mi viene in mente qualche mattità che penso possa piacere la pubblico senza pormi troppi problemi e senza programmare nulla. Inoltre ricevo veramente “na freca” di foto, messaggi e storie ogni giorno; ricondividerle con “il mio stile” è molto semplice. Non ho mai pensato di rendere la pagina un lavoro: tra l’altro, non vedo come si possa fare. Facebook non paga nulla e io non faccio pubblicità, se non indirettamente. Ho rifiutato più volte proposte – anche interessanti – per non iniziare a “spammare” sulla pagina. Ho un sito internet però, con delle inserzioni di google che mi hanno reso, fino ad oggi, circa 20 euro… in un anno. Si sta pensando anche a delle magliette ma mi pare “na cafonata”. Vedremo…

D. Hai mai sentito il blocco dello scrittore?

R. Spesso. In effetti molti post sono di maniera, con idee trite e ritrite. I post più ispirati sono quelli che poi hanno maggiore successo; quando scrivo “costretto” si vede. Non è facile inventarsi nuove mattità ogni giorno.

D. Alle volte ti senti due persone, il te reale e il te della pagina: chi è più simpatico?

R. Non è che mi sento “due persone”, sono due persone. Il me reale non c’azzecca niente con il me della pagina. Nella vita reale faccio fatica anche a salutare, non parlo con chi non conosco, ho pochi amici e non ne cerco altri. Sulla pagina sono un compagnone, dico e scrivo cose che non direi mai nella realtà: per quello preferisco non espormi personalmente, per poter mantenere le due cose separate.

D. Conosci nei dettagli il dialetto abruzzese? Se sì, chi te lo ha insegnato?

R. Be’, il dialetto abruzzese non esiste, è impossibile conoscerlo. Esistono varie sfumature del dialetto in Abruzzo, con due ceppi principali: quello meridionale (quasi tutto l’Abruzzo) e quello mediano (l’aquilano). Io da sempre in casa parlo in dialetto, e il dialetto vecchio di Martinsicuro è praticamente teramano puro. Inoltre, essendo mia madre originaria del pescarese, ho sempre masticato anche molte parole di quella zona. Negli ultimi tempi, grazie alla pagina e ad alcuni amici, posso dire di conoscere “bene” il dialetto costiero sia teramano che pescarese, che è quello che poi uso sulla pagina. Con la zona chietina me la cavo (mi ha aiutato anche la passione per Modesto Della Porta, poeta straordinario di Guardiagrele, paese in cui vado spesso); con l’aquilano e il marsicano molto meno.

D. I tuoi post sono sì ironici ma anche acuti e intelligenti: oltre all’Abruzzo e alla sua gente a cosa ti ispiri?

R. Mi ispiro a quello che vedo e a quello che faccio. Amo girare per l’Abruzzo – ovviamente in incognito – e visitare tutti i paesini, le contrade, le frazioni. Ho un certo feticismo per le frazioni, lo ammetto. Molte domeniche le passo in giro dalla Costa dei Trabocchi al Gran Sasso, passando ovviamente per l’amata Majella (che si vede pure dal mio paese, attenzione!). Sono stato ad Azzinano su cui ho fatto il post; sono stato a Vasto (svariate volte) e ne ho fatto vari post, ecc. ecc. Per il resto mi informo sui giornali e cerco di ricavare “abruzzesità” dalla notizie, che è un po’ la cosa che più piace della pagina, credo. Poi c’è la ricerca mattutina del “nato del giorno”, con conseguente scavo nell’albero genealogico dell’eventuale nato famoso, che è ormai un must.

D. Cosa ti risulta più difficile nella gestione della pagina (a parte la gestione giornaliera)?

R. Mi risulta difficile confrontarmi con chi non capisce e con chi cerca la polemica a tutti costi. Il 90% dei miei post sono ironici, ma credo che la percentuale di “seguaci” ironici sia molto più bassa… e allora si creano polemiche inutili. Non sono in grado di offendere nessuno e tutto ciò che scrivo è scritto in buona fede: quando ciò non viene compreso vado sinceramente in difficoltà.

D. Che tipo di pubblico hai?

R. Ho un pubblico (ma davvero “ho un pubblico”?) variegato che comprende tutte le fasce d’età, e cerco di accontentare tutti. Ci sono post per i giovani e ci sono post che possono esseri compresi solo dalla commare di 80 anni. Credo sia bello, e giusto, così.

D. Tu descrivi un Abruzzo legato alla semplicità e alla veridicità della nostra gente; tre cose che non ti piacciono degli abruzzesi?

R. 1) Non mi piace chi si vanta e chi è cafone (non nel senso di Silone).

2)Non mi piacciono gli ignoranti, “na freca”, che però vogliono parlare come se sapessero.

3)Non mi piace chi schifa l’Abruzzo a prescindere, senza conoscerlo o soltanto perché crede di conoscerlo troppo bene.

D. 50 anni fa si emigrava per trovare lavoro al nord. La situazione attualmente non è molto cambiata: quale pensi sia il problema?
R. Non credo esista un problema abruzzese sull’emigrazione; esiste un problema nazionale, ben noto, che di certo non devo descrivere io. L’Italia è un paese difficile e a volte per uscire dalle difficoltà bisogna al

lontanarsene. Conosco tantissimi ragazzi e ragazze che dall’estero mi dicono di voler tornare in Abruzzo, che qua è tutto un altro mondo, non ci sta paragone… ma non possono farlo perché non c’è lavoro. Io, sinceramente, la soluzione non ce l’ho; posso soltanto far sentire meno soli gli abruzzesi all’estero, come mi scrivono in tanti.

D. Vorresti tornare in Abruzzo? Se tornassi in Abruzzo quale parte del nord o delle tue esperienze fuori regione porteresti con te per migliorare la nostra regione?

R. Credo che il nome della pagina ormai sia fuorviante, perché è vero che studio ancora a Bologna, ma la maggior parte del mio tempo lo passo in Abruzzo. I veri abruzzesi fuori sede sono altri. Non porterei nulla del Nord in Abruzzo; a me piace così e una volta finita l’università vorrei vivere qui, senza “toscere”.

D. Conosci la realtà di Montesilvano? Cosa ne pensi?

Mio zio – quello di Francavilla – quando ero piccolo viveva a Montesilvano, appena dopo il ponte sul Saline, affianco al grosso cinema “Warner Bros”, che adesso credo abbia cambiato nome e lo visitavo spesso. Ricordo giornate intere passate dentro quel cinema (all’epoca non ti cacciavano, o almeno, così si usava a Montesilvano) e nella zona, fino al lungomare. A me piaceva Montesilvano perché assomigliava al mio paese, ma era più grande. Da “adulto” ci sono tornato spesso ma non posso dire di conoscerla; sicuramente meno di Pescara. Ci sono molto legato, inoltre, per il film La guerra degli Antò: il più bel film mai girato in Abruzzo.

D. Qual è stato il post che ti ha soddisfatto di più?

R. Tanti post, ormai troppi anche da ricordare. Quello su Di Francesco dopo la vittoria della Roma sul Barcellona in Champions che fece 15mila like; “I 10 motivi per visitare l’Abruzzo” che fecero migliaia di condivisioni e vennero “frecati” in tutta la regione… . Poi ovviamente il post sulla coperta abruzzese, per il quale venni contattato sia dallo stesso Merlino che da una giornalista RAI che andò a Taranta Peligna per un servizio sul TG3 nazionale (in cui citò anche la pagina). Il post sul ragazzo di Sulmona che stava facendo uno sciopero della fame per la chiusura della strada del suo ristorante, che divenne virale e fu commentato personalmente da D’Alfonso… . E tanti altri. Mi sto basando sui “like” e sulla viralità per risponderti, ma in realtà a me interessa poco il successo di un post: quelli che davvero mi soddisfano sono solo quelli che scrivo io al 100%, con il mio stile e la mia ironia, divertendomi nel farlo.

D. L’espressione dialettale che preferisci?

R. Sono moralmente costretto a risponderti: “S’ha fatt notte e lu porch n’arvè”. Ma, nel mio cuore, l’espressione dialettale che preferisco è quella che mi diceva sempre mia nonna, bonanima: “M’arcummanne”.

D. Tendenzialmente non prendi posizione, per esempio nel post su Marchionne; ti fanno più paura gli hater o la cocciatoshta di un lavoratore della val di sangro, o entrambi?

R. Non è vero che non prendo posizioni; non lo faccio direttamente (non posso farlo essendo una pagina ironica per tutti gli abruzzesi) ma per chi sa leggere fra le righe credo che molte mie posizioni siano chiare. Su Marchionne, nello specifico, non conoscendolo bene nemmeno nel suo lato pubblico, ho pensato che fosse giusto ricordarlo semplicemente come un abruzzese fuori sede celebre e importante nel mondo, senza inutili giudizi personali, come #semBrefatto. Niente meno e niente più.

D. Quanta “Fontamara” c’è in Abruzzo?

R. Andatelo a chiedere al mio amico Enzo Di Natale, sindaco di Aielli, che ha fatto scrivere su un muro l’intero romanzo di Silone. Grazie a Silone ho scoperto la Marsica, e grazie ai marsicani ho scoperto l’importanza, la storia e la bellezza della Marsica, che non conoscevo. Ma “Fontamara” non è solo la Marsica, è tutto l’Abruzzo ed è tutto il Sud Italia… ancora oggi, in forme diverse dal passato ma palesi. Io, per quel che vale, mi sono sentito sempre più dalla parte dei cafoni che da quella del Principe Torlonia.

“Torna a casa”( Lu porc n’arvè) Maneskin feat. L’abruzzese fuori sede… 

 

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