Progetto per l’istituzione del Parco artistico-culturale del “Cenacolo di Francavilla”

Progetto per l’istituzione del Parco artistico-culturale del “Cenacolo di Francavilla”

Docenti: Angelo Pompei – Paolo De Carolis –Marco Della Valle – Classi V A Tur. – V B Tur.

Pubblichiamo la sesta parte della proposta dell’Istituto “Alessandrini” per un progetto di alternanza scuola lavoro con lo scopo di istituire un parco culturale del “Cenacolo di Francavilla”. Di seguito le schede dei fondatori.

(.. segue dal numero di maggio 2018)

Gennaro Finamore

Gennaro Finamore (Gessopalena, 11 agosto 1836 – Lanciano, 9 luglio 1923) fu un medico, glottologo e antropologo italiano. Laureato a Napoli in medicina nel 1865, esercitò la professione medica a Lanciano per una quindicina d’anni. Sposò nel 1891 la poetessa di Perugia Rosmunda Tomei, che insegnava letteratura italiana alla Scuola Normale Fonseca-Pimentel di Napoli. Interessato alla demologia durante gli anni napoletani, dove frequentava tra gli altri gli abruzzesi Silvio e Bertrando Spaventa e i pittori Palizzi, fu autore del Vocabolario dell’uso abruzzese (Carabba, Lanciano, 1880), importante documento scientifico redatto nella parlata della natia Gessopalena, recensito dal grande folklorista siciliano Giuseppe Pitrè e poi da vari studiosi francesi, belgi, americani e tedeschi. Grazie alla relazione su quest’opera del filologo Francesco D’Ovidio, fu nominato nel 1895 docente ad honorem di lettere al ginnasio-liceo di Lanciano. Altre opere di Finamore sono Canti popolari di Gessopalena (1865) e Tradizioni popolari abruzzesi (1882).

Nicola D’Antino

Allievo e amico di Francesco Paolo Michetti, nel “Cenacolo” del Convento di Francavilla al Mare, che dal suo maestro prese il nome, incontrò Francesco Paolo Tosti e Basilio Cascella. Il suo stile oscilla tra il veristico ed il liberty. Studente presso l’“Accademia di belle arti” di Roma, espose in Italia e in Inghilterra studiando il ruolo architettonico e urbanistico della scultura. Si formò artisticamente tra Roma e Napoli, ma operò principalmente in Abruzzo, specialmente nel capoluogo dove realizzò la celebre Fontana luminosa. Venne insignito del titolo di Grande Ufficiale della Corona d’Italia ed ebbe tra i suoi estimatori il conterraneo Gabriele d’Annunzio.

Vittorio Pepe

Nato nel 1863 da una famiglia benestante della vecchia Pescara, Vittorio Pepe fu coetaneo e compagno d’infanzia di d’Annunzio. A darci notizie del periodo dei suoi studi e della sua prima attività artistica fu proprio il poeta e amico Gabriele d’Annunzio. Da lui sappiamo che l’attività di quegli anni giovanili portò Pepe a comporre una berceuse (ninnananna) per voce di contralto e pianoforte, la Gavotta del re Luigi di Baviera, sei rondeaux per contralto e pianoforte, alcune sinfonie e sonate per pianoforte. Per necessità cominciò a limitare la sua attività di compositore e di concertista per dedicarsi all’insegnamento di armonia, pianoforte, composizione e contrappunto sia a Francavilla che a Chieti. Al 1943 risale l’ultima composizione che rappresenta il suo testamento musicale: Julia, una marcia militare. Morì sotto il bombardamento dell’8 dicembre 1943.

Alfonso Muzii

Nasce nel 1856 a Castellammare Adriatico figlio di Michele e di Eleonora Longo marchesa di Vinchiaturo. Tra il 1882 e il 1884 completò alcune importanti opere: Giovine mendicante, Gessaiuolo di Manoppello, Spaccalegna, Mungià. Frequentò al contempo il “Cenacolo” di Francesco Paolo Michetti a Francavilla. D’annunzio così lo ricorda nell’articolo I nostri Artisti. Alfonso Muzii, comparso sulla “Tribuna” dell’aprile 1887: “… spesso veniva dalla prossima Castellammare un giovine artista, brunozzo, dalla faccia rotonda e tutta rasa come quella di un chierico, dai capelli crespi e folti, robusto e vivace, che somigliava assai nelle fattezze a quel tal Diotisalvi di Nerone, cospiratore fiorentino del quindicesimo secolo, scolpito da Mino fiesolano…” .

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