Quali rischi identificati sul Piano di Emergenza?

Quali rischi identificati sul Piano di Emergenza?

Il Piano di Emergenza Comunale, aggiornato dall’ing. Gianfranco Niccolò nel giugno 2015, consultabile sul sito web del Comune, identifica i rischi e le modalità di reazione agli stessi in caso dell’avverarsi degli eventi emergenziali. Cerchiamo di riportare di seguito una descrizione dello stesso per diffonderne nella modalità più comprensibile possibile il contenuto, assolvendo a uno degli obiettivi del Piano.

Il Piano è stato aggiornato in seguito alla emissione delle Linee Guida per i Piani Comunali ed intercomunali di emergenza approvate dalla Regione Abruzzo con D.G.R. n. 19 del 13 gennaio 2015.

Le indicazioni riportate sul Piano risultano allineate con gli indirizzi operativi definiti a livello nazionale dal Dipartimento della Protezione Civile per tutte le Regioni italiane.

Il Piano di Emergenza sia di livello comunale che intercomunale rappresenta l’insieme delle procedure d’intervento da attuare al verificarsi di un evento emergenziale, garantendo il coordinamento delle strutture chiamate a gestire l’emergenza.

Il Piano di Emergenza definisce le principali azioni da svolgere e i soggetti da coinvolgere al verificarsi di un evento emergenziale, e riporta il flusso delle informazioni che devono essere garantite tra i soggetti istituzionali (in particolare Sindaco, Prefetto, Presidenti di Provincia e Regione) e tra il Comune e i soggetti operanti sul territorio che concorrono alla gestione dell’emergenza, nonché le azioni per garantire la tempestiva comunicazione/informazione della popolazione.

I rischi identificati sono:

  1. Rischio Idrogeologico e Idraulico

  2. Rischio Incendio Boschivo di Interfaccia

  3. Rischio Sismico

  4. Rischio Neve/Ghiaccio

Per ciascuna tipologia vengono delineati il sistema di allertamento e gli scenari d’evento e il modello di intervento dettagliato per le diverse fasi di allerta. Al fine di garantire il necessario coordinamento operativo, il modello d’intervento definisce ruoli e responsabilità dei vari soggetti coinvolti, con il relativo flusso delle comunicazioni, individuando nel contempo i luoghi del coordinamento operativo.

Il Sindaco in qualità di Autorità di Protezione Civile per il suo Comune, attiva, a seconda della fase di allerta, il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), ossia il centro di coordinamento che lo supporterà nella gestione dell’emergenza per assicurare una direzione unitaria e coordinata dei servizi di soccorso e assistenza alla popolazione, grazie alle Funzioni di Supporto.

In linea generale, le Funzioni previste nell’assetto completo e funzionali alle attività di gestione dell’emergenza da parte del C.O.C. sono le seguenti:

Funzione tecnica e pianificazione

Funzione sanità, assistenza sociale e veterinaria

Funzione volontariato

Funzione materiali e mezzi

Funzione servizi essenziali

Funzione censimento danni a persone e cose

Funzione strutture operative

Funzione telecomunicazioni

Funzione assistenza alla popolazione

L’attività di raccordo tra le diverse Funzioni nonché con gli Enti sovraordinati (Prefettura, Regione, Provincia, altri Comuni) viene svolta da una Segreteria di Coordinamento (DOTT. VENTRELLA PIETRO).

In tempo ordinario, il C.O.C. risulterà non attivo, ma i Responsabili delle Funzioni dovranno in ogni caso svolgere determinate attività, quali l’aggiornamento delle risorse presenti all’interno del territorio comunale impiegabili in emergenza, nonché eventuali ulteriori attività che garantiscano l’operatività del C.O.C. nella fase dell’emergenza.

Le aree di emergenza sono identificate all’interno della Cartografia di piano e sono:

RI0001 strada lungofiume – esondazione fiume Saline – persone coinvolte 50 e famiglie 1

RI0002 strada lungofiume – esondazione fiume Saline – persone coinvolte 100 e famiglie 3

RI0003 strada lungofiume – esondazione fiume Saline – persone coinvolte 200 e famiglie 0

RI0004 via De Gasperi – allagamento sottopasso FFSS – persone coinvolte 0 e famiglie 0

RI0005 viale Europa – allagamento sottopasso FFSS – persone coinvolte 0 e famiglie 0

RI0006 via Aldo Moro – allagamento sottopasso FFSS – persone coinvolte 0 e famiglie 0

IN0001 via Marinelli via Isonzo – incendio pineta Santa Filomena e persone coinvolte 150 e famiglie 0

IN0002 via Isonzo via L’Aquila – incendio pineta Santa Filomena e persone coinvolte 300 e famiglie 0

IN0003 via L’Aquila via Adige – incendio pineta Santa Filomena e persone coinvolte 350 e famiglie 0

IN0004 via Adige via Vomano – incendio pineta Santa Filomena e persone coinvolte 150 e famiglie 0

IN0005 via Vomano confine Pescara – incendio pineta Santa Filomena e persone coinvolte 400 e famiglie 0

IN0006 via Togliatti – incendio pineta latifoglie misto – persone coinvolte 100 e famiglie 25

IN0007 Colle Portone – incendio pineta latifoglie misto – persone coinvolte 20 e famiglie 10

RF0001 C.da valle Cupa C.da Trave – frana – persone coinvolte 60 e famiglie 20

Per ognuno di questi rischi identificati sono riportate nelle schede di piano le modalità operative di reazione per ogni fase di allerta (attenzione, preallarme e allarme) identificate e attivate dal Sindaco a seconda delle evidenze emerse dal monitoraggio dei punti critici.

Ciò che emerge evidente dalle aree di emergenza individuate dal piano è la non individuazione di emergenza per gli allagamenti delle traverse a mare di via Emilia, via Lazio, via Chieti e via Imera e il retropineta.

Da esperienza trentennale purtroppo alcune di quelle traverse vengono allagate in misura significativa, e negli ultimi 6 mesi ciò è accaduto 2 volte con l’attivazione del Centro Operativo Comunale e la richiesta di idrovore da altri gruppi di Protezione Civile Regionale.

È evidente la possibilità del rischio di non poter soccorrere rapidamente chi dovesse trovarsi nella condizione di essere trasportato per avere un trattamento sanitario di emergenza con le traverse a mare allagate.

Al fine di migliorare un Piano di Emergenza ben realizzato suggeriamo l’aggiornamento prendendo in considerazione il rischio allagamento delle traverse a mare e identificando le modalità operative di reazione per ogni fase di allarme, ad esempio interdizione alla circolazione stradale, comunicazione alla popolazione, richiesta idrovore ad altri presidi di protezione civile.

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