DAI FIORI ALLA MISERIA – 1°parte

Prefazione del Direttore: vi presento la prima delle quattro parti della rilettura della storia della nostra Regione a cura dell’amico Gianfranco. Non vi nego aver avuto dubbi nell’accettare la proposta di pubblicarla, ma dopo aver chiesto e verificato le fonti pubblicate in calce, e contestualmente verificato la proposta con le tesi dell’amico Camillo Chiarieri, autore de “Storie della storia d’Abruzzo”, ho accettato la provocazione e ve la propongo. Conscio di pubblicare una rilettura della storia, che alcuni reputeranno eversiva e fuorviante, ritengo utile il confronto e soprattutto il contributo di chi ha il coraggio di non percorrere i soliti percorsi.

DAI FIORI ALLA MISERIA

Il declino del Sud, il declino dell’Italia, il declino dell’Europa; come, quando ma soprattutto perché.

di Gianfranco Costantini

Francesco Paolo Michetti: La figlia di Iorio (1895) Tempera su tela (280×550) – Palazzo del Governo – sede della Provincia di Pescara

PRIMA PARTE

In questa prima parte del ragionamento, inquadro le condizioni precedenti e immediatamente successive all’unità d’Italia, ponendo l’accento sulla menzogna storica che descrive sempre un Meridione caratterizzato da atavica arretratezza e un Settentrione, invece, ricco e dinamico.

L’Italia è una nazione meravigliosa, è universalmente ammirata e apprezzata, ma di recente ha vissuto una fase storica di forte declino. La maggior parte di noi non riesce a spiegarne razionalmente le cause e indirizzata, o meglio fuorviata, dai media, fa sue tesi estremamente semplicistiche come la corruzione, il debito pubblico o l’inferiorità culturale del nostro popolo. Per cercare di capire però, vi chiedo di partire con me da lontano effettuando uno sforzo, estraniandosi dalla lettura storica classica.

Detto questo non si può fare a meno di ricercare nella storia le radici profonde del nostro presente. Ad esempio alcuni atteggiamenti, apparentemente riflessi naturali per noi meridionali, come segnalare con i fari dell’auto un posto di blocco della polizia o sentirsi in difetto quando s’incontrano le “divise” per strada, parlano inconsapevolmente di profonde ferite, ancora oggi sensibili a distanza di oltre un secolo, e rimandano a stragi di meridionali per opera dei gendarmi francesi (1), dei carabinieri e dei bersaglieri sabaudi (2).

Un aspetto che m’interessa analizzare in questa prima fase del ragionamento, non è la brutale guerra civile (3) che ha attraversato il Meridione nei primi anni del 1800 e nel decennio successivo all’annessione del Regno Delle Due Sicilie al Regno d’Italia (dal 1860), ma le cause del tracollo economico che ha generato il fenomeno dell’emigrazione di massa dei meridionali che, dal 1870 a oggi, non si sono ancora esaurite (4).

L’arrivo di un piroscafo dall’Europa a Ellis Island alla fine dell’800

Nel momento in cui i piemontesi con il benestare della Francia e il sostegno della Corona inglese e delle principali massonerie (5), hanno invaso il meridione d’Italia, il meraviglioso spirito risorgimentale che ambiva all’unità nazionale era già pronto per accogliere il nuovo ordine sociale e politico unitario. Ovunque nello stivale, i ceti culturalmente più evoluti e le borghesie più dinamiche sentivano che l’Italia era da fare, ma quando sono arrivati i nuovi padroni piemontesi, tutto è cambiato in peggio; grandi masse di popolazione impoverita, (6) militari lealisti, idealisti traditi e finanche settentrionali scioccati dalle stragi d’inermi cittadini del sud, con l’appellativo di “briganti”, si sono trovati uniti a combattere spontaneamente l’oppressore piemontese, scatenando una guerra civile senza quartiere (7).

Montesilvano in provincia di Pescara, luogo in cui la mia famiglia vive da diverse generazioni, prima dell’unità d’Italia faceva parte del Regno Delle Due Sicilie; in tutto il Regno la vita era difficile, dura ma non peggiore di altri luoghi d’Italia e d’Europa. L’economia dell’epoca era prettamente agricola e pastorale, soprattutto legata all’autoconsumo, con alcune caratteristiche peculiari dei territori. In Abruzzo, da millenni l’orografia aveva agevolato l’allevamento delle pecore (8) e grazie alla varietà e generosità dei pascoli, gli armenti prosperavano e condizionavano non solo la vita e i costumi della regione ma anche quelli delle regioni limitrofe (9). L’allevamento degli ovini, che nella transumanza attraversavano anche Montesilvano, alimentava un grande comparto economico, infatti la lana era una preziosa merce di scambio internazionale, perché forniva un tessuto di primaria importanza per l’epoca che assieme allo zafferano e all’artigianato, permetteva alla regione di vivere e prosperare, anche con qualche lusso.

Stemma reale del Regno delle Due Sicilie
(1816-1861)

Il Regno duo siciliano nel complesso era sì povero, se lo paragoniamo al nostro modo di vivere odierno, ma assolutamente in linea con le altre nazioni europee di seconda industrializzazione dell’epoca, tant’è che nell’Expo tenutosi a Parigi nel 1855, fu “premiato” come terzo Stato più industrializzato, per le varietà d’industrie e produzioni (10) (pur trattandosi di un’economia prettamente agricola e pastorale con poca industria, prevalentemente estrattiva e meccanica), grazie alla felice posizione geografica e alla capillarità dei suoi porti, il Regno commerciava con tutto il mondo.

Proprio negli anni precedenti l’unità d’Italia, niente lasciava pensare alla sciagura economica che ci avrebbe travolto nei successivi decenni; addirittura nel Meridione (anche se con piccolissimi numeri) si veniva a lavorare da altre parti d’Italia (11) perché in molti settori e tecniche produttive, eravamo tra i primi al mondo (12).

Un aspetto ancora oggi sconosciuto che a me è parso sempre fumoso, sia nelle ricostruzioni di regime (per intenderci i testi scolastici), sia nelle ricostruzioni di storici onesti e aderenti alle fonti, è la reale causa del declino così rapido e inesorabile della metà più a sud dell’Italia. Non ci sono ragioni antropologiche perché quando i meridionali emigrano, primeggiano in ogni ambito, non ci sono ragioni ambientali, a testimoniarlo ci sono i fasti di antiche civiltà e territori incredibili oltre ai documenti ufficiali che lo escludono; ancora meno convincenti sembrano essere le cause legate esclusivamente all’aumento delle tasse o la leva obbligatoria che i piemontesi imponevano nel neonato regno d’Italia perché altrimenti, le stesse regole, avrebbero danneggiato in egual modo anche le altre regioni annesse. Allora, cosa può aver provocato una miseria e un’emigrazione di massa così prolungata nel tempo? Perché a distanza di oltre centosessanta anni, tale fenomeno non si è ancora arrestato?

Le risposte che ho trovato sono molto originali e vengono fuori da uno studio interdisciplinare che ho condotto associando la moneta e la storia. Ovviamente questa non è una pubblicazione scientifica e mi limito a condividere la mia esperienza maturata in anni in cui ho indagato visitando luoghi, seguendo convegni, leggendo libri, verificando o confutando le fonti, trovando, alla fine, molti indizi che mi hanno spinto a formulare tesi interessanti che con i necessari approfondimenti offrono delle chiavi di lettura della storia, assolutamente inedite.

NOTE PRIMA PARTE:

1 Gaetano Ronchi, Briganti, 2014, Pescara, Carsa Edizioni, pp. 247-253.

2 Gramsci in un articolo pubblicato nel 1920 su l’Avanti, critica fortemente i metodi utilizzati per la repressione del brigantaggio e scrive che “lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e a fuoco l’Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono infamare col marchio di briganti”. Struggente, discorso del deputato Ferrari, 2 dicembre 1861, https://www.pontelandolfonews.com/storia/i-fatti-di-pontelandolfo-del-1861/discorso-del-deputatoferrari-2-dicembre-1861/

3 Secondo la definizione dell’enciclopedia Treccani si può definire guerra civile anche la resistenza italiana contro gli occupanti tedeschi, in quanto guerra tra italiani schierata su fronti contrapposti.

Detto questo, anche se può sembrare una forzatura, vista la portata degli scontri e le dinamiche tipiche di una guerra civile, ritengo opportuno estendere la definizione anche ai due avvenimenti che hanno scosso la penisola nel secolo precedente.

4 Serie di dodici tavole fonte ISTAT, http://seriestoriche.istat.it/fileadmin/documenti/Tavola_2.10.1.xls

5 Eugenio Di Rienzo, Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee (1830-1861), 2012, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino editore.

6 Gaetano Salvemini, La Questione Meridionale, tratto dalla rivista di Scuola superiore di economia e delle finanze, http://www.rivista.ssef.it/www.rivista.ssef.it/site7da9.html?page=20051114131442328&edition=20 05-11-01

7 Legge Pica, legge per la repressione del brigantaggio nelle province meridionali, Università degli studi di Firenze, http://www.sba.unifi.it/CMpro-v-p-567.html

8 Osvaldo Galli, MONTESILVANO nella storia ambientale e socio-antropologica dell’Abruzzo dalle origini alla metà del 900, 1990, Teramo, Edizioni Grafiche Italiane, pp. 75-76. 9 Civiltà Della Transumanza, http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/PIA/5225af4c00de8.pdf

10 Pino Aprile, Terroni, 2013, Milano, Pickwick, p. 104, Un approfondimento sul testo citato mi ha fatto notare che il Regno, pur avendo ottenuto molte medaglie (industrie alimentari e tipografiche), non fu mai premiato, perché non furono stilate classifiche ufficiali. Ho deciso di citare comunque la fonte perché indicativa del dinamismo dei meridionali e perché nel dibattito in corso, il professor Luciano De Crescenzo, quasi certamente fonte primaria della notizia, sostiene che: il terzo posto è una ricostruzione documentale, perché nelle due esposizioni di Parigi 1855-1856, il Regno aveva un mix industriale tale, da guadagnare la terza posizione tra i partecipanti.

11 La prima legge sugli immigrati del Regno Delle Due Sicilie, brigantaggio.net, http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/iniziative/2009/2009_03_13.pdf

12 SAN LEUCIO: STORIA E DESCRIZIONE. UTOPIE URBANISTICHE, fonte Rai Scuola, http://www.raiscuola.rai.it/articoli/san-leucio-storia-e-descrizione-utopieurbanistiche/7504/default.asp

Pietrarsa antico opificio borbonico 1840-1860, di Antonio Gamba, http://www.clamfer.it/02_Ferrovie/PietrarsaBorbone/PietrarsaBorbone.htm

SECONDA PARTE https://ilsorpassomts.com/2018/05/25/il-declino-del-sud-il-declino-dellitalia-il-declino-delleuropa/

TERZA PARTE https://ilsorpassomts.com/2018/06/15/dai-fiori-alla-miseria-terza-parte-gianfranco-cstantini/

QUARTA PARTE https://ilsorpassomts.com/2018/08/01/dai-fiori-alla-miseria-4-declino/

QUINTA PARTE https://ilsorpassomts.com/2018/09/02/dai-fiori-alla-miseria-quinta-parte/

SESTA PARTE https://ilsorpassomts.com/2018/09/27/dai-fiori-alla-miseria-6parte/

SETTIMA PARTE https://ilsorpassomts.com/2018/11/02/dai-fiori-alla-miseria-7parte/

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