La scrittrice Silvia Ballestra e “La guerra degli Antò”

 

di Pasquale Criniti

 

La scrittrice Silvia Ballestra è nata a Porto San Giorgio (Marche) nel 1969.

Laureata in Lingue e Letterature straniere, ha tradotto autori francesi e statunitensi.

Ha collaborato a lungo con il quotidiano “L’Unità” e scrive per diverse riviste e giornali.

Attualmente vive e lavora a Milano.

Scoperta da Pier Vittorio Tondelli, ha iniziato a pubblicare romanzi, libri di racconti e saggi a partire dal 1991.

Tra i suoi romanzi: Nina (2001-Premio Tarquinia Cardarelli), Il compagno di mezzanotte (2002), Senza gli Orsi (2003 – Premio Il Molinello), Tutto su mia nonna (2005), La seconda Dora (2006-Premio Donna Scrittrice -Rapallo), Piove sul nostro amore. Una storia di donne, medici, aborti, predicatori e apprendisti stregoni (2008), I giorni della rotonda (2009-Premio Città di Fabriano), Amiche mie (2014).

Il suo libro d’esordio “Compleanno dell’iguana” è un longseller tradotto in molti Paesi europei.

Da quel libro e dal successivo “Il disastro degli Antò” è stata tratta la sceneggiatura scritta da Riccardo Milani, Domenico Starnone e Sandro Petraglia del film “La guerra degli Antò” diretto da Riccardo Milani nel 1999.

Il film, ambientato negli anni 1990 e 1991, narra la storia di quattro scalcinati giovani punk di Montesilvano che si chiamano tutti Antonio.

I quattro amici, con i capelli a cresta e i giubbotti di pelle colorata, vengono chiamati, per distinguerli tra di loro, aggiungendo al diminutivo “Antò” il soprannome “Lu Malatu” (portantino nella casa di cura “Vittoriale”), “Lu Zombi” (portalettere dell’ufficio postale di Pianella), “Lu Zorru” (giornalista freelance per il quotidiano “Il Centro”) e “Lu Purk” (disoccupato).

Vorrebbero cambiare il mondo e passano le loro giornate nel mitico bar Zagabria o vagando per le spiagge e il lungomare cementificato di Montesilvano o progettando, alla vigilia della guerra del Golfo, la loro guerra contro il potente speculatore edile locale Treves, che sta devastando col cemento la loro cittadina.

Fanno contro-informazione sulle vicende di Montesilvano con un loro periodico gratuito dal titolo “E mò basta!”.

Antò Lu Purk stufo della monotona vita di provincia si trasferisce a Bologna per studiare al DAMS e incomincia a frequentare, in compagnia della compaesana Sballestrera, gli ambienti alternativi locali.

La rottura di un breve rapporto amoroso con una studentessa e le difficoltà negli studi lo spingono a decidere di partire alla volta di Amsterdam, idealizzata città di riferimento per la cultura punk, e per procurarsi il denaro per il viaggio va a lavorare in un cantiere edile di Bologna.

Subisce un grave infortunio sul lavoro con brutta frattura di una gamba per cui viene ricoverato in ospedale e alla dimissione gli altri Antò e Ballestrera lo aiutano ad affrontare il viaggio per Amsterdam onde evitargli di tornare zoppo a vivere in paese con la sua famiglia.

Successivamente Lu Zorru, allo scoppio della guerra del Golfo, riceve una fittizia chiamata alle armi: convinto di essere stato arruolato in marina, fugge da Montesilvano per evitare di partire militare per l’Irak e raggiunge con documenti falsi Lu Purk ad Amsterdam all’ insaputa dei suoi parenti.

La sorella di Lu Purk sperando di ottenere qualche informazione sulla sorte del fratello scomparso, si rivolge alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”.

Al programma, condotto da Donatella Raffai, partecipano anche Lu Malatu e Lu Zombi, che conoscono l’identità degli autori dello scherzo subìto da Lu Zorru, e trasformano la trasmissione in un atto urlato di denuncia contro il sistema di potere che domina Montesilvano e le regole di vita dell’occidente, per cui vengono allontanati con la forza dal servizio di sicurezza.

Nel frattempo una lite scoppiata tra i due fuggitivi a causa del giudizio non condiviso su di una ragazza, molto libera nei comportamenti sentimentali e sessuali, provoca l’incendio della loro stanza e l’intervento della polizia olandese che dispone il loro rimpatrio forzato determinandone l’amaro ricongiungimento con gli altri Antò di nuovo sulla spiaggia di Montesilvano, dove ricominciano a progettare strategie di fuga per il loro futuro.

La Piccola Orchestra Avion Travel ha curato la colonna sonora.

Nel film sono anche inseriti i brani “All Around the World” di Lisa Stansfield, “Flashdance” e “One-Way Ticket to Pluto” dei Dead Kennedys,”Little Man” di Sonny & Cher e “Je So’ Pazzo” di Pino Daniele.

Nella scena iniziale, dopo aver molestato “Sonja la giostraia”, per evitare il pestaggio da parte dai fratelli di lei, Antò Lu Purk canta un brano tradizionale rom (che in effetti è la canzone “Zajdi Zajdi” di Aleksandar Sarievski).

Nella penultima scena alcuni montesilvanesi, parenti e conoscenti degli Antò, eseguono sulla spiaggia un ballo di gruppo, coordinati da un coreografo animatore, sulle note del disco “La duena del swing” di Los Hermanos Rosario, che è stato pubblicato solo nel 1995, certamente dopo gli anni 1990-1991 in cui è ambientato il film.

“La stagione dell’amore” di Franco Battiato fa da sottofondo musicale alle immagini finali del film.

Flavio Pistilli di Pescasseroli interpreta Antò Lu Purk, Federico Di Flauro di Sulmona Antò Lu Malatu, Paolo Setta di Bussi sul Tirino Antò Lu Zorru, Danilo Mastracci di L’Aquila Antò Lu Zombi, Regina Orioli interpreta Sballestrera e Donatella Raffai sé stessa.

L’attore Danilo Mastracci (nel film Antonio Di Cicco, portalettere alle poste di Pianella, meglio conosciuto come Antò lu Zombi) è morto nella propria abitazione a L’Aquila la sera del 27 ottobre 2015; aveva compiuto da cinque giorni 39 anni, da tempo aveva problemi di salute e lavorava in un call center.