Il solito minestrone Urbanistico è “servito”. L’opposizione esiste?

Il solito minestrone Urbanistico è “servito”

Questo sarebbe il segnale politico del “Cambiamento”?

A che pro i nuovi assessori, a che pro la nuova maggioranza blindata?

L’opposizione esiste?

di Gennaro Passerini

L’articolo prende spunto da una battuta di un affezionato lettore che al termine di una telefonata informa la nostra redazione dell’ennesimo scempio edilizio che si starebbe per attuare in città.

Il minestrone in cui tutti… inzuppano il pane, rappresentato dal piano regolatore (PRG), questa volta ha come protagonista l’anonima area studio del centro.

Abbiamo fatto un primo approfondimento sulla questione, ma per capire occorre fare un po’ di chiarezza.

L’area studio è una classificazione urbanistica assegnata a una grande zona di Montesilvano che si estende a ridosso del tracciato ferroviario, per tutta la lunghezza della città, dal fiume Saline a Santa Filomena e per la gran parte del centro. La zona è stata classificata così perché, essendo molto urbanizzata, occorreva più tempo per riqualificarla in maniera idonea, attraverso lo strumento urbanistico.

Nel corso degli anni però non si è attivata la riqualificazione necessaria e, ironia del destino, nessuno ha studiato ” le aree studio “.

Secondo quello che di volta in volta emerge , il piano regolatore (PRG) è talmente pieno di trabocchetti, norme ad personam e inganni semantici, che ancora oggi, a distanza di quasi vent’anni dalla sua approvazione, consente di costruire scempi edilizi ovunque.

In quest’articolo parliamo di quattro polpette avvelenate, o meglio, quattro o cinque palazzoni fuori scala, senza standard urbanistici da cedere alla collettività – verrebbe da dire fuori dalla grazia di Dio – inseriti sotto forma di osservazione al PRG e nel dettaglio le n° 7; 25;26;28, risalenti al lontano 2004 e approvato nel 2005.

Nello specifico oggi vogliamo accendere i riflettori su due dei quattro/cinque palazzoni che potrebbero vedere la luce, o meglio ancora toglierla al centro di Montesilvano.

Il primo fabbricato verrebbe realizzato a ridosso di piazza Trisi e, come si evince dalla documentazione in nostro possesso, presenterebbe più di un motivo di preoccupazione.

Tanto per cominciare, salta all’occhio l’assenza di standard urbanistici minimi, obbligatori più che per legge, per buon senso; inoltre sorge il dubbio che manchi la distanza necessaria dai fabbricati vicini (dubbio condiviso anche dal consigliere comunale Anthony Aliano nella sua intervista “ ..guardando il progetto.. le distanze ..erano troppo esigue…” e con l’aggravante che non tenga conto dello sviluppo futuro dell’area, che ha una forte valenza commerciale e in prospettiva turistica.

Al di là della dimensione, la realizzazione strutturale del fabbricato pone un ulteriore problema importante: la rimarchevole riduzione  dei posti auto oggi disponibili nella piazza.

Osservando il progetto presentato dalla ditta costruttrice e approvato dalla giunta Maragno, i molti posti auto scompariranno per lasciare spazio a un giardinetto ibrido, marginalmente accessoriato con qualche parcheggio, circa la metà di quelli adesso esistenti. Quale beneficio per la collettività?

A nostro avviso, una cosa è certa: non ne beneficeranno i commercianti perché non potranno più utilizzare l’area per la sosta dei propri clienti o per le manifestazioni estive che spesso organizzano.

Non ne trarranno benefici i residenti, perché una volta realizzate… alcune vasche.. con qualche alberello.. che delimiteranno i pochi posti auto, non si potrà certo parlare della realizzazione di un’area a verde

(giardino?) e con il rischio, vista la scarsa manutenzione del verde già esistente, che diventi l’ennesimo luogo di degrado e sporcizia, in perfetto stile montesilvanese.

Diverso sarebbe se, in cambio di un palazzo, si realizzasse un parcheggio interrato asservito all’area centro in un’idea urbanistica riqualificante e di sviluppo futuro di tutta la zona, con sopra una piazza con arredi e verde, libera e disponibile per organizzare eventi aggreganti.

Allora sì, la lungimiranza non avrebbe fatto difetto. Allora sì, avremmo parlato di un’Amministrazione attenta ai bisogni attuali e con visione partecipe delle esigenze e dello sviluppo futuro della nostra città.

Anomalo poi – direi fortemente sospetto d’illecito amministrativo – è stato l’iter per l’approvazione del progetto che non ha coinvolto il Consiglio comunale.

Rileggendo le norme che disciplinano l’area studio, si capisce che esse prevedono la possibilità di recupero dell’edificato esistente, eventualmente con piccoli premi di cubatura.

Ma visitando i terreni oggetto d’intervento, si scopre che non ci sono edifici da recuperare: allora di quale recupero edilizio si può parlare in aree che, di fatto, sono parcheggi o verde privato?

Osservando bene le carte inerenti a piazza Trisi, essendo intervenute modifiche importanti al Piano, l’iter seguito sembra illegale. Ad avvalorare la nostra tesi, ricordiamo un precedente: la bocciatura del progetto durante la legislatura 2007/011 Sindaco Cordoma. Perché?

È vero che il progetto presentato è definito come PRPE (Piano di Recupero del Patrimonio Edilizio), ma in realtà di edilizia da recuperare non c’è nulla.

È vero che alcuni Consiglieri comunali, consci delle criticità inerenti a tale progetto, hanno tentato di portare le perplessità a un dibattito politico trasparente e chiarificatore attraverso osservazioni sacrosante?

È vero che “ .. l’intervento non è un piano di recupero poiché l’area non è edificata..” (intervista 09.2017 al Consigliere comunale G. Di Stefano)

È vero che “.. hanno avuto una cubatura che prima non avevano..” (intervista 09.2017 G. Di Stefano)

È vero che “.. la decisione spettava al Consiglio Comunale, non alla giunta..” (intervista 09.2017 G. Di Stefano)

È vero che “ .. la osservazione è stata respinta..”  (intervista 09.2017 G. Di Stefano)

È vero che “.. c’è una mozione da me promossa e votata a maggioranza che da due anni non ha avuto seguito..” (intervista del 09.2017 G. Di Stefano).

Perché eludere un dibattito politico chiarificatore che possa cancellare ogni sospetto?

Quale incombenza urgente richiedeva un’assunzione di responsabilità solo da parte della Giunta?

E se c’è stato un giudizio all’esposto, da parte degli interessati a costruire, dall’esito positivo, perché l’Amministrazione comunale non ha dato seguito a un ricorso?

Veniamo al secondo palazzo in progetto, previsto nella centralissima piazza Muzii, proprio l’area parcheggio di palazzo Baldoni.

Ricordate che l’area interessata è stata per decenni il campo da calcetto in cui diverse generazioni di montesilvanesi si sono sfidati, fino a quando non è stata trasformata in parcheggio pubblico e sede del mercato rionale del centro.

Da moltissimi anni il Comune paga un canone che oggi è di circa venticinquemila euro l’anno: sommati negli anni potrebbero avere raggiunto diverse centinaia di migliaia di euro. Con un canone così oneroso il Comune avrebbe potuto far valere il sacrosanto diritto di esproprio per pubblica utilità, come sancito nella Costituzione della Repubblica e scritto nell’articolo 19 del P.P. Area Studio centro.

Questa constatazione, a nostro avviso, potrebbe anche essere degna d’interesse per la Magistratura Contabile.

Come se non bastasse, per rimarcare ulteriormente la vocazione del lotto, una parte dell’area è attraversata da tubazioni di proprietà dell’Aca e quindi vincolata da una servitù “pubblica”.

Anche qui si vuole costruire un palazzo, ma l’iter seguito dall’Amministrazione quale sarà? Sarà ancora più fantasioso?

Gli uffici comunali, senza apparente motivo, hanno ritardato il pagamento dell’affitto al legittimo proprietario. Da quando? Perché?

Il proprietario che, guarda caso di professione costruisce case, ha preso la palla al balzo e, probabilmente perché non pagato o per altri motivi…., ha chiesto di riavere indietro l’area per edificare un palazzo.

A questo punto la farsa si è palesata e in una sorta di gioco dei ruoli, la politica ha fatto un po’ di tira e molla, fino a quando ha cacciato dal cilindro l’idea geniale: cessione dell’area e relativo spostamento delle cubature.

Sì, ma dove? Nel quadrante Q4 nei pressi del quartiere Villa Carmine, come prevede giustamente la norma, valorizzando una proprietà della controparte privata.

No, No!!! Si dice che ci sia la volontà di spostarla nel PP1, in un suolo destinato a verde pubblico, proprio dietro alla stazione centrale. Incredibile!!!

Una cessione che, se fosse avallata, si potrebbe definire sciagurata, perché porterebbe altro cemento in un quartiere che già oggi non ha sufficiente spazio pubblico.

A tutto questo cemento nel PP1 si sommeranno premi di cubatura regalati senza contropartita pubblica ex articolo 26?

Che cosa dire poi delle cubature fantasma? Non scordiamoci che grazie alla norma truffa dei sottotetti, tutti i locali di sgombero sono diventati appartamenti senza parcheggio e senza gli standard di infrastrutture obbligatorie per legge, eludendo inoltre anche l’altezza massima consentita dei palazzi. Vogliamo continuare a perpetuare abitudini costruende del passato, anche recente, o dare seguito finalmente a quanto urlato nell’ultima campagna elettorale “basta con le urbanizzazioni selvagge, basta con gli scempi” solo “urbanizzazioni intelligenti e futuriste” e dare finalmente seguito al tanto declamato “cambiamento”?

Il quartiere PP1, che non ha sufficiente spazio per rispettare gli obblighi minimi di legge, aggraverà ulteriormente il suo stato d’illegalità urbanistica.

In uno scenario simile figurarsi poi se si potrà mai parlare di benessere, turismo, implementare il commercio o semplicemente di parcheggi, aree verdi e aree ciclopedonali!

Su quali temi concreti e di spessore si confronta la maggioranza? La voce dell’opposizione esiste? É una questione solo di poltrone nel teatrino della politica o si ha l’intenzione di portare al dibattito argomenti e risoluzioni compatibili con gli interessi e le necessità di una comunità stanca delle interminabili promesse non mantenute?

Basta con i comunicati, la legislatura è al termine e presto sarà tempo del rendiconto delle promesse fatte e delle opere portate a termine.

Alzate la voce, opposizione, se esistete, perché una buona Amministrazione non dipende solo dalla maggioranza, ma è fondamentale la vostra opera di non coprire la maggioranza dei decisori. Voi non avete certamente il compito del potere esecutivo, ma avete il compito di vegliare sulle difformità decisionali, di opporvi anche con durezza nell’onestà politica.

Con quest’articolo intendiamo riportare alla ragionevolezza le parti in causa.

Non intendiamo fermare imprenditori che rischiano o politici che decidono, pensiamo semplicemente che occorra riflettere meglio sul nostro futuro.

In una città che, a detta del Sindaco Maragno, conta oltre cinquemila abitazioni invendute, non si può regalare cubatura così allegramente; ogni progetto deve essere valutato anche secondo l’aspetto commerciale che produce.

Quanti di voi hanno fatto un giro attorno al palazzo di via Roma?

Chi acquisterà un appartamento in una situazione di mercato fermo? Chi vorrà vivere in un’area che è preda del degrado, in uno stabile che è esso stesso uno dei motivi del degrado?

Chi vorrà investire in un locale commerciale che non avrà più parcheggi per i clienti?

E chi pagherà i danni provocati ai commercianti della zona che non avranno più un parcheggio, come giustificherete la migrazione di potenziali clienti in aree commerciali provviste di servizi, come giustificherete la chiusura di tante attività commerciali e libero professionali?

Pensate veramente che con questa crisi ci sarà gente disposta a investire in simili risoluzioni immobiliari? Chi farà turismo in una città “qasba”, priva di servizi, attrattive culturali, commerciali e sportive?

La nuova maggioranza è servita a blindare questi scempi? No..Noo!?!

Ed allora come s’intende porre rimedio a questi errori? Sarete mai ..Amministratori degli interessi comuni di una città!?!

“Il senso morale di un politico si misura da ciò che fa per la comunità”