Anthony Aliano, il minestrone è servito

Anthony Aliano, il minestrone è servito

di Mauro De Flaviis

Abbiamo intervistato il consigliere Anthony Aliano in merito alla sua presentazione di un’osservazione ai progetti p.za Trisi e p.za Muzii.rigettata come descritto di seguito. L’avvocato accenna ad un possibile blocco al TAR della concessione se fosse presentato un ricorso.

  1. Buon giorno avvocato Aliano, ci può esprimere un suo parere in merito al progetto di piazza Trisi? Sappiamo che ha presentato un’osservazione al progetto. E per quanto riguarda piazza Muzii?
  2. Premetto di non essere nel modo più assoluto contrario alle nuove costruzioni anzi sono generalmente favorevole all’edilizia, purché sia finalizzata al recupero degli standard urbanistici imposti dal Decreto Ministeriale 1444 del 1968. In buona sostanza, il decreto individua i territori comunali in sei fasce e per ognuna disciplina le linee guida da seguire. Nell’espletamento del mio mandato istituzionale ho dunque cercato di capire a quale categoria, tra quelle contemplate nel decreto, fosse riconducibile il sito a ridosso di piazza Trisi, proprio per capire quale tipo di edificazione fosse possibile realizzare. Perché ho fatto questo? Perché esaminando il progetto, mi sono accorto che le distanze del fabbricato da quelle adiacenti erano troppo esigue, atteso che la norma prescrive che, per le aree contemplate nella classificazione da me individuata ovvero la C, le nuove costruzioni devono avere delle distanze pari all’altezza dello stabile più alto tra quelli adiacenti. Mi decido, dunque, predispongo la mia osservazione e la protocollo. Tuttavia solo oggi, grazie a lei, assumo contezza del diniego da parte del dirigente, il quale, peraltro, nella risposta sostiene che l’area sia classificata dal piano regolatore come area di recupero, eludendo la risposta alla mia domanda, ossia: a quale fascia appartiene l’area? Del resto una risposta più precisa sulla collocazione in altra categoria della zona, determinerebbe la competenza del Consiglio comunale al posto di quella della Giunta.

 

  1. Il nuovo palazzo corre il rischio di essere censurato dalla Magistratura amministrativa? Può diventare un nuovo palazzo sequestrato in città?
  2. Sì; qualora qualcuno decidesse di presentare ricorso al TAR e la Magistratura amministrativa aderisse alla mia linea, ci sarebbe il concreto pericolo di vedere sospeso l’iter amministrativo urbanistico con ogni conseguenza del caso. Colgo l’occasione per ribadire che io non sono contrario all’edificazione, purché si riparta dal recupero degli spazi e degli standard urbanistici, trovando il giusto compromesso tra il mondo imprenditoriale edilizio e la città nell’interesse della collettività che deve poter contare sulla qualità dei luoghi. Sono favorevole dunque ad assumere decisioni utili a far ripartire il settore edilizio, ma si badi bene: la bibbia deve essere il piano di recupero degli standard, non mi stancherò mai di dirlo.

 

  1. Il Piano Regolatore provoca queste situazioni che di volta in volta emergono, destando preoccupazione e disagio tra i residenti. Secondo lei, da cosa è provocato? È sbagliato il Piano Regolatore o si applica male?
  2. Il Piano Regolatore è antidiluviano e non offre, questo è evidente, le condizioni affinché la città possa crescere con visione e prospettiva. A molti fa comodo che non sia modificato perché consente di non seguire in modo speculare il DM 1444 del 1968. Proprio per questo, ogni singolo lotto di terreno è visto come particella a sé stante, senza rientrare in un discorso di unitarietà dello sviluppo territoriale.

Bisogna rivedere il PRG partendo da quello che abbiamo, cioè il progetto del professor Zazzara e sviluppare la città in modo armonioso e coordinato, assegnando un ruolo a ogni area come se fosse un tassello di un puzzle più ampio.

Il pessimo strumento urbanistico che abbiamo ereditato ha trasformato il nostro territorio in una città di passaggio; per questo dobbiamo immediatamente predisporre le basi per un nuovo Piano Regolatore che sappia guardare con prospettiva alla città che vogliamo nel prossimo futuro. Per non sbagliare, si dovrà pensare a un luogo dotato di un centro commerciale naturale, aree di pregio e periferie curate.

Sulla scorta di questo ragionamento, mi ricollego al progetto di piazza Trisi e spiego perché sono contrario. Immaginiamo il giorno in cui riusciremo a dare una connotazione commerciale al centro con una riqualificazione; immaginiamo che la zona sia riservata ai pedoni il fine settimana, ma che un giorno ci sia qualcuno più lungimirante di noi e voglia costruire un parcheggio multi piano sotterraneo, con una piazza libera, di ampio respiro. In prospettiva non si può precludere la possibilità di sviluppare il centro per consentire oggi opere che limitino l’interesse delle future generazioni a predisporre accorgimenti che rendano il nostro territorio città vera. Vogliamo rimanere periferia? Possiamo correre dietro alle questioni ordinarie? Oppure vogliamo pensare allo sviluppo futuro della città e alle esigenze che potrà avere per i prossimi vent’anni almeno?

Se oggi a Montesilvano servono cento parcheggi, domani ne potrebbero servire mille perché auspichiamo che la città cresca. A me pare poco lungimirante costruire un giardinetto e precludere la possibilità di realizzare una viabilità per accedere, ad esempio, a un futuro e necessario parcheggio multipiano, utile alla zona ciclo pedonalizzata.

 

  1. Per quanto riguarda piazza Muzii, Lei è favorevole allo spostamento delle cubature nel PP1 o nel quadrante Q4?
  2. Valuto la proposta in funzione delle opere che detta decisione ci consentirebbe di realizzare; in altre parole, in funzione della città che immaginiamo debba realizzarsi. Io troverei una soluzione con il proprietario che avanza un credito per i canoni del parcheggio non pagato; peraltro, ad aggravare la situazione c’è il costo dell’eventuale esproprio che oggi non siamo in grado di sopportare. Pur non entrando nel merito della questione, credo che laddove si riesca ad avere un vantaggio economico da parte dell’Amministrazione, per la collettività col recupero degli standard, per il territorio con la riqualificazione di una zona nostro malgrado martoriata da scelte infauste, non sarei contrario. Posso dire che l’assessore Musa ha tutta l’intenzione di contrattare un gran quantitativo di opere di cui la collettività potrebbe beneficiare, come conditio sine qua non per ogni eventuale adesione.

Tuttavia per lo spostamento della cubatura nel quadrante Q4, occorre dare la parola al Consiglio comunale.

 

  1. Ci hanno contattato dei gruppi residenti delle zone interessate che si stanno organizzando per raccogliere firme e presentare esposti alla Procura della Repubblica: ne è informato? Se sì, ha intenzione di sposare la loro causa?
  2. Del palazzo accanto alle Poste non sono al corrente, non ne conosco l’esistenza. Al contrario, di piazza Trisi parlano le carte. Io sono per il rispetto degli standard in funzione della città che vogliamo nei prossimi vent’anni, per questo sposo la causa.

Per quanto riguarda la cubatura di piazza Muzii nel PP1, ne valuto la bontà in funzione delle opere che potranno essere realizzate, ovvero in funzione della città che immaginiamo debba realizzarsi da oggi ai prossimi vent’anni.