LA RISCOSSA DELL’AREA VESTINA

Rendiamo la Sorgente Ventina miracolosa

 

di Piero D’Andreamatteo

 

 

Per realizzare lo sviluppo di una zona ritengo che le passerelle di personaggi che perlopiù non conoscono il territorio siano assolutamente inutili, se non per dare l’impressione di interessarsi ai problemi reali dei cittadini e soprattutto magari accattivarsi il consenso di amministratori locali buoni per le elezioni future.

La realtà vestina così duramente colpita dalla tragedia di Rigopiano, dalle eccezionali nevicate che hanno determinato tantissimi danni agli impianti produttivi sia artigianali che agricoli, colpita da frane che stanno sconvolgendo il territorio ha bisogno di idee, di iniziative politiche e soprattutto di risorse finanziare. Questa realtà della provincia di Pescara è caratterizzata da notevoli beni culturali diffusi soprattutto a Penne e Loreto Aprutino, da una produzione agricola di qualità, da industrie soprattutto di abbigliamento che fanno in gran parte capo alla Roman Style ormai in mani francesi ed entrata in crisi. Assicurava un’occupazione solida e crescente e ora invece sta creando incertezze e paure nel futuro nei dipendenti per la mancanza di prospettive. Per tutti questi motivi bisogna puntare su altre iniziative produttive che diano prospettive di sviluppo e di occupazione. Penso che la prima iniziativa da assumere sia quella di un’intesa fra tutti i comuni della Vestina attraverso i loro sindaci per determinare una linea comune di azione.

Ogni sindaco deve impegnarsi a realizzare delle schede relative ai beni culturali esistenti nel proprio territorio, le produzioni agricole prevalenti, le specialità enogastronomiche e quindi eventuali necessità di interventi di restauro, di interventi di salvaguardia del territorio, di attività produttive di rilievo esistenti nel comune.

Realizzato ciò, si possono individuare le maggiori attrattive della zona e gli interventi prioritari. Tutto ciò deve essere innanzitutto portato a conoscenza della Regione, del Governo, dell’Unione Europea, realizzando iniziative adeguate per ottenere i finanziamenti necessari per i restauri, per ripristinare la piena agibilità delle attività produttive, per la salvaguardia del territorio.

Dovranno quindi essere individuati percorsi che comprendano beni architettonici, ambientali ed enogastronomici.

A questo punto si può pensare di invitare tour operator italiani e stranieri, ospitarli per qualche giorno perché visitino questi percorsi. Ove questa esperienza è stata realizzata, ci sono stati notevoli ritorni di presenze turistiche.

Inoltre mi permetto di indicare la possibilità di sfruttare la sorgente di acqua” VENTINA” a Penne per realizzare una iniziativa termale.

Nel passato quest’acqua veniva ritenuta ”MIRACOLOSA”.

Ancora si può pensare di realizzare sul Gran Sasso un percorso di sci di fondo con tutti gli interventi che un tale tracciato richiede (rifugi, protezioni etc.). La tragedia dell’albergo di Rigopiano non può far abbandonare ogni iniziativa non invasiva sul Gran Sasso.

Le mie sono alcune idee che sicuramente gli amministratori locali della Vestina sapranno valutare, prendere in considerazione o meno, l’importante è che ci si muova con urgenza e con forza per evitare un ulteriore perdita di economie che significherebbe un ulteriore spopolamento.

Bisogna assumersi le responsabilità in prima persona non facendo affidamento sui cosiddetti “Santi in Paradiso”… altrimenti si continuerà a rimanere delusi, come deluso è rimasto il sindaco di Penne per l’esclusione del suo comune dal cratere del terremoto e quindi dai relativi finanziamenti.

Non ci si può limitare alla delusione personale, bisogna rendere edotti i cittadini dell’ingiustizia subita perché ne traggano le dovute conseguenze.

Non bisogna rassegnarsi ma diventare sempre più combattivi per difendere le buone ragioni di un territorio che necessita di interventi adeguati.