Il toponimo: Cantalupo di Antonio Sciarretta

 

Nel catasto «onciario» della comunità di Pescara, completato nel 1754, ho trovato il toponimo Cantalupo. All’epoca indicava la località tra il Fosso Mazzocco (vedi Il Sorpasso, a. 1, n. 3) e il Fosso Grande che segnava il confine tra Castellammare e Montesilvano. Non so se questo toponimo sia ancora in uso: oggi tra Colle Caprino di Pescara e Trave di Montesilvano le carte segnano solo il toponimo Valle Furci. Ma Cantalupo mi è sembrato un nome che può destare la curiosità dei lettori e intendo approfittarne per parlare, più in generale, dei toponimi definiti in gergo specialistico «composti imperativali».

Si tratta di denominazioni composte da un verbo alla seconda persona dell’imperativo e da un sostantivo. Nel nostro caso, il sostantivo è ‘lupo’ e il verbo è ‘canta’, il quale può in effetti essere interpretato come la seconda persona dell’imperativo di ‘cantare’. Il significato letterale del toponimo è dunque ‘canta, o lupo’, per descrivere un ‘(luogo dove) canta il lupo’, cioè dove si ode il suo verso. Non so se siano mai vissuti lupi tra Pescara e Montesilvano; la designazione potrebbe dipendere dalla presenza nella zona di un altro animale dal verso caratteristico, forse un qualche uccello, associato scherzosamente al lupo. Oppure essere un toponimo di rimando, riferito a un cognome.

Di fatto, esistono in Italia centro-meridionale numerose località che portano questo nome, diffuse tra Marche e Calabria, compresi i due comuni di Cantalupo in Sabina (Rieti) e Cantalupo nel Sannio (Campobasso). Per l’Abruzzo cito soprattutto la Cantalupo sopra Piano d’Orta (PE) e quella presso Notaresco (TE), entrambe abitate nel medioevo. Sono quasi tutte località situate in aree alto-collinari o montane, in cui potrebbe essere stato proprio il lupo a ‘cantare’. A queste vanno aggiunte almeno tre rappresentanti della variante Cantalupa, diffusa nell’Italia settentrionale. Il composto in questione non è neppure caratteristico della sola Italia. In Francia vi sono numerosi esempi di località chiamate Chanteloup, che è l’esatto equivalente di Cantalupo. Esistono pure le varianti Chantelouve (cantalupa), Canteleu e Canteloup (variante normanna). Questa straordinaria diffusione ha indotto alcuni studiosi del passato ad ipotizzare che dietro Cantalupo si celasse un qualche composto in una qualche lingua pre-latina, che nulla avrebbe a che fare con il cantare e con i lupi, ma che sarebbe stato così re-interpretato in epoca recente.

Non credo che sia necessario ipotizzare tale processo in quanto il toponimo si spiega benissimo con la sua motivazione più evidente. Inoltre, non sono solo i lupi a cantare. Da noi si trovano Cantagallo, Cantagalli, Cantagallina e Cantagalletto; Cantagrillo e Cantagrilli; Cantarana e Cantarane; Cantacucco (cuculo o civetta) e perfino Cantagru(e). In Francia hanno pure Chantemerle ‘canta merlo’, Chantalouette ‘canta allodola’, Chantepie ‘canta gazza’ e Chanteperdrix ‘canta pernice’, che in Italia non ho trovato.

La stessa famiglia di composti imperativali in cui il sostantivo (lupo) è il soggetto che deve compiere l’azione (cantare) comprende anche toponimi come Fiatavento, ‘soffia, o vento’, località presso Scoppito (AQ). Il tipo di composto imperativale più diffuso è però quello in cui il verbo è transitivo ed il sostantivo rappresenta l’oggetto dell’azione. Per fare qualche esempio a noi vicino, Scaricapane ‘(pendio che) scarica pani (cioè, metaforicamente, pietre)’ a Fara San Martino (CH), o Sferracavallo, (luogo talmente scosceso da) togliere i ferri ai cavalli’ a Guardiagrele (CH), ma diffuso un po’ in tutta Italia.

Esiste anche una terza categoria di composti imperativali, meno diffusa, nella quale il sostantivo e il verbo sono invertiti di posizione. Un esempio trovato presso Tornimparte (AQ) è Acquacurri, ‘corri, o acqua’, che si riferisce ad un corso d’acqua particolarmente rapido.