Salvaguardare il territorio

di Piero D’Andreamatteo

Risulta ormai chiaro a tutti che le profonde variazioni climatiche e la poca cura riservata negli anni al territorio ci espongono a grandi rischi. Le ultime vicende sono a significare che dobbiamo riconsiderare le priorità nell’azione amministrativa e in genere di governo, che bisogna salvaguardare innanzitutto la vita e i beni dei cittadini.

L’Abruzzo è stato colpito sia dalle forti nevicate, che hanno isolato molti paesi lasciando migliaia di cittadini per giorni senza elettricità e determinando anche lutti e distruzioni, sia dal terremoto che soprattutto in provincia di Teramo ha seminato distruzioni tali che circa tremila abitanti sono stati costretti ad abbandonare i loro paesi e le loro case per essere ospitati negli alberghi della costa.

In attesa che il Governo e la Regione si decidano a predisporre un piano straordinario di salvaguardia del territorio e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio a cominciare naturalmente dagli edifici pubblici (scuole, municipi, sedi della protezione civile, ecc.), i comuni devono cominciare a darsi da fare per evitare di essere sorpresi da accadimenti gravi, anche perché vi sono verifiche che non hanno alti costi e che permettono di avanzare richieste finanziarie sulla base di dati scientifici determinati da tecnici qualificati. L’atteggiamento peggiore che gli amministratori locali possono assumere è quello di attesa, facendo finta che la questione non li riguardi.

Il Comune di Montesilvano qualche segnale in collina lo ha già avuto e quindi deve nel più breve tempo possibile assumere iniziative adeguate. Innanzitutto incaricare qualche geologo per una indagine approfondita del territorio, soprattutto nella zona collinare, per individuare eventuali pericoli di frane al fine di realizzare un piano di prevenzione con relative opere che eventualmente dovessero essere necessarie.

Tutto ciò è urgente anche perché le forti piogge possono aver determinato situazioni di pericolo.

È innegabile che la parte alta di Montesilvano è stata fortemente compromessa da una edificazione intensiva. Ciò ha reso più fragile il territorio che quindi deve essere monitorato.

Altra questione da verificare sempre nel Comune di Montesilvano è la condizione in cui versano i sottosistemi (rete idrica e fognaria innanzitutto) per accertarsi che non vi siano dispersioni che possano determinare pericoli di voragini e crolli. In questo modo si può intervenire anche per non continuare a disperdere più del 40% delle risorse idriche. I nuovi sistemi diagnostici permettono di verificare tutto ciò e quindi di intervenire con precisione dove occorre. Un ulteriore problema può derivare dai fiumi Saline e Piomba giacché le forti nevicate hanno creato accumuli importanti in alta quota e il disgelo può determinare piene di una qualche pericolosità: quindi, oltre ad un monitoraggio, bisogna sistemare gli argini.

Vi è comunque una questione di fondo: la necessità di una nuova cultura del territorio che non si può continuare a violentare con uno sfruttamento scellerato. Dobbiamo acquisire la coscienza della necessità di riusare tutto quello che già c’è attraverso adeguate ristrutturazioni. Dobbiamo smetterla di pensare che il territorio può essere sfruttato all’infinito, che le colline possono essere violentate. Prendiamo coscienza che la natura si vendica delle violenze che subisce ogni giorno.

Il Comune di Montesilvano può verificare quanti vani di recente costruzione sono invenduti e non occupati, quale è la situazione dei manufatti abbandonati per vetustà o per degrado e, partendo da questi dati, realizzare un piano che punti sulle ristrutturazioni anche con qualche premio di cubatura per chi concede al Comune, attraverso cessione di aree, di ampliare la strada o realizzare spazi aperti alla collettività. Ci sono in Abruzzo e in provincia di Pescara strade inaugurate in pompa magna solo alla fine di dicembre 2016 che già non sono più percorribili perché piene di buche e di avvallamenti, chiari segni di smottamenti. È chiaro che nella fase delle progettazioni non si è ritenuto necessario uno studio geologico del territorio ove è stata realizzata la strada: quindi si è determinato uno spreco di risorse pubbliche anche perché altri soldi occorreranno per mettere qualche pezza. È un esempio di come per incuria, per superficialità e forse per altro ancora più grave si spendano male risorse pubbliche.

A Montesilvano vi è un sistema viario molto deteriorato anche a causa delle recenti nevicate: è quindi necessario che l’amministrazione comunale si ponga il problema di come affrontare e risolvere la situazione. Sembra un problema secondario, ma non lo è se pensiamo alle persone soprattutto anziane che possono cadere o agli scooter che percorrono le vie cittadine. E poi, mi si lasci dire che la situazione denota incuria. Montesilvano vuole puntare sul turismo e sul terziario, e quindi dovrebbe curare il decoro urbano cominciando appunto dalla sistemazione delle strade. Forse è necessario non ricorrere al solito strato di asfalto che dopo due giorni non c’è più: oggi ci sono materiali e tecniche che permettono soluzioni di lunghissima durata, sperimentate anche sulle piste degli aeroporti.

Allorché venne concepita ad opera degli illuministi, l’idea di progresso era pervasa da ottimismo di fondo circa le prospettive del futuro. Essi nutrivano una profonda fiducia nella ragione, guida sicura degli uomini che volessero farne buon uso. Oggi gli ostacoli paiono venire non tanto dall’eredità del passato quanto piuttosto da un futuro che si presenta pericoloso, giacché gli uomini alimentano nel presente minacce tali da chiedersi se saranno in grado di dominare le forze ostili che essi stessi vanno scatenando. La questione cruciale è se gli uomini, i quali sono stati capaci di compiere i mille straordinari progressi settoriali che li hanno resi tanto potenti, saranno in grado di progredire anche nella capacità di governare i processi sociali, e soprattutto di salvaguardare la natura.