La fiera della vanità: Il ridicolo balletto alla ricerca del potere

La fiera della vanità

 

Il ridicolo balletto alla ricerca del potere

Ma è possibile che in questo paese l’interesse pubblico non esista?

di Gennaro Passerini

 

Circola in questi giorni a Montesilvano un comunicato stampa “Incubo Grande Pescara” oltre ad essere inscenata una plateale azione del consigliere Gabriele Di Stefano (Gruppo Misto), incatenatosi davanti al Municipio per dare peso alla protesta annunciata.

In altri momenti, nell’interesse della nostra Comunità, abbiamo sostenuto le azioni del Di Stefano, oggi riteniamo di non pubblicare il comunicato stampa per gli insulsi argomenti in esso contenuti, un’accozzaglia d’informazioni legate a una retorica storica che ha del ridicolo.

Si parla di una Montesilvano che verrebbe “cancellata dalla storia e dalla geografia”, condannata dal progetto Grande Pescara “a diventare la periferia nord di un immenso agglomerato urbano senza anima.” Quante stupidaggini in poche parole!!!

Continua ancora adducendo deliranti storici motivi che fanno a dir poco sorridere.

Prosegue con un delirante grido “criminale sorte si vuole per Montesilvano e Spoltore, assorbite da una famelica Pescara che si nutre fagocitando come un cancro i comuni limitrofi“.

Manca solo nella coreografia l’urlo, ahimè.. ahimè, sgomento delle donne siciliane ai piedi del defunto “malvagia ombra…”   ahimè….ahimè e continua con la storia del defunto “la nostra storia, la qualità della vita, la nostra autodeterminazione…”!!!

A questo punto parte la chiamata alle armi del popolo oppresso, assoggettato a un potere medievale che ridurrebbe la grande città di Montesilvano (gioiello urbanistico, ricca di cultura, culla del diritto civico, esempio da imitare nella storia della civiltà italica, ricca di economia propria, dotata di ampi spazi dove socializzare e città dai molteplici parchi) a vassallo a cui depredare tutte queste ricchezze e “…difendere la nostra identità…”!!!!

Descrizione a tratti burlesca dove si enfatizzano le ricchezze con toni e quadri persino superiori, per artificiosità, ai famosi spot pubblicitari epoca Cantagallo dove si recitava “Montesilvano città dei parchi”. Ridicolaggini, autentiche fake news, informazioni inventate, ingannevoli e distorte.

Conosco molto bene il consigliere Di Stefano, la sua semplicità, onestà e ingenuità, per cui mi sento in dovere chiedergli chi gli ha suggerito, strumentalizzandolo, tante scempiaggini.

Dov’è la città che descrive con tanto ardore “da giostre medievali” a sostegno di un tale insignificante campanilismo?

Ma la vantata “qualità della vita e la storia” dove sono? La tanto sopravvalutata “autodeterminazione“ cosa ha prodotto ad oggi?

Vivo in questa città da 41 anni, dal lontano 1977: allora la città contava poco più di diciassettemila abitanti. Negli anni è cresciuta demograficamente e la tanto decantata autodeterminazione ha prodotto, a causa di una politica ignorante e irresponsabile che ha concepito e favorito una speculazione urbanistica scellerata, un’accozzaglia di stili architettonici.

Si è cavalcato, in modo che definirei demenziale (anche se gli autori erano tutt’altro che tali, li definirei soprattutto speculatori) e speculativo, lo sviluppo di un territorio spargendo irrazionalmente cemento, facendo perdere quel po’ di identità che aveva e caratterizzandola a pessimo dormitorio con aspirazione a kasba.

Architettonicamente non vi è stato alcun rispetto della storia passata di questo territorio.

Uno sviluppo urbanistico senza un piano della viabilità e del traffico, non asservito alla crescita demografica (strade, marciapiedi, verde, piazze, parcheggi, fogne. In queste ultime le acque nere si uniscono alle acque bianche e i collettori principali, già insufficienti fine anni ‘80, oggi sono ostruiti oltre il 50% per mancanza di manutenzione).

Il verde storico è stato negli anni abbattuto per dare spazio al cemento.

Si è così offeso, indiscriminatamente, il territorio dove poche gocce di acqua piovana producono paludi, allagamenti putridi che creano problemi igienici non indifferenti e ripetuti danni ai beni.

Gli attori gestori del teatrino dell’autodeterminazione sono stati capaci di bloccare la realizzazione di fondamentali arterie viarie, come la pedecollinare (via Saffi) parallela a via Verrotti e la circonvallazione (galleria I Pianacci) per l’insulsa speculazione edilizia sulle aree destinate ai tracciati viari.

Questa è l’autodeterminazione di cui parla il consigliere Di Stefano? Attenti non è finita qui!!!!

In questi ultimi anni – ma che dico: giorni! – continuiamo ad assistere a nuovi scempi edilizi, non contenti di quanto causato negli ultimi trent’anni: intervengono con progetti a dir poco demenziali, sostenuti sempre da un PRG obsoleto e un regolamento edilizio capzioso, modulato negli anni a uso e consumo di pochi nefasti operatori del mattone, con la scusa di operare una riqualificazione.

Ma non sono sul mercato oltre cinquemila appartamenti invenduti? Quali oscuri interessi a costruire ancora?

Consigliere di Stefano, chi ti ha suggerito tale comunicato stampa e il teatrino dell’incatenamento? Hai esposto la tua figura a difendere l’indifendibile; ti rendi conto che così facendo stai tenendo il gioco di politicanti nostrani preoccupati soltanto di perdere, con “La grande Pescara”, il potere da adoperare per scambi clientelari, unico sostegno alla loro vita politica?

Mi dispiace profondamente, il rivolgermi a te con questi toni mi costa, ma la difesa dei sani interessi di questa comunità non mi permette di fare sconti.

La grande Pescara può essere lo strumento chirurgico per rimuovere il vero cancro, quello del Sistema Affaristico Montesilvanese, e pianificare finalmente politiche di riordino del traffico, della viabilità, della riqualificazione urbanistica di un‘area più vasta, con le medesime necessità di sviluppo economico, e accendere finalmente una organica locomotiva traino dello sviluppo economico di tutta l’area metropolitana.

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