Il mare: metafora della libertà

 

di Marco Tabellione

 

     Perché amiamo tanto il mare? Perché la fissazione del mare comincia a stimolare le persone già a primavera? Da dove deriva la forte attrazione che il mare esercita praticamente su tutti? Una parte della risposta a questi quesiti è abbastanza ovvia. Sicuramente sulla passione della spiaggia, che spinge molti a prendere la tintarella già a partire dalle prime giornate di sole di aprile (quando in realtà fa ancora un po’ freddino) incidono gli effetti salutari e prodigiosi che i bagni di mare, l’aria salmastra ricca di ossigeno e iodio, offrono a tutti. Si tratta di benefici indubitabili per il nostro organismo che porta a dedicare l’estate quasi esclusivamente ai bagni e al soggiorno in spiaggia.

Tuttavia da soli questi motivi non possono spiegare un amore quasi viscerale che tutti noi nutriamo per l’ambiente marino e più spiccatamente per la spiaggia. Infatti su questo punto bisogna fare un distinguo, in quanto coloro che amano il mare come navigazione sarebbero in realtà una minoranza, rimarchevole ma sempre una minoranza, non paragonabile con la globalità dei bagnanti estivi. Insomma, l’andare in spiaggia, quello che noi comunemente chiamiamo “andare al mare” (e che, come detto, va distinto dall’andare per mare), deve avere qualche motivo più incisivo oltre quello della salute e della rigenerazione del corpo.

In realtà nell’immaginario collettivo il mare non è solo sinonimo di vacanza, vi è sicuramente un significato simbolico più profondo, al quale magari quello di vacanza può essere abbinato, però come la superficie all’essenza. Credo che tale contenuto profondo simbolico vada cercato nelle incredibili aperture che ​il mare​, la spiaggia e la loro simbiosi determinano in ciascuno di noi, in chiunque cioè si trovi davanti la sua immensa distesa.

Lo spazio che si apre sconfinato, l’orizzonte che chiude ma solo per lasciare vagare la mente e lo sguardo al di là, il cielo sereno che rimbalza sulle onde turchesi, lo slancio che si sente dentro di fronte a una dimensione immensa, che si perde alla vista. Probabilmente sono queste le sensazioni che scatenano in noi la passione del mare, generando di conseguenza altre passioni, altri sentimenti e determinando poi le esperienze variegate che il mare provoca. E per tali sentimenti, per queste sensazioni mi viene in mente una sola parola, un unico termine in grado di inglobare tutte queste espansioni, capace di sintetizzarle e significarle tutte, richiamarle nella loro interezza E questo termine, anzi questa parola, è “libertà”. Il mare genera in noi l’accensione del senso di libertà, che tutti avvisano essere probabilmente il vero scopo dell’esistenza, forse prioritario anche a quello della felicità e della serenità. E in una località come Montesilvano, in cui l’edilizia sebbene tipica da cittadina di provincia, ma pur sempre proliferante, ha finito per negarci non solo la vista del mare, ma persino quella del cielo, avere a diposizione una simile apertura, poterla frequentare e vivere in pochi minuti di bici o a piedi, ebbene tutto questo ha un valore inestimabile, si tratta di una ricchezza che non dovremo mai dare per scontata.

Perciò proteggiamo il nostro mare, curiamolo, difendiamolo perché proteggendo e difendendo il mare, proteggiamo e difendiamo noi stessi, la nostra unica possibilità di una vita ancora definibile come naturale, se per ciò, per naturale, si intende il contatto integrale con la natura e con gli elementi naturali. E tutto ciò deve anche spingerci a non vedere nel mare sempre e solo un’occasione di profitto e guadagno, ma un’occasione di arricchimento innanzitutto esistenziale, spirituale. Si tratta ovviamente di una ragione in più per impegnarsi non solo a rispettare il nostro mare, ma anche a lottare per mantenerlo integro e pulito, evitando i casi che si sono verificati negli anni scorsi, in cui per diversi periodi l’acqua non poteva certo essere definita pulita.

Insomma, il mare rappresenta una parte di noi, la parte migliore forse di Montesilvano, e in quanto tale va preservato, non solo perché offre al turismo della nostra cittadina l’appoggio fondamentale che tutti conosciamo, ma soprattutto perché giunge a incidere sul nostro inconscio collettivo, stimolando positività, speranza e voglia di vivere.

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