Fake News Chi le crea, chi le diffonde, perché lo fanno

Fake News

Chi le crea, chi le diffonde, perché lo fanno

 

di Gianfranco Costantini

 

Cito il dizionario TRECCANI per introdurre questo neologismo che in molti fanno finta di comprendere.

Fake news loc. s.le f. pl. inv. Notizie false, con particolare riferimento a quelle diffuse mediante la Rete.

In quanto neologismo, quindi termine di nuova creazione, in attesa di ulteriori vocaboli capaci di spiegare meglio l’evoluzione del fenomeno, viene utilizzato frequentemente in modo improprio.

Infatti, con questo termine si descrivono fenomeni molto differenti tra loro; la bufala ad esempio è accostata alla dissidenza o alla diversa interpretazione degli stessi.

Se entriamo ancor più nel dettaglio, stesse bufale, ad esempio, possono avere matrice differente, goliardica, se sono messe in giro per divertirsi, o diffamatoria, se s’intende colpire un avversario ed altre.

In attesa delle infinite declinazioni che si potranno contare tra qualche tempo, io mi soffermo sul termine originale: fake news, in altre parole notizia falsa.

In quanto ad abbondanza di notizie false, la rete è seconda (o meglio terza), alla televisione e alla carta stampata che fino a pochi anni fa, godevano del monopolio della comunicazione e le notizie false si diffondevano nell’etere, quasi sempre senza nessun contraddittorio, riprese e rafforzate dalla carta stampata che le trasformavano in verità assoluta.

E allora perché oggi si parla di fake news, quando i gruppi editoriali, con le loro menzogne, hanno modellato l’intera società moderna?

Perché questi soggetti, mentre mentono spudoratamente sugli argomenti più svariati, si preoccupano delle notizie false che sono pubblicate su internet?

Non avranno mica paura di arrivare secondi o terzi in quest’avvincente classifica?

O forse hanno paura perché molte di queste fake news sono in grado di smontare i loro castelli di menzogne con pochi mezzi e in maniera efficace?

Tante domande hanno bisogno di tante risposte e intensità di ragionamento che vanno molto oltre le poche righe di questa banale riflessione, ma in qualsiasi modo si voglia approcciare, il ragionamento non può non partire da una conclusione tanto banale, quanto essenziale.

Perché il potere che spende tantissimo in risorse intellettuali, che tiene in piedi costosissime strutture di comunicazione perennemente in perdita, dovrebbe permettere a dei blog di informazione libera di sopravvivere? Perché questi siti con pochi soldi e tanta passione, riescono a fornire informazioni molto più dettagliate e attendibili e in poco tempo scalano ogni classifica di autorevolezza?

In una società occidentale un tantino più spinta della nostra, questa situazione ha provocato un problema non da poco all’elite finanziaria dominante negli USA e l’elezione di Trump ha costretto ad infinite manovre per recuperare una situazione che sembra volgere al peggio per i fanatici del mondialismo liberale.

Ricapitolando il potere perde in parte il controllo sulle masse perché i media tradizionali non sono stati capaci di veicolare al meglio le menzogne? Buttiamola in caciara e quindi tutto quello che non è funzionale al disegno dominante è menzogna. Da un lato si cerca in ogni modo di controllare la rete limitando i contenuti sgraditi a suon di multe ai principali social media, dall’altro si scredita tutto ciò che non si riesce a fermare.

La “democrazia occidentale”, infatti, ha sempre usato la tecnica della sordina per gli argomenti scomodi o avversi e la gran cassa per gli argomenti che rafforzano i valori del gruppo di potere dominante.

In un’epoca diversa, quando in Europa c’era il rischio di adesione al Blocco Comunista, l’élites dominanti avevano un approccio differente, oltre a rafforzare attraverso la comunicazione il modello di vita occidentale, erano anche accorte. Ciò perché le masse bene indottrinate avessero anche una buona razione di benessere socio economico. Con il crollo del muro di Berlino, questa componente è scomparsa ed è rimasto in piedi solo il controllo delle masse, man mano sempre più povere e senza alternative.

Tornando alle fake news, la più grande che si ricorda in Italia in epoca recente, è stato il famigerato Spread, diretto responsabile del “colpo di stato” sobrio, avvenuto in Italia con le dimissioni forzate del Cavaliere. Lo Spread per chi non ricorda, è il differenziale di rendimento dei titoli di stato a lungo termine italiano con gli omologhi esteri, scambiati nei mercati secondari, quindi non di emissione. Nello specifico, si intendeva come spread il differenziale di rendimento tra i BTP italiani e i BUND tedeschi dovuta al rischio che i nostri titoli sembravano avere.

Gli esperti, infatti, sapevano benissimo che il rischio percepito era provocato dalla BCE che non interveniva a raffreddare il fenomeno e sembrava usare lo spread come ricatto sul governo, per costringerlo a fare le famose riforme strutturali. Purtroppo i giornali e le tv hanno praticamente ignorato le analisi che descrivevano correttamente il fenomeno rendendo verità la fake news.

Lo spread rappresentava una questione risibile per i nostri conti pubblici che erano e sono ancora oggi solidissimi, ma che i media ignoranti o in mala fede, avevano trasformato nel cancro nazionale, in grado di far fallire il nostro paese.

Tutte queste fake news, furono riprese ad arte dai media, compreso il più titolato quotidiano economico come Il Sole 24 Ore che con un titolo tristemente noto e un parallelo ancor peggiore con il terremoto dell’Irpinia chiedevano ai politici: “Fate Presto”. Questa massa di menzogne, miste al fanatismo liberale estero diretto, ha portato nel giro di pochi mesi, alla sostituzione di un governo espresso direttamente dalla volontà popolare, con uno nominato da una maggioranza artefatta, guidato da Mario Monti, personaggio riciclato più del vetro, fautore della peggiore stagione socio-economica che l’Italia ricorda dal dopoguerra ad oggi.

Addirittura, il livello delle menzogne era così becero e auto distruttivo che il giorno successivo alla caduta del governo l’Unità titolava “La Liberazione”, con tanto di tricolore al vento. Titolo che poi, per una sorta di legge del contrappasso, di lì a poco ha portato alla chiusura del giornale, diventato inutile carta straccia.

È chiaro che il dibattito sulle fake news, così come è stato presentato dai maggiori organi di informazione è ridicolo; sembra più dettato dalla necessità di sopravvivere e recuperare l’autorevolezza che le elites dominanti pretendono per finanziarli, che ragionare concretamente su un fenomeno vecchio come il mondo, che di nuovo, ha solo il mezzo di diffusione.

Colgo l’occasione per farvi conoscere alcuni blog o siti internet, capaci di fornire informazioni e approfondimenti su argomenti socio economici di ottimo livello.

Byoblu.comAppello al popolo.itGoofynomics blogspot.itOrizzonte48.blogspot.itScenarieconomici.it

Lascia un commento