Zìzì, l’acqua va a lu mare!



Zìzì, l’acqua va a lu mare!



di Gianfranco Costantini

Nell’era d’internet, nell’era della new economy, nell’era della tecnologia 3.0, nell’era in cui i figli comandano i padri e i cani portano a spasso i padroni, nell’era in cui tutto quello che pensavi o speravi non fosse possibile si è realizzato, proprio in quest’era l’unica certezza che ancora regge il passare degli eventi sono che l’acqua ve a lu mare.
 In questo articolo non voglio accusare nessuno di negligenza nell’amministrazione della cosa pubblica, anzi al contrario ne faccio l’elogio; d’altronde, se tutto è sottoposto a stress da cambiamento e la parolina magica oggi è “competitività”, non vedo perché l’acqua debba essere immune da queste regole. Chi ha realizzato la rete fognaria a Montesilvano è stato lungimirante e ha colto in pieno lo spirito del tempo: anche l’acqua deve cambiare. Perché non è giusto che dopo essere scesa dal cielo, aver dato tanto fastidio con il rumore dei tuoni e gli abbagli dei lampi, l’acqua voglia entrare nel terreno e magari raggiungere il mare. Dopo aver provocato tanto fastidio, è giusto che rimanga con noi almeno una giornata per farsi ammirare, c’è gente che ha voglia di ospitarla in casa e non ritiene giusto che, appena caduta a terra, l’acqua scompaia nel terreno o raggiunga il mare attraverso un banale fosso tanto rapidamente.
L’acqua deve cambiare! Deve essere più intelligente e per smontare il detto sopra citato, gli amministratori e i tecnici comunali, dopo quasi mezzo secolo d’intensi studi e ripetuti tentativi, stanno compiendo il miracolo. Via il terreno drenante nelle colline per costruire palazzine, via il terreno drenante pianeggiante per costruire palazzoni, via il tracciato ferroviario anch’esso drenante per costruire la strada parco, via tutto il suolo che può incamerare acqua e via tutti quei fossi di acque bianche che quei retrogradi autori delle bonifiche avevano realizzato in ossequio al famoso detto che tutti conoscono a memoria, e la prima parte dell’opera è fatta. Per cambiare d’avvero però, l’acqua ha bisogno di diventare anche intelligente e per raggiungere l’obiettivo deve competere. Per questo motivo lo sforzo più grande è stato quello di disegnare una rete idrica minima che la cattura e la pone avanti a un quesito: vado al mare o cerco di competere con le terribili acque reflue per arrivare al depuratore di Villa Carmine? Sì, il depuratore, in effetti, è un luogo ideale perché come il purgatorio alla fine dei tempi libera l’uomo da tutti i peccati, anche l’acqua trova così il modo di liberarsi dalle sue impurità. Il vero lampo di genio è stato proprio questo, unire acque bianche e nere e metterle in competizione per raggiungere il tanto agognato depuratore consortile, sempre e tutto l’anno. Non era giusto che la virtuosa acqua piovana raggiungesse il mare con dei canali dedicati, no, non era proprio giusto e quindi va bene così. Dopo aver accontentato un gran numero di cittadini di Montesilvano e solo dopo questo nobile gesto di aver fatto visita nelle case e aver goduto della proverbiale ospitalità degli abruzzesi, l’acqua più stupida, quella che non è riuscita a raggiungere il depuratore per purificarsi, proprio perché stupida è accompagnata sul bagnasciuga dal personale specializzato messo a disposizione dagli enti preposti.

Invito tutti i cittadini che amano l’acqua a prendere la palla al balzo, e cogliere l’opportunità che il destino ci ha riservato: il pedalò si potrebbe affittare tutto l’anno e per andare in canoa, esiste un luogo più selvaggio della pineta?

In attesa della prossima ondata…
Fine prima parte.

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