Ciao Piero! A un mese dalla scomparsa il nostro ricordo.

Addolorati dalla sua dipartita vogliamo ricordare e salutare l’amico Piero ripubblicando uno dei suoi contributi, già pubblicato a novembre 2016. Troverete il testo attualissimo e riapprezzerete la capacità di uscire dagli schemi e la cristallina visione delle dinamiche che tutti noi conosciamo.

Grazie Piero per la tua amicizia e stima. Sarai sempre con noi …

Miriam un abbraccio da tutti noi, ti siamo tutti vicini. La tua famiglia de Il Sorpasso

Facce nuove o idee nuove?

di Piero D’Andreamatteo

L’invocazione di “facce nuove” è una delle costanti di questa lunga stagione della crisi della politica. Intendiamoci, il rinnovamento della classe dirigente è un’esigenza fisiologica e deve rappresentare soprattutto a Montesilvano il rinnovamento di idee e progetti. Un approccio nuovo ai problemi che si pongono, anche per la rapidità con cui la realtà si trasforma è necessario ed utile. Naturalmente meglio se accompagnata da una robusta cultura storico-politica che eviti errori e banalizzazioni o peggio che eviti di gabellare per miracolistiche soluzioni vecchissime, sperimentate e fallite. Il punto però è che siamo giunti alla ripetizione ossessiva di “facce nuove” e con queste “facce nuove” le cose al comune di Pescara e Montesilvano vanno sempre peggio (d’altronde al peggio non c’è limite). Fra un po’ si ricorrerà, per disperazione, ai “ragazzi del ‘99” quei nostri nonni e bisnonni chiamati alle armi giovanissimi, dopo Caporetto, alla fine della Prima Guerra Mondiale. E di una caporetto della politica e dell’amministrazione comunale si tratta, purtroppo. Vorrei proporre ai tanti che indirizzano la loro frustrazione verso gli illusori lidi delle “facce nuove” e che magari si stanno già agitando in previsione delle prossime scadenze elettorali, un diverso punto di vista. Perché non cominciare ad invocare “idee nuove”. Questo dovrebbe valere soprattutto dopo le fallimentari esperienze delle amministrazioni di Pescara e Montesilvano. Non so se i sindaci di queste due città vorranno ricandidarsi per un secondo mandato; sono curioso, nel caso decidessero in senso positivo, di verificare quali meriti e quali realizzazioni hanno da iscrivere a loro merito. Oggi la sfida più importante è quella politico-culturale: ricerca di strade nuove o recuperare qualche idea troppo frettolosamente e superficialmente “rottamata”. Su questo si misura la capacità dei giovani politici di rispondere ai bisogni reali dei cittadini.

Bisogna riflettere sull’andamento della Convention democratica degli Stati Uniti dove le idee nuove, largamente recepite, le ha portate un senatore ottuagenario, da cinquant’anni in politica, capace di suscitare interesse e passione nelle giovani generazioni.

Queste “facce nuove” magari in buona fede ma piene di sé, si avvicinano alla politica prive di quei fondamenti che sono necessari e in assenza dei quali non si può che scivolare in una rabbiosa frustrazione.

Quello che ancora per la Arendt, sulla scorta di Platone, coincideva con la forma più alta e più nobile di attività umana cioè la politica viene regolarmente calpestata. Si è fatto credere che chiunque poteva amministrare una città. La realtà ha provveduto a smentire questa affermazione. La colpa è soprattutto di chi ha assecondato un democraticismo strisciante che non conduce da nessuna parte, mentre produce crescente insofferenza e sfiducia nelle istituzioni. Così ognuno è stato rapidamente sostituito da un altro, ancor più giovane e vuoto, e quindi la situazione si è aggravata.

C’è un ulteriore scadimento delle condizioni urbane di Pescara e Montesilvano. Pescara alle prese con i problemi ambientali oltre che con l’incapacità di fare scelte adeguate per lo sviluppo economico e sociale; Montesilvano sembra guardare al passato, all’età dell’oro dell’edilizia aggressiva e non ha una classe dirigente in grado di percorrere nuove strade, magari innanzitutto sanando per quanto possibile i tanti misfatti urbanistici del passato e operando scelte che facciano crescere nuove imprenditorialità, rivisitando la città, pedonalizzando, piantumando, facendo scelte per lo sviluppo del turismo e del commercio. Una classe dirigente che sappia coinvolgere le migliori energie culturali e tecniche creando condizioni che generano passione civica e voglia di fare. C’è bisogno di uscire culturalmente, economicamente e politicamente dalla visione paesana per diventare, a tutti gli effetti, una città, facendo sentire i cittadini partecipi e attori di questa inversione di marcia e rendendoli orgogliosi di essere cittadini di Montesilvano. È un lavoro che richiede idee chiare, capacità di concretizzarle e grande entusiasmo per superare le difficoltà quotidiane che l’amministrazione comunale deve affrontare e superare. È necessario abbandonare la pratica delle piccole cose, dei favori e degli interessi anche familistici. Recentemente un amico di Montesilvano faceva una giusta osservazione: a Montesilvano sia che amministri il centro-destra sia che amministri il centro-sinistra non cambia nulla, gli interessi prevalenti e soddisfatti sono sempre gli stessi, il do ut des la fa da padrone, quindi i programmi non contano niente e normalmente sono sovrapponibili. I consiglieri passano da uno schieramento all’altro senza colpo ferire: quel che conta è poter coltivare il proprio orticello con quel potere che ci si può ritagliare. I partiti o ciò che resta di loro dovrebbero essere lungimiranti, realizzare un effettivo rinnovamento partendo da uomini portatori di nuove idee e che abbiano dimostrato di rompere con il passato con un certo modo di ragionare e di rappresentare interessi consolidati che impediscono alla città di crescere. Forse tale scelta non sarà immediatamente vincente, ma anche dall’opposizione si può determinare un modo nuovo di amministrare e affermare un nuovo rapporto con i cittadini. Del resto, cosa se ne fanno i partiti di un personale politico inaffidabile su cui non si può contare nei momenti decisivi, che ha l’unico obbiettivo di perpetuarsi a qualunque costo ed è pronto a salire sul carro del vincitore o di chi fa migliori promesse?

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