Benedetta De Simone e l’amore per la musica

Benedetta De Simone e l’amore per la musica

di Davide Pietrangelo

A 19 anni è diplomata con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara. Sotto la guida di Luisa Prandina (prima arpa del Teatro alla Scala di Milano), è docente di arpa, e ha all’ attivo un curriculum internazionale. Si chiama Benedetta de Simone ed è una ragazza di Montesilvano formatasi nel Liceo scientifico Corradino d’ Ascanio. La intervistiamo con orgoglio.

Benedetta, per l’arpa hai oltre che un grande talento una grande passione. Ci racconti come è nata?

È nata quando ero piccolissima. Tra i miei primi ricordi ci sono io a 4 anni che guardo cartoni della Disney dove angioletti suonavano l’arpa e ispirata dicevo a mia mamma “voglio suonare l’arpa!”. Per lei tutti gli strumenti erano uguali così mi fece fare lezioni di pianoforte, ma io continuavo a impuntarmi: “Voglio suonare l’arpa!” Così finalmente a 5 anni iniziai le mie prime lezioni con la maestra Lucia Antonacci.

Quali le soddisfazioni più importanti?

Il percorso svolto mi ha dato tante soddisfazioni. Ho collaborato con orchestre giovanili, come l’Orchestra Giovanile Amadeus diretta dal M° Antonella De Angelis e con l ‘ orchestra del mio liceo diretta dal M° Mike Applebaum. Dal 2012 collaboro con l’Orchestra Sinfonica Internazionale Fenaroli diretta in varie occasioni da Maestri di fama internazionale e mondiale, come Nicola Piovani, Luigi Piovano, Gabriele Pezone, Francesco Lanzillotta, Carlo Gargiulo, Antonio Ciacca, Pier Carlo Orizio. Ho collaborato ai Concerti del Colibri Ensemble diretta da Alexander Lonquich. Ho vinto come arpista l’audizione dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori, dell’Orchestra Filarmonica Campana. Sono risultata idonea all’audizione EUYO e OGI (Orchestra Giovanile Italiana), partecipando ai concerti diretti dal M° Daniele Gatti. Come solista l’audizione dei solisti dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Pescara, diretta in varie occasioni da Maestri di fama mondiale Andrea Di Mele, Pasquale Veleno, Roberto Molinelli, Marcello Bufalini, Raffaele Napoli, Nicola Paszkowski, e diversi concorsi tra cui l’ultimo, il Concorso Internazionale città di Penne. L’ultimo anno mi ha regalato la possibilità di insegnare, il diploma di maturità, e il diploma di Conservatorio.

Sembra che l’arpa ti abbia dato tante gioie. Qual è stata la più grande?

Il momento più emozionante l’ho vissuto al concerto di capodanno il 02/01/2010 al teatro di Lanciano. Fece Sold out. Suonavo con l’orchestra sinfonica nazionale di Fedele Fenaroli il Valzer dei fiori e ho dovuto affrontare un assolo. Mi è venuta un’immensa pelle d’ oca. Ho sempre avuto un carattere ansioso e, complice la tenera età, temevo fortemente per quella performance, ma grazie alla tempra del direttore Francesco Lanzillotta sono riuscita a esprimere tutta me stessa. La cadenza risultò perfetta, il pezzo che ne uscì fu bellissimo, e mi regalò lacrime di gioia.

L’arpa ti ha mai dato dolori oltre che gioie?

Il momento più duro l’ho affrontato al settimo anno di Conservatorio. Non riuscivo a prepararmi adeguatamente a un esame. Più l’esame si avvicinava più la mancanza di motivazione mi rallentava. Mi ero praticamente bloccata a un soffio dal traguardo. La mia insegnante lo sottolineava, me lo faceva pesare, peggiorando la situazione. Mi sono sbloccata cambiando insegnante e affidandomi alla guida della prof.ssa Boscherini che è riuscita a risollevarmi e a riprepararmi.

Dove continuerai il tuo percorso? Hai intenzione di andare all’estero?

Il mio desiderio è di restare in Italia. Mi sento italiana ed è qui che vorrei esprimermi, ma le opportunità per il mio mondo qui sono poche. Sto per affrontare un percorso di studi in Belgio dove il terreno è sicuramente più fertile ma è qui che vorrei portare i frutti.

Cosa potrebbero fare le amministrazioni per permettere a te e agli altri talenti della musica di rimanere in Italia?

L’ attenzione della classe politica verso la cultura musicale è scarsa ed è il riflesso di una scarsa attenzione della società. Anche noi giovani talenti abbiamo colpe: preferiamo “arrenderci” e andarcene, piuttosto che lottare per rendere il Paese più ospitale a noi stessi. Mi dispiace in ogni caso ché ho trovato modo di collaborare col Comune di Pescara e altri limitrofi, ma non ho trovato altrettanta disponibilità a Montesilvano.

A chi riconosci merito per il tuo percorso di successo?

In primis alla mia prof. Mabel Boscherini. Voglio ringraziarla perché se non mi avesse dato un duro colpo, con le parole, con i richiami, nei momenti di “mentale dispersione”, ora non mi troverei qui. Similmente devo il mio percorso a chi insieme alla Mabel mi hanno vista crescere, i proff. Alfonso Patriarca, Piero Binchi, Letizia Guerra e Massimo Magri, per il loro supporto soprattutto morale, per la loro piena disponibilità, per il continuare a credere in me, nelle mie capacità e nella mia musica, premiandomi in varie occasioni. A tutti gli amici musicisti e non, che mi sono vicini, che mi supportano, che mi caricano ogni giorno, suonando insieme, ma non solo… affrontando la vita insieme. Al professor Natalucci, recentemente scomparso, che mi ha sempre aiutato a credere in me stessa. Al mio ragazzo Alessio, alla mia attuale professoressa Luisa Prandina, ai miei genitori, a mia nonna, al mio nonno che mi guarda tutti i giorni da lassù e sicuramente sarebbe stato orgoglioso di avere una nipote musicista. La vena musicale l’ho ereditata sicuramente da lui!