Urbanistica per la città nuova

di Giuseppe Di Giampietro, Webstrade.it, digiampietro@webstrade.

A Montesilvano l’urbanistica è palesemente illegale, poco trasparente e discrezionale. Qui ci sono norme speciali che contraddicono norme nazionali, norme che si contraddicono tra di loro, e contraddicono sé stesse (nel senso che una norma in un regolamento contraddice un’altra norma sullo stesso argomento di un altro regolamento), con grande discrezionalità degli uffici di scegliere quale applicare; o norme che favoriscono alcuni proprietari e operatori rispetto ad altri. Ne sono degli esempi le norme su sottotetti, distanze, altezze, cubatura degli edifici e standard urbanistici, cessioni, distanze dalle strade, recinti e altre.
Risultato? Una città di bassissima qualità urbana e povera dotazione di spazi pubblici. Interi quartieri senza marciapiedi, senza parcheggi, senza verde. Da decenni a Montesil¬vano non si vede un nuovo viale alberato, una vera piazza, o un vero parco fruibile.
Case di buona qualità edilizia sono inserite in quartieri privi di qualità urbana, con conseguente svalutazione del valore degli immobili.
Ma, cosa ancor più grave, questa è una città che non ha un’idea del proprio futuro. Essa è priva di un PUT, Piano Urbano del Traffico, benché sia obbligata ad averne uno per legge. E intanto spende tanti soldi per realizzare nuovi ponti, ma non sa chi dovrà passare su di essi, se automobili o piuttosto, come vorremmo, pedoni ciclisti e trasporto pubblico.
Essa ha un PRG, Piano Regolatore Generale, di oltre 16 anni, chiaramente illegale sotto molti profili e inadatto a rispondere alla nuova domanda di qualità urbana, ma che viene conservato come strumento per continuare a costruire con piccoli o grandi privilegi, solo per raschiare il fondo del barile, anche se quelle case oggi non si vendono più.
C’è un piano particolareggiato PP1 Alberghi – foce del Saline, che era la speranza della città, ma che ha ormai più di 20 anni e nessuno lo vuole rivedere. Qui si sono costruite tante case, ma pare non ci sia lo spazio per realizzare nemmeno un campo di calciotto (dove si gioca a calcio in otto). C’è anche un’opera pubblica, la Strada Parco, su cui si sono spesi milioni di euro ma, da oltre un ventennio, non si riesce a terminare l’opera e a decidere cosa farne. Questo modello di urbanistica non funziona. Le case non si vendono più, e quelle vendute si svalutano.
Esiste un futuro diverso per la città e una speranza per i cittadini? Io credo di sì. Intanto credo che i cittadini, siano più avanti dei propri politici, perché hanno una visione chiara per il futuro, mentre i politici si ostinano a guardare a un passato che è fermo a 30 anni fa. Un esempio? Il referendum del 2014. Più di 100.000 elettori dei comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore, hanno chiesto in maniera chiara di costruire e operare in un’unica città di 200.000 abitanti (che diventerà di 350 mila quando si supererà il campanilismo con Chieti).
Ma ad oltre 3 anni di distanza dal referendum questo processo non è ancora iniziato. O si rinvia “a quando io non ci sarò più”, come nella proposta D’Alfonso per la nuova città nel 2019, o si citano frasi senza senso, di fronte all’evidenza dell’indicazione degli elettori, come “siamo contrari alla fusione a freddo”. Io credo, invece, non solo che l’identità della più grande area urbana del medio Adriatico sia già una realtà oggi ma che essa sia anche una necessità ineludibile e vantaggiosa per dare a questo territorio una prospettiva di sviluppo economico, ad alta valenza ambientale e di alta qualità della vita, competitiva a livello europeo,
Si tratterà di cominciare a pensare a una grande città, che già oggi si estende da Francavilla a Silvi, per un raggio di 10 km a partire dalla stazione centrale di Pescara. E per questa città, oltre a tutelare e migliorare la qualità ambientale e delle sue risorse (il mare, le pinete, le colline, i fiumi, i centri storici collinari), si dovrebbe pensare anche alle sue dotazioni infrastrutturali. In primo luogo il trasporto collettivo in sede propria, il TCSP locale sulla Strada Parco e sugli assi portanti della grande area urbanizzata. Quindi, gli itinerari pedonali e ciclabili, connessi al TP, per collegare le colline al mare, il fiume e i fondovalle, passando per le linee del TPL e per le stazioni del SFR, Sistema Ferroviario Regionale. Inoltre, occorrerà realizzare i parcheggi di interscambio esterni, per pedonaliz¬zare l’area centrale e il lungomare.
Una rete della mobilità alternativa all’automobile competitiva, efficiente, frequente è uno dei requisiti per fare funzionare il sistema metropolitano in maniera sostenibile ed efficiente. Unita alla qualità degli spazi pubblici, alla dotazione ambientale di servizi e attrezzature moderne e qualificate (centro congressi, fiera, università, teatro e altri luoghi della cultura e dello spettacolo) una rete di mobilità permetterebbe di valorizzare l’alta qualità ambientale locale, il mare, le spiagge, le colline, le pinete, i fiumi, i centri storici collinari, con dotazioni di livello urbano superiore. Essi favoriscono stili di vita moderni, sostenibili e di alta qualità della vita.
Una città così, moderna, innovativa, attrezzata, di media/grande dimensione unisce le grandi dotazioni urbane a un’alta qualità ambientale. Essa potrebbe diventare una città per lo sviluppo di un’economia moderna e competitiva, richiesta per la localizzazione di centri di ricerca e sviluppo di multinazionali, come Silicon Valley, o Seattle (USA) o Vancouver (CAN) o Montpellier (F) o Friburgo (D) o Groningen (NL), per la localizzazione di università e industrie hi tech. Essa potrebbe diventare anche il posto ideale dove vivere, per benestanti pensionati del Nord Europa: la Florida d’Europa, dove comprare casa e passare molti mesi l’anno, o una parte importante della propria vita.
L’area pescarese ha tutti i numeri e le risorse per diventarlo. Forse mancano i politici per raccogliere la sfida e guidare questo processo. Sicuramente non mancano le idee. Speriamo non venga meno la speranza di vederla realizzata ed il desiderio dei suoi abitanti di contribuire a costruirla.

nell’ immagine la proposta di Bicipolitana, rete di linee ciclabili intercomunali organizzate come linee di metropolitana, integrate, dell’area pescarese, una delle proposte di mobilità sostenibile dell’area vasta pescarese (Webstrade.it, 2014)