Trabocchi sulla spiaggia di Montesilvano?

 

via mail da Francesca Pantaleone

 

Nello scorso mese di aprile il Comune di Montesilvano ha approvato le Norme Tecniche di attuazione per il Piano Demaniale Comunale in cui, tra le altre tipologie d’insediamento, oltre agli ormai noti pontili a mare già presenti sulla spiaggia di Pescara, sono stati inclusi anche trabocchi e caliscendi.

Trabocchi. Caliscendi. Sulla spiaggia di Montesilvano. Nello specifico, l’intenzione è di creare alcune di queste strutture (di nuova costruzione quindi, non trasportate da altri luoghi per una diversa collocazione) in corrispondenza della foce del fiume Saline e sullo specchio d’acqua in prossimità del Fosso Mazzocco ossia, come specificato nel Piano, tra le concessioni n. 91 “Sund Beach” e n. 92 “La Conchiglia Azzurra”. Lo scopo sarebbe quello di ottenere una maggiore affluenza turistica (data da costruzioni nuove prive di qualsivoglia valore storico-culturale?) e quello, forse il più utile in effetti, di “consentire l’attracco di motovedette dell’Organo Militare Marittimo al fine di permettere servizi per la sicurezza in mare”.

 

Appena letta la nota mi sono balzate in mente alcune riflessioni.

 

  • Chi in Abruzzo non sa cosa siano i trabocchi? Praticamente nessuno. Tutti infatti conoscono le meraviglie della Costa dei Trabocchi che si estende da Francavilla a Vasto, rendendo unico per bellezza il litorale abruzzese. Sì, ma quello meridionale. E c’è un motivo per cui la loro ubicazione è proprio quella.

Gli amanti del mare, che avranno trascorso piacevoli giornate in questo piccolo angolo di paradiso, avranno certamente notato una certa differenza tra la spiaggia di Montesilvano-Pescara e quella della costa chietina: la prima è bassa e sabbiosa (si presta senza alcun dubbio, cioè, alla balneazione), la seconda è spesso alta e rocciosa (sono paurosa lo ammetto: non andrei mai a tuffarmi da quegli scogli… ) e si presta più che altro alla pesca.

Per cui il mio primo pensiero è stato questo: i trabocchi a Montesilvano non avrebbero la stessa funzione e non farebbero esattamente la stessa figura che fanno a San Vito o a Fossacesia, perché la loro bellezza sta soprattutto nei luoghi in cui si trovano e di cui, nei secoli, sono diventati parte integrante.

 

  • Ho accennato al fatto che la costa chietina si presta molto alla pesca ed è così. Un tipo di pesca praticata vicino al litorale e non al largo, poiché nei secoli precedenti i pescatori erano timorosi di allontanarsi troppo con le loro chiatte, per una serie di motivi. Prima di tutto avevano paura del mare e dei pericoli insiti in esso (le correnti del mare Adriatico possono essere molto insidiose); in secondo luogo, per secoli le nostre coste sono state infestate dai pirati che depredavano tutto ciò che riuscivano a trovare in luoghi come la città di Ortona, dov’è sito il famoso Castello Aragonese (torre di vedetta eretta tra XII e XIII sec., poi fortificata da Alfonso d’Aragona nel 1400). Da qui la costruzione di queste strutture a palafitta, di cui alcuni documenti storici attesterebbero l’esistenza addirittura a partire dal XIII sec., perché davano sicurezza alle famiglie povere della zona che vivevano del loro lavoro di pesca. Perciò la mia perplessità è questa: il trabocco è una costruzione storica entrata a far parte del nostro patrimonio ambientale e culturale perché considerato ormai opera d’arte: quale contributo pratico o valore artistico o storico-culturale potrebbe portare a un’area quale quella montesilvanese in cui la pesca è praticata in tutt’altro modo e dove gli unici tentativi di insediare il trabocco all’inizio del 1900 fallirono (miseramente) poco dopo?

 

  • Andando avanti e guardando ai puri aspetti pratici della questione: siamo davvero certi che queste strutture porteranno soltanto vantaggi ai bagnanti? O potrebbero in qualche modo portare danni proprio a chi invece, secondo quanto esplicitato nel Piano Demaniale, dovrebbe trarne maggior beneficio? (e sto parlando dei cittadini, sia chiaro). Mi è venuto infatti il dubbio che, per esempio, qualche bambino nuotando nell’acqua potrebbe finire in loro prossimità col rischio che avvenga qualche incidente. In quel caso la colpa di chi sarebbe? Del bambino che si stava divertendo tranquillamente al mare? Dei genitori che magari non lo hanno tenuto d’occhio come si deve perché impegnati a rilassarsi dopo un anno di faticoso lavoro? Non sarebbe del Comune che ha posizionato in un luogo pubblico una tale struttura? Non saprei, ma ripeto: è solo un mio dubbio. Posso sbagliarmi.

 

Il discorso è certamente lungo e complesso, e ci sarebbero molte altre riflessioni da fare in proposito, ma resta il fatto che i trabocchi in particolare sono diventati un simbolo importante della storia della nostra regione ed in quanto tale necessitano di essere protetti e non, credo, di diventare un oggetto da sfruttare per incrementare le entrate delle casse comunali: i turisti che dovrebbero attrarre sapranno vedere la differenza tra un’opera dall’antico sapore artistico ed una struttura che fa da appiglio a delle motovedette, seppur della nostra Marina? Mi chiedo cosa ne penserebbero Papa Celestino V e d’Annunzio, che tanto amavano ammirarli punteggiare il mare sul quale si protendono tutt’oggi.

Risposta del direttore: grazie della riflessione, dr.ssa Pantaleone. Siamo soddisfatti di aver sollecitato il suo approfondimento sul tema dei trabocchi previsti nel piano spiaggia licenziato dalla Giunta il 4 aprile 2017. In effetti non sappiamo come verranno realizzati i trabocchi che, per loro natura non tipici dei fondali sabbiosi, potrebbero avere senso solo se posizionati oltre la linea delle scogliere con profondità di almeno 3 metri. La sua perplessità sul riprodurre una copia degli autentici trabocchi è condivisibile. Quanto la copia potrebbe essere effettivamente attrattiva? Non rischiamo di generare inutili brutte copie? È altrettanto corretta la sua segnalazione del fallimento dei trabocchi realizzati nei primi anni del ‘900, in quanto è bene conoscere e analizzare la storia prima di ripetere gli stessi errori.

Personalmente ritengo che la realizzazione dei trabocchi potrebbe avere senso solo se fossero resi operativi per la loro funzione di macchine da pesca, ma ciò può avvenire solo se posizionati oltre la linea delle scogliere. In alternativa, non rischiamo di generare dei casotti su pontili denominati ‘trabocchi?.