QUESTO MESE SORPASSIAMO…LA VENDETTA

 

di Vittorio Gervasi

Diversi anni orsono un amico mi invitò a prendere un caffè con lui. Ricordo ancora il bar e l’ora. Il motivo dell’invito si palesò subito: creare una lista elettorale per puro spirito di rivalsa, di contrapposizione – o forse meglio di vendetta – contro un altro.

La mia risposta fu immediata: no. Ma la domanda è: si può dedicare del tempo per lavorare contro ? Si può pensare di costruire qualcosa partendo dalla negazione dell’altro ? Purtroppo in politica – e non solo – questo accade. C’è chi decide di “impegnarsi” in politica per puro spirito di vendetta, di odio personale verso l’altro, e questo emerge con estrema chiarezza nel corso del tempo. Ma si può aggregare un gruppo animati solo dal livore verso un altro ? Si può dar vita a un impegno pubblico senza alcuno slancio ideale ? Senza una spinta valoriale forte ? Purtroppo accade ! Fare opposizione a un’idea è legittimo, purché se ne abbia una migliore. Fare opposizione a un altro in quanto persona a noi sgradita è inaccettabile. Allargando un po’ la riflessione, come non rilevare che c’è chi si batte per la pace nel mondo organizzando marce, dibattiti e raccolte di fondi e poi finisce per essere in lotta con il proprio vicino di casa piuttosto che con i suoi familiari: si perde ogni credibilità. Il rispetto dell’altro comincia dal più vicino e non dal più lontano, con il quale, molto probabilmente, non mi incontrerò mai.

Allora per scoprire l’antidoto all’odio voglio raccontarvi questa storia straordinaria.

Siamo a Napoli, anno 2005. Un ingegnere in pensione della Fiat decide di tornare a vivere nella sua città d’origine, la capitale partenopea. Va in banca per cambiare un assegno e viene ucciso da un rapinatore. Il figlio è scioccato. Cerca una spiegazione, cerca di capire e alla fine decide di “vendicare” suo papà ucciso da una morte assurda, impegnando le sue migliori doti di manager, unite a quelle di altri colleghi, fondando l’Associazione “L’Altra Napoli”. Scelgono uno dei quartieri simbolo del degrado della città – il rione Sanità – per recuperare giardini abbandonati, angoli degradati, spazi pieni di rifiuti trasformandoli in giardini rigogliosi e in spazi accoglienti a misura di bambino. Coinvolgono i cittadini del quartiere, li responsabilizzano, li fanno sentire importanti e riassegnano loro gli spazi. Avviano corsi di musica e creano un’orchestra giovanile per contrastare l’abbandono scolastico. Aprono un bed & breakfast per offrire accoglienza di qualità ai turisti. Organizzano corsi di vela per bambini a rischio. Recuperano catacombe abbandonate e formano ragazzi come guide per visitare quei posti restituiti al loro splendore originario. Formano giovani mamme gourmet per dare vita a un progetto di ristorazione veloce per i turisti. Svolgono attività di orientamento e avviamento alle professioni mediche. Riaprono al pubblico la basilica di san Gennaro Extra Moenia. Sviluppano un’App per guidare i turisti. Vanno a Bruxelles a presentare i loro progetti come modelli di inclusione sociale. Non credo serva elencare altro. Da un fatto terribilmente negativo che segna in modo irrimediabile la vita di un figlio nasce un progetto straordinariamente positivo di riscatto sociale.

Se avessi spiegato tutto questo in teoria, sarebbe stata un’elencazione di buone intenzioni ma nulla di più. Il racconto di quanto accaduto ci aiuta a toccare con mano dove può arrivare la determinazione nel fare qualcosa di buono per gli altri nonostante il torto subito. È l’esempio di chi non si arrende, di chi non si rassegna. Di chi non punta il dito verso gli altri, ma piuttosto gli porge una mano per tirarli fuori dal degrado umano e spirituale nel quale versano. Sono le periferie delle nostre città, della nostra città. Le periferie non sono un luogo geografico identificabile su una mappa; sono piuttosto spazi diffusi di abbandono con i quali conviviamo. Sono anche situazioni personali. Come venirne fuori ? Affogare il male in un mare di bene, non c’è altra soluzione. Per questo, quando incontro qualcuno o leggo le dichiarazioni di qualcun altro che dedica il proprio tempo a lavorare contro invece che a favore di qualcosa di utile per gli atri, penso subito ad un sorpasso che allontani il rischio di perdere del tempo.