Inquinamento dei fiumi

Responsabilità di Regione, ERSI e ACA


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Spesso l’ACA spa assurge agli onori della cronaca sia per interventi di manutenzione a causa delle falle che si determinano nella rete idrica e che comporta disagi e proteste da parte delle popolazioni che si ritrovano coi rubinetti prosciugati, sia per il mal funzionamento degli impianti di depurazione con relativo sversamento di liquami nei corsi d’acqua o direttamente a mare.

E’ una situazione che si trascina da anni e che ha comportato per presidenti e dirigenti dell’ACA e dell’Ente d’ambito di dover rispondere penalmente e civilmente.

Si ha l’impressione che non si conoscano le reali condizioni né della rete idrica né dei depuratori e quindi si

aca spa

rincorrono le emergenze senza alcuna capacità e volontà programmatoria.

L’ACA, già Azienda Consortile Acquedottistica, è stata costituita per trasformazione del Consorzio Comprensoriale Acquedottistico Val Pescara Tavo Foro. L’Azienda comprende 64 comuni: tutti quelli della provincia di Pescara compreso il capoluogo, alcuni comuni della provincia di Teramo ed alcuni della provincia di Chieti compreso il capoluogo.

Una popolazione di circa 450.000 abitanti con punte di 650.000 nei periodi estivi.

L’Azienda in applicazione delle disposizioni contenute nell’art. 35 della legge 448/2001 si è trasformata in società di capitali assumendo la denominazione Azienda Comprensoriale Acquedottistica S.p.A., in acronimo ACA SPA. Nell’intento di mantenere nella sfera del diritto pubblico il servizio idrico integrato, l’Assemblea dei Sindaci azionisti in applicazione di quanto previsto dall’art.113 del Testo Unico Enti Locali nella formulazione definita dall’art 14 della legge 326/2003, ha trasformato la società ACA SPA in società in “house providing” (trad. gestione in proprio).

Gli Enti d’Ambito Abruzzesi (già ATO-AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE) per il servizio idrico integrato, a seguito dell’entrata in vigore della L.R.n.9/2011, sono stati unificati nell’ENTE UNICO REGIONALE avente denominazione ERSI. L’ERSI quindi esercita il controllo analogo sui gestori in “house providing” (le delibere dell’ACA per essere esecutive devono essere approvate dall’ERSI). Sono organi dell’ERSI: il Presidente (Assessore Regionale competente per materia), dai Presidenti delle Provincie e da quattro Sindaci indicati dall’ANCI.

In ciascuna Provincia è istituita l’assemblea dei Sindaci denominata ASSI per l’esercizio delle competenze sulle materie assegnate agli Enti Locali dalla legislazione nazionale e regionale, in particolare i compiti di organizzazione del servizio, di adozione del Piano d’Ambito Provinciale, di scelta delle forme di gestione, di determinazione e modulazione delle tariffe all’utenza, di affidamento della gestione.

L’ASSI esprime, nell’ambito delle competenze, pareri obbligati all’ERSI, che propone gli atti fondamentali di pianificazione e di programmazione del servizio alle ASSI, che esprimono pareri obbligatori e vincolanti.

L’ERSI firma le convenzioni per la gestione del servizio, provvede alla loro gestione ed al controllo dell’adempimento degli obblighi convenzionali da parte dei gestori. Prima che diventasse ERSI, l’Ente d’Ambito è stato commissariato dalla Regione Abruzzo.

L’ACA S.p.A. nel 2014 ha ottenuto dal Tribunale di Pescara il concordato preventivo per svariati milioni di euro.

E’ chiaro che in queste condizioni è impossibile per l’ACA andare al di là dell’ordinaria amministrazione. L’ACA insieme all’ERSI, dovrebbe affrontare, con notevole capacità programmatoria, la questione dell’inquinamento derivante dal mal funzionamento dei depuratori. Dovrebbe inoltre verificare che tutte le condotte di acque nere siano effettivamente convogliate nei depuratori. Andrebbe affrontata la questione delle perdite del sistema idrico di distribuzione, che nella nostra regione sembra essere del 40-45%.

Spesso quei sindaci, che soprattutto nei mesi estivi alzano la voce per episodi di sversamento in mare di liquami, non possono ignorare di avere un grande potere, giacché l’ASSI (l’assemblea dei sindaci del comprensorio) esprime pareri obbligatori e vincolanti. Gli stessi sindaci formano l’assemblea dei soci dell’ACA S.p.A. ed anche in quella sede hanno potere di indirizzo oltre che di nomina del presidente.

E’ chiaro che un programma di adeguamento dei depuratori e il collegamento ad essi di tutte le acque nere richiede notevoli risorse finanziarie, così come ne richiedono maggiormente l’adeguamento della rete di distribuzione idrica per evitare le attuali intollerabili dispersioni. In campagna elettorale è stato affermato dall’attuale Presidente della Giunta Regionale D’Alfonso, che come impegno prioritario avrebbe affrontato il disinquinamento dei fiumi.

Non se ne sente più parlare. In molte recenti manifestazioni pubbliche si è sostenuto che per determinare lo sviluppo economico ed occupazionale dell’Abruzzo bisogna puntare sull’agricoltura ed il turismo. Se anche le istituzioni, a partire dalla Regione, convengono con queste posizioni, devono essere coerenti e quindi investire soprattutto in disinquinamento.

I fiumi possono essere disinquinati, lo è stato il Tamigi, ma è necessario avviare un piano articolato di interventi verificando e bloccando gli scarichi inquinanti nei corsi d’acqua, così come bisogna verificare l’uso e l’abuso di concimi chimici in agricoltura.

L’altro tema che va affrontato è quello della dispersione idrica. Se ne parla molto poco, compresi gli ecologisti, che si battono per la salvaguardia del territorio, invece è una questione fondamentale, non a caso Papa Francesco fa spesso riferimento alle risorse naturali dilapidate.

Per essere effettivamente la Regione verde d’Europa non è sufficiente avere un numero importante di Parchi, il che naturalmente ci fa onore, ma bisogna anche avere fiumi balneabili per avere un mare balneabile.

In vent’anni di ACA ed Ente d’Ambito non un solo intervento strutturale è stato realizzato.

A Pescara a tutti i problemi generali si aggiunge la presenza della diga foranea. Abbiamo in un articolo precedente, sul progetto del porto turistico sul Saline, spiegato le ragioni e proposto qualche soluzione, speriamo che chi di dovere ne tenga conto.

Per essere effettivamente la Regione verde d’Europa non è sufficiente avere un numero importante di Parchi, ma bisogna anche avere fiumi balneabili per avere un mare balneabile.In campagna elettorale è stato affermato dall’attuale Presidente della Giunta Regionale D’Alfonso, che come impegno prioritario avrebbe affrontato il disinquinamento dei fiumi. Non se ne sente più parlare.”

di Piero D’Andreamatteo

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