Cambiamo le regole urbanistiche

Abbattimenti per mancanza distanze legali?


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A seguito della emozione suscitata dalla lettera di Gianfranco Costantini, pubblicata sul numero di Luglio, rispetto al tema della realizzazione di palazzine di sei sette piani, al posto di case ad uno due piani, nella zona compresa fra Via Marinelli, Viale Aldo Moro, Viale Europa, Via Emilia e Via Lazio, senza modificare l’insufficiente reticolo stradale, abbiamo intervistato il Sindaco sul numero di Agosto. Il Sindaco ha affermato che le regole oggi vigenti hanno puntato sulla quantità e non sulla qualità e bellezza e di voler far fare il salto di qualità alla Città. Contemporaneamente però ha chiesto di remare tutti nella stessa direzione ben oltre le appartenenze partitiche e le convenienze del momento.

Abbiamo interpretato questa affermazione come una sollecitazione al Consiglio Comunale di sostegno del cambio delle regole, nella direzione della qualità e della bellezza e di una ammissione di debolezza rispetto alla presenza di consiglieri di maggioranza non convinti a procedere nella direzione indicata.

Per comprendere se il Consiglio Comunale può sostenere un cambio delle regole senza considerare le appartenenze e le convenienze del momento abbiamo intervistato tutti i dieci capigruppo. Ebbene si 10 capigruppo su 24 consiglieri. Possibile che in media i gruppi consiliari siano costituiti da 2,4 consiglieri? Forse è il caso di rivedere le regole per la costituzione dei gruppi?

Tutti i capigruppo intervistati si sono detti disposti a dare priorità massima alla modifica del piano regolatore generale e a trovare la modalità per sospendere la concessione delle licenze a costruire con le regole attuali, in deroga alla normativa nazionale di riferimento DM 1444 del 02.04.68, per quanto riguarda distanze ed altezze.

La Città ritiene non più accettabili le trasformazioni in atto nelle zone denominate B sul PRG, perché su una zona a bassa qualità ambientale con strade strette, senza marciapiedi, parchi, piste ciclabili, parcheggi e zone a verde non è sostenibile l’incremento esponenziale dei residenti. Questa trasformazione se completata porterebbe quelle zone ad essere i futuri ghetti che ben conosciamo, come Via Ariosto e Via Lazio.

Una recente sentenza della seconda sezione civile della Corte Suprema di Cassazione, la numero 17043/2015 depositata il 20 agosto 2015, ha disposto l’abbattimento di un edificio perché non rispettava le distanze legali dagli altri edifici circostanti, in quanto esso era stato ricostruito con incremento di volumetria. La Cassazione ha affermato che i regolamenti edilizi comunali non possono modificare i concetti di ristrutturazione, ricostruzione e nuova costruzione. Quando si modificano i volumi si tratta di nuova costruzione e le nuove costruzioni devono rispettare le distanze legali e non possono sfruttare le precedenti distanze.

Se i cittadini delle zone interessate alle ricostruzioni sfruttassero questa sentenza siamo certi non si arriverebbe allo stesso epilogo anche a Montesilvano?

La politica deve interpretare i bisogni della comunità che anela alla bellezza e non è più disposta a soccombere agli interessi del settore delle costruzioni, date un segnale forte di compattezza e procedete alla revisione delle regole urbanistiche nell’interesse della Città.

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