CON E SENZA (1)

di Emilio Pirraglia

Episodio 1 – Sulla strada

Guidava da circa un’ora. La strada tortuosa che si arrampicava sulla montagna lo teneva sveglio. Dopo una settimana di lavoro stare in auto a quell’ora diventava faticoso.

Non incrociava fari di altre macchine da ormai un pezzo. Le luci del cruscotto gli facevano compagnia, così come la sua stazione radio preferita, che stava dando musica rock.

Lo vide solo per un attimo. Ebbe l’impressione che si fosse trattato di un qualche animale, fermo sul ciglio della strada. I fari dell’auto l’avevano illuminato per pochi istanti e non era sicuro di aver visto veramente qualcosa.

Tornò a concentrarsi sulla guida e sulla musica che usciva dallo stereo, dimenticandosi presto dell’accaduto. Ad un certo punto lo vide di nuovo. Un paio di chilometri più avanti.

Sembrava identico alla cosa che aveva creduto di vedere qualche minuto prima e nella stessa posizione. Non poteva essere possibile. Aveva avuto l’impressione che quell’essere lo avesse fissato con un paio di occhietti rotondi neri.

Stavolta però era riuscito a vederlo bene, un animale dal corpo tozzo e corpulento, con il muso allungato e il pelo lungo, che ricordava una specie di formichiere. Aveva le zampe simili a quelle degli elefanti, però in miniatura. Insomma, un incrocio mai visto in natura.

Avvertì una sensazione di disagio crescergli nello stomaco. Spense lo stereo. Più continuava a guidare e più il fastidio cresceva, come la nausea dopo una sbronza. Lo vide per la terza volta. I fari lo illuminarono perfettamente. Se ne stava lì, sul ciglio della strada a fissarlo con occhi vuoti, sembrava sorridergli.

Per poco non perse il controllo del veicolo, ma lo superò. Brividi gli corsero lungo la schiena quando se lo lasciò alle spalle. “Poteva essere uno scherzo della sua fantasia?” Si chiese. “Stava sognando ad occhi aperti, era l’unica conclusione possibile.”

Continuò a guidare con ansia crescente, nel timore di incontrarlo di nuovo.

Leggere scosse elettriche gli percorrevano il corpo e salivano fino ai capelli, lacrime iniziarono a bagnargli gli occhi. Intorno era tutto buio, unica luce i fari dell’auto, che illuminavano quella strada di montagna che sembrava volerlo inghiottire da un momento all’altro. L’abitacolo del veicolo iniziava  a stargli stretto, come a soffocarlo.

Si fermò. Così, all’improvviso. Doveva capire di cosa si trattava. Se aveva sognato amen, altrimenti avrebbe incontrato di nuovo quel dannato animale. Azionò le quattro frecce e scese dalla macchina. Percepì netta sulla pelle la differenza di temperatura, rispetto all’abitacolo, non gli dispiacque.

Chiuse la portiera, il rumore seccò dello sportello che si chiudeva lo fece trasalire. Sentiva il cuore  bussare come per chiedere il permesso di uscire dal petto. Accese la piccola torcia che aveva comprato qualche giorno prima in un negozio sportivo, di quelle che si caricano a manovella.  Prese a camminare lungo il ciglio della strada, in direzione opposta rispetto alla sua destinazione.

Alcune nuvole dovettero dissolversi perché si scoprì una magnifica luna rossiccia, che illuminò la zona, non spense comunque la torcia.

Udiva scricchiolii di rametti spezzati provenire ogni tanto dal bosco, così come qualche verso di gufo. Teneva occhi e orecchi bene aperti.

Si era allontanato forse centro metri dalla macchina quando la voglia di tornare indietro lo assalì.

Scosse la testa. “Che sto cercando?” Pensò. “Uno stupido animale immaginario?”

 

«Cercavi me.» Rispose una voce profonda ai suoi pensieri.

 

Non svenne per puro miracolo. Se ne stava lì, davanti a lui, sorridente, con quel suo muso allungato. L’uomo aveva lasciato cadere la mascella, rifiutando di credere a quello che i suoi occhi gli suggerivano, ma soprattutto che un animale gli avesse parlato.

 

L’essere continuò: «ti stavo aspettando da un pezzo.»

 

Si voltò senza pensarci. Se ci fosse stato un arbitro a tenere il tempo avrebbe registrato il record mondiale dei cento metri. Aprire l’abitacolo, chiudere dietro di sé lo sportello, inserire la chiusura di sicurezza, fu un attimo.

«Cercavi me.» Ripeté quella voce.

L’uomo si voltò verso il sedile passeggeri, appiccicandosi inorridito alla portiera con la schiena. L’animale se ne stava lì seduto tranquillo a fissarlo continuando a sorridere. «Voglio solo aiutarti Alex.» Continuò avvicinandosi con il muso.

Il cuore sembrò sul serio uscirgli dalla gola, i capelli si drizzarono e indurirono come pietra.

Fine Episodio 1

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